mercoledì, luglio 25, 2007

 

SCAMBIO DI FAVORI

Ad un anno dalla più infame legge che mente umana abbia mai potuto formulare, finalmente qualcuno trova il coraggio di dire le cose come stanno:
lo fa il nostro ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro che dichiara in un’intervista a La Stampa :”La verità è che all’epoca, un anno fa, fu fatto l’indulto anche per inconfessabili motivazioni ignobili”.
Quali? “Far evitare il carcere a chi doveva scontare una pena, da Previti a compagnia bella. Con l’indulto, ricordo, si è anche stabilita la regola per cui chi veniva condannato a una pena inferiore ai tre anni, di fatto poteva non essere raggiunto da provvedimento di esecuzione pena. Insomma, chi doveva affrontare la detenzione per Tangentopoli varie lo ha evitato”.
Faccia qualche esempio. “I furbetti del quartierino”.

E qua si chiude il cerchio. Qui finalmente possiamo comprende cosa è diventata la politica oggi (cosa probabilmente è sempre stata): io do una cosa a te e tu dai una cosa a me e vada a quel paese la moralità, l’onestà, la trasparenza e tutto il popolo italiano con le sue stupide proteste.
Lo scambio che ha causato l’indulto, ora lo sappiamo per certo, è stato Previti contro i furbetti del quartierino. Previti perché era accusato e passato in giudicato come colpevole per le oscure vicende IMI-SIR (La Repubblica), dietro cui come sempre ci celano gli interessi del suo signore e padrone il nano venditore di spazzole, mentre i furbetti del quartierino (La Repubblica) erano stati beccati nel tentativo di scalata ad Antonveneta, BNL e RCS infischiandosene delle regole più elementari in materia di finanza a discapito di tutti i cittadini italiani, con l’appoggio più che evidente, di alcuni personaggi politici di spicco della sinistra (ma non solo) che, come dice il giudice Clementina Forleo, “non passivi ricettori di informazioni pur penalmente rilevanti né personaggi animati da sana tifoseria per opposte forze in campo, ma consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata”. (Aprile online)
Insomma personaggi che sarebbero in entrambi i casi dovuti andare in gattabuia ma che non lo sono stati perché protetti dalle macchinazioni dei loro complici politici, che hanno avuto la brillantissima idea di fare l’indulto e con la scusa delle carceri piene (ad oggi, come afferma lo stesso Di Pietro nuovamente affollate) hanno tirato fuori dagli impicci i loro amichetti pericolosi (pericolosi perché potevano anche fare i nomi di chi si celava dietro di loro).
Insomma come afferma un detto popolare questi politici farabutti: “hanno fatto i froci con i culi degli altri” e in questo caso i culi in questione sono stati quelli di tutti gli italiani onesti che si sono ritrovati l’Italia invasa da oltre 26.000 detenuti (La Stampa) molti dei quali con una voglia matta di commettere altri reati come logicamente è avvenuto, avviene tutt’ora e continuerà ad avvenire per molto tempo ancora (provate a digitare in un qualsiasi motore di ricerca la frase “uscito/i con l’indulo” e vi renderete conto di quali reati stiamo parlando).
Nell’intervista Di Pietro poi continua: “In termini di politica giudiziaria non abbiamo accorciato per niente i tempi del processo. Risorse per la giustizia per far funzionare le strutture non se ne sono viste. Nel merito poi siamo stati contigui al centrodestra. Anzi, in questi ultimi giorni siamo andati oltre: rispetto alla Casa delle libertà che ha sempre criminalizzato e delegittimato i magistrati che indagavano per esempio politici di quella parte, allo stesso modo si sta comportando il centrosinistra in questi giorni criminalizzando i comportamenti dei magistrati e arrivando al punto che un Guardasigilli, con il consenso di ampie parti della maggioranza, sindaca un atto e non un comportamento di un giudice, il gip di Milano Clementina Forleo, arrogandosi il ruolo di supergiudice che può sindacare un atto giurisdizionale di un altro giudice” (come appunto esprimevamo noi del comitato nel post precedente)…”La credibilità del centrosinistra è stata minata non perché al Senato c’è un voto di differenza ma perché le decisioni che prendiamo sono di compromesso al ribasso, scollegate dalla volontà collettiva della maggioranza”.
La credibilità del centrosinistra non è stata minata. Vorremo che tutti i politici, Di Pietro compreso, lo comprendessero per bene. La credibilità del centrosinistra è esplosa definitivamente, almeno fino a quando questi personaggi compromessi con gli affari italiani di denaro e potere più loschi degli ultimi anni, continueranno a ergersi a responsabili di partito e/o a capi di segreteria. Lo stesso popolo della sinistra, non vede l’ora di cacciarli una volta per sempre dallo scenario politico italiano, quando gli si darà la possibilità di farlo.
Ma questa possibilità non si la si vuole dare, proprio perché questi politici ne conoscono le conseguenze. Anche il referendum per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale, la porcata voluta dalla destra a pochi mesi dalla fine del mandato del precedente governo, risluta in fin dei conti un’enorme bufala. Infatti non intende assolutamente ridare al popolo il potere di scelta nominale del candidato(Heos). Un potere che oggi come oggi fa paura a tante persone che probabilmente finirebbero per non essere più elette. Un potere che si vuole gelosamente conservare nelle mani dei pochi uomini delle segreterie di partito che continueranno a scegliere i candidati da eleggere. E chi troviamo rintanati in queste segreterie? Sempre e solo le stesse persone di cui abbiamo parlato fino ad ora. Quelle stesse che hanno concepito l’indulto.
Cosa fare allora? Come difenderci da questo meccanismo perverso? Una soluzione potrebbe essere quella adottata dai genitori delle piccole vittime di S. Giuliano: bruciare una volta per tutte le schede elettorali e non andare mai più a votare (Repubblica).
Un’altra più costruttiva, secondo noi, cercare di sostituire una volta per tutte questi politici con persone di inbubbia onestà, moralità e trasparenza, appoggiando la LISTA CIVICA DEI CITTADINI ed il movimento di liste civiche nazionali coordinate da Elio Veltri, Oliviero Beha, Pancho Pardi, Roberto Alagna e tanti altri cittadini onesti.


F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


PS
Ai tanti privilegi dei parlametari ieri se ne è aggiunto ufficialmente un altro: la possibilità di drogarsi come e quando gli pare. E’ infatti di ieri la notizia che è stata bocciata la proposta di legge dell’UDC, che prevedeva un controllo antidoping (ma che dovrebbe anche preoccuparsi per gli amici siciliani del loro partito che piuttosto, tra le tante cose, la vendono all’ingrosso la droga - Fisicamente) per i parlamentari (Ansa). Per cui da oggi è consentito nel Parlamento Italiano, come già da tempo, tra le varie porcherie, anche quella di drogarsi . (Altalex, Youtube)

lunedì, luglio 23, 2007

 

NON VINCEREMO MAI...


Fino a qualche anno fa era la destra che grazie alla numerosa schiera di giornalisti sotto paga, declamava dai suoi tanti media, le irregolarità dei giudici, le loro intemperanze legislative, la loro irruenza nel voler a tutti i costi indagare sul marcio operato dei politici. E la sinistra, o meglio il popolo della sinistra, quello vero, quello che dava ancora un valore alla parola onestà, protestava e sperava che l’ignobile governo di destra fosse sostituito al più presto da uno che non facesse leggi vergogna e che non fosse incentrato e lavorasse per gli interessi di una società televisiva.
Mai si sarebbe immaginato che le stesse identiche parole, le stesse frasi minacciose verso i giudici, sarebbero state pronunciate da quegli uomini che fino a poco tempo prima rappresentavano la speranza di un governo che non fosse lo zimbello d’Europa. (La Stampa)
Ma le speranze, si sa, oggi in Italia sono più che mai vane. E infatti a comprova che gli schieramenti politici in Italia non sono mai stati due ma sempre e solo uno, anche quella parte politica che si diceva “di sinistra” proclama le stesse identiche frasi contro i giudici che hanno ancora il brutto vizio di indaganare sui politici. (Repubblica)
Solo che questa volta i politici oltre che di destra sono anche di sinistra (o comunque tali fino a pochi anni fa si definivano).
Ed ecco partire tra i maggiori quotidiani “di sinistra” una bella campagna contro le parole (e le azioni) del giudice Clementina Forleo che scrive, nella sua richiesta al Parlamento di utilizzo delle 73 telefonate intercettate per procedere contro i parlamentari coinvolti:

un disegno criminoso di ampia portata che si stava consumando proprio ai danni dei piccoli e medi risparmiatori in una logica di manipolazione e lottizzazione del sistema bancario e finanziario nazionale”…” Nelle vicende di cui si tratta - pur a un certo punto bloccate attraverso l'intervento della Consob e della magistratura - non può non sottacersi la grave ricaduta delle condotte incriminate non solo sull'immagine del Paese, messo a nudo nella sua realtà istituzionale anche nei confronti della comunità internazionale, ma anche sul singolo risparmiatore-investitore, debole e ultimo anello della catena su cui riversare le conseguenze di tali condotte”. (L’occidentale)

In parole povere afferma quello che tutti noi cittadini abbiamo sempre sospettato: Fassino, D’Alema, Latorre e gli altri parlamentari inquisiti, nella faccenda BNL-UNIPOL, non tifosi ma veri e propri complici di Sacchetti e Consorte. (tutte le intercettazioni sul caso Unipol)
Quello che da sempre noi del comitato contro l’indulto sosteniamo: politici che sono mandati a governare e pagati con il denaro di tutti i cittadini che invece di farne gli interessi, si occupano, piuttosto, di accumulare potere per il loro partito e per loro stessi, intessendo relazioni con i poteri forti, che di rimando li foraggiano e li sostengono.
Un circolo vizioso che prima o poi finirà per portare il Paese al disastro.
Come ha affermato Elio Veltri nell’ultima trasmissione di Funari: “questi piuttosto che andarsene e favorire il ricambio con persone non compromesse, fanno cadere la democrazia”. Una democrazia sempre più in bilico e che necessita urgentemente di gente nuova, di nuovi rappresentanti e soprattutto di nuove regole che permettano una vera partecipazione di tutti i cittadini alla vita democratica del Paese.
Come anche affermato dal giudice Ingroia (pupillo di Paolo Borsellino), recentemente, in un’intervista tv, la politica italiana è politica ''debole''; oggi come oggi si ha la necessità della massima vigilanza democratica, per evitare il pericolo di una ''spallata'' alle istituzioni, nuovamente e tristemente attuale nel paese. (Blog di Beppe Grillo)
Lo diceva anni fa Nanni Moretti quando affermava che con questi politici la sinistra non vincerà mai. A distanza di 5 anni i politici “della sinistra” sono sempre gli stessi (come anche quelli della destra), mentre a non vincere non sono stati i leader da lui indicati o gli avversari che questi dovevano “sconfiggere”; a non vincere fino a quando continueremo a farci rappresentare da questi uomini, di qualunque schieramento, collusi con i poteri forti e disinteressati al bene del popolo, sono stati tutti gli italiani.


F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


PS
Per chi crede che bisogna agire in prima persona contro il sistema dei partiti, ascolti le parole di Elio Veltri e dia la sua adesione come partecipante alla LISTA CIVICA NAZIONALE.


lunedì, luglio 16, 2007

 

TRA I DUE LITIGANTI...

Che l’Italia stia andando verso lo sfascio più completo lo sappiamo tutti. Lo constatiamo ogni santo giorno sulla nostra pelle di comuni cittadini con il nostro vivere (ma sarebbe meglio dire “sopravvivere”) quotidiano. Inutili anche se esplicative vengono poi le statistiche dell’Eurispes che con freddezza ci informano che 5 milioni di famiglie (cioè una media di 15.000.000 di individui) vive sulla soglia della povertà (Radio Vaticana). Un Paese sempre più somigliante a certe realtà sudamericane, dove per chi viaggia in metrò la cosa più normale che può capitargli è essere derubati dagli onnipresenti mini-scippatori (Repubblica) mentre la peggiore che gli infilzino un ombrello nell’occhio (Corriere della Sera). Di sicurezza nei treni è meglio non parlarne (Repubblica) mentre sulle strade è possibile vedere circolare ubriachi a cui è stata ritirata la patente 3 volte ma che nonostante questo possono continuare a guidare un’auto e uccidere (La Stampa), perché sanno che nessuno verrà mai a controllarli (Panorama). Un Paese in cui la stragrande maggioranza dei giovani si è da tempo fottuta il cervello, prima con certi programmi TV e poi con quella che, nel mondo reale ne è la logica continuazione, cioè l’oramai diffusissima cocaina (Rai News24) molto in voga anche nei palazzi della politica (notiziario droghe). Un Paese dove è stato da tempo legalizzato il caporalato e dove chi, 10 anni fa, con la legge Treu del 1997, ha contribuito a smantellare i diritti di base dei lavoratori, oggi ha il coraggio di predicarne il recupero, naturalmente solo a parole e per lerci scopi elettorali (Corriere della Sera). Un Paese dove all’aumento incontrollato dei fatti criminosi l’intera classe politica, per spregevoli interessi privati, nonostante le tantissime proteste, ha osato contrapporre l’indulto lasciandone vivere le ripugnanti conseguenze ai poveri cittadini. Un Paese in cui è considerato normale lasciare una città di 250.000 abitanti senza acqua per due settimane (Repubblica).
Insomma un Paese senza più nessun futuro. Lasciato agonizzante nell’attesa che qualcuno, magari mosso a pietà, dia il risolutivo colpo di grazia.
E in un Paese del genere il nostro eroe, colui che ha risvegliato le coscienze degli internauti italiani, il guru del blog, il dio del dissenso organizzato che fa? Il V-Day!
E’ già qualcosa, direbbe qualcuno. E’ già qualcosa rispetto al solito protestare, gridare, incazzarsi e spargere dissenso (e magari con questo anche guadagnare un sacco di bei soldoni) come va di moda fare da qualche tempo tra i guru più o meno virtuali dell’ultima ora. Finalmente Beppe Grillo (perché di lui stiamo parlando) mette in gioco la sua credibilità; finalmente dopo tanti bei discorsi, tanti post più o meno illuminanti, tanti interventi contro i potenti, ha deciso di fare qualcosa di concreto, di tangibile e magari anche di utile per questo povero Paese. Un bel corteo di protesta unito alla presentazione di una proposta di legge ad iniziativa popolare denominata “Parlamento Pulito” (Blog di Grillo).
Ma vediamo cosa si propone (volantino – PDF).
1) No ai parlamentari condannati in via definitiva
2) Nessun parlamentare può essere eletto per più di due legislature
3) Elezione con preferenza diretta dei candidati al Parlamento
Naturalmente tutte le proposte ci trovano estremamente d’accordo (e come potremmo contestare chi detiene il primato del blog più letto in Italia e in Europa e risulta tra i 30 più importanti del mondo? - Tgcom), soprattutto quando sappiamo che l’enorme “bordello” referendario per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale (comunque una porcata, come la definì il suo stesso ideatore) non serve a permettere di ristabilire la scelta nominale, perciò diretta del candidato da parte del votante, cioè da parte di noi cittadini (Riforme net) e perciò in definitiva non scalfisce il grande potere che le segreterie di partito hanno nell’imporci i loro candidati (che noi continueremo a non poter scegliere).
Al di là di queste considerazioni vorremmo però, umilmente, far notare all’eccelso re del blog che una proposta di legge di iniziativa popolare, anche dopo aver raggiunto il quorum (che è di 50.000 firme) non diviene automaticamente legge. Infatti anche se il regolamento stabilisce che al raggiungimento del quorum tale legge, dopo aver avuto il via dalla Corte di Cassazione, deve essere presentata ad uno dei presidenti delle Camere che dopo avere verificato il computo delle firme e accertata la regolarità della richiesta, dovrebbe discuterla in Parlamento (Wikipedia); nella realtà accade che se la legge popolare non è appoggiata da un congruo numero di parlamentari, verrà immediatamente accantonata nel dimenticatoio delle leggi da discutere (e badate bene non da fare ma solo da discutere) dove attualmente giacciono dimenticate circa 600 proposte di leggi ad iniziativa popolare (Il Legno Storto).
Alchè ci chiediamo: quanto sarà forte l’appoggio in Parlamento della proposta di Grillo e perciò quale concreta possibilità avrà di poter essere almeno discussa? Ed inoltre se si riuscirà a farla discutere quale la probabilità che venga approvata (considerando anche che il primo ed il secondo punto della proposta, interessano alcuni articoli della Costituzione Italiana e una loro interpretazione attualmente non in voga tra i costituzionalisti che potrebbero perciò bocciarla)?
Inoltre dando un’occhiata al sito in cui ognuno di noi può dare la sua disponibilità per partecipare l’8 settembre al V-Day, ad oggi possiamo contare circa 76.000 iscritti. Una bella cifra ma niente a che vedere con i famosi 3.000.000 di Roma che il 23 marzo del 2002 (Manipulite) protestarono contro la riforma delle pensioni (e che rimasero assolutamente inascoltati dall’allora governo del Paese), o i 2.000.000 (La Repubblica, sigh!) portati in piazza da quell’ammasso assurdo di partiti sempere in prima fila quando si tratta di proteggere gli interessi privati del nano venditore di spazzole. Così se pur il grande guru riuscirà a trascinare con se cento o magari duecentomila persone, ci chiediamo come questi possano sperare di essere ascoltati se non lo furono già agglomerati ben più imponenti?
Naturalmente non intendiamo dimostrare che l’iniziativa di Grillo sia inutile (anche se probabilmente finirà per esserlo), anzi, speriamo in un enorme successo. Speriamo veramente in un risveglio degli italiani e in una protesta numerosissima, e se per fare questo il popolo italiano ha bisogno di essere preso per mano dai guru (che anche grazie a queste proposte aumentano la loro popolarità e si arricchiscono), ben venga comunque la loro guida.
Vorremo però fare una preghiera a Grillo e a tutti gli altri personaggi che oggi guidano il dissenso in Italia e che hanno un seguito più o meno numeroso, sia grazie alle loro lodevoli azioni, sia ai loro spettacoli teatrali e/o televisivi, sia ai loro libri e sia pure ai loro blog, ecc. (e ci riferiamo anche a coloro che hanno organizzato la protesta del 6 ottobre a piazza Farnese a Roma ma non solo) sperando che i lettori del nostro umilissimo blog possano magari farla arrivare alle orecchie o agli occhi di questi:

Signori, i tempi che viviamo sono estremamente tristi. I partiti e gli uomini che ne fanno parte, cioè coloro che dovrebbero rappresentare la Democrazia e permetterLe di prosperare e compiutamente realizzarsi, non solo non sono in grado di soddisfare tali basiliari prerogative, ma vivendo da tempo una realtà estremamente distaccata dai bisogni comuni dei cittadini italiani e legiferando in modo da non rispettarne gli interessi, stanno velocemente e incosapevolmente dando origine, all’interno del tessuto sociale del Paese, a quelle condizioni di totale mancanza di fiducia verso l’istituzione della Democrazia, che non possono che prima o poi, degenerare in un totalitarismo o comunque in qualcosa di simile a ciò che già nel nostro Paese è stato tristemente sperimentato nei primi decenni del XX secolo, con le conseguenze che tutti conosciamo.
Il dissenso è enorme e cresce giorno dopo giorno. Nonostante ciò questi politici di mestiere continuano ad impedire l’avvio di quelle riforme utili a ridare credibilità nelle Istituzioni; credibilità quasi irrimediabilmente perduta agli occhi di tutti i cittadini italiani, e che potrebbe essere ricostituita solamente rinnovando totalmelmente l’intera classe politica italiana.
Prima di arrivare all’irreparabile preghiamo perciò tutti coloro che sono portatori “sani” di dissenso di unirsi e di ricreare quelle condizioni utili a ridare speranza alla Democrazia e a tutti gli italiani. Unirvi perché le vostre parole hanno il “potere” di risvegliare la massa dormiente degli italiani e portarli a reagire agli angoscianti tempi che stiamo vivendo. Unirvi perché agli occhi degli italiani rappresentate quei valori di moralità, trasparenza e onestà che la nostra classe politica non è assolutamente più capace di esprimere. Unirvi infine, perché da soli per quanto seguiti non riuscirete mai a concretizzare ciò che da tempo predicate; non riuscirete mai a scalzare i partiti oramai schierati in difesa a riccio contro ogni forza veramente riformista. Difesa che voi solo se tutti uniti potrete facilmente distruggere.
Signori, il dissenso è dissenso e non ha nessuna collocazione ideologica, perciò preghiamo ognuno di voi di lasciare perdere le ideologie che magari vi hanno formato.
Ciò che vi chiediamo è ancora e solo di unirvi per portare avanti, politicamente e soprattutto concretamente le battaglie sugli argomenti che vi stanno più a cuore (che ci stanno più a cuore): L’acqua come bene pubblico, il trattamento biologico dei rifiuti e la raccolta differenziata con l’annullamento dell’incenerizzazione, un reale sviluppo per un uso diffuso delle fonti rinnovabili, un’informazione e una tv pubblica veramente libera, l’eliminazione di qualsiasi forma di lavoro precario, la cancellazione di tutte le mafie e camorre, il diritto dei cittadini ad una class action, la possibilità di avere in Parlamento rappresentanti non pregiudicati, una reale regolamentazione dei conflitti di interesse e tantissime altre azioni utili al concreto sviluppo del nostro Paese.
Il dissenso è enorme ma non è organizzato e sopratutto è estremamente diviso. I tempi sono maturi per un reale cambiamento, per una rivoluzione pacifica, ma solo unendo questo frammentato dissenso si potrà avere una concreta speranza di scalzare l’ indegna classe politca che tiraneggia il Paese. Per questo vi chiediamo di smetterla di pensare al prossimo libro o al prossimo spettacolo teatrale o televisivo (e agli introiti che ne possono derivare) o al prossimo post del vostro blog e per una volta di pensare al popolo italiano. Pre questo vi chiediamo di lasciare perdere ogni personalismo e di unirvi con convinta coesione in un movimento in modo da combattere e mandare a casa una volta per tutte questi politici farabutti. Solo così in verità il nostro Paese potrà rinascere e diventare finalmente una nazione moderna libera dai potentati ed interessi più o meno occulti che da decenni ne hanno impedito un reale sviluppo relegandola a zimbello d’Europa, a paese di Pulcinella.
Sperando che ognuno di voi si riveda in questo messaggio e agisca in modo da realizzare questa preghiera vi salutiamo rispettosi.


F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

PS
Carissimi, volevamo farvi solo un’ultima raccomandazione: se non riuscirete ad unirvi, in modo da portare con voi tantissimi italiani a combattere concretamente la battaglia contro questo scandaloso sistema politico, almeno fateci il favore di smetterla una volta per tutte di spargere dissenso tra la gente attraverso i vostri libri, i vostri spettacoli teatrali e televisivi e i vostri blog (e soprattutto di smetterla, come fanno gli avvoltoi, di guadagnarci sopra).
La gente è già stanca e delusa e non ce la fa più a vivere in queste condizioni e prima o poi potrebbe, magari, esplodere. E se non sarà questa classe politica e non sarete voi, a ridare speranza al Paese, si sa c’è sempre il Cielo (che è l’ultima speranza). E questo potrebbe non parteggiare né per i partiti né per i guru. Potrebbe, chissà, tra i due litiganti fare godere, come dice il detto, il terzo. Qualcuno magari a cui un tempo fu fatta una profezia dall’amato San Pio. E si sa di fronte a Padre Pio e alle forze soprannaturali del Cielo tutti si inginocchiano, Re compresi. A volte anche con immensa gratitudine.

mercoledì, luglio 11, 2007

 

UNA QUESTIONE DI FEDE

Pubblichiamo l’email che ci è pervenuta da Piero Ricca, uno dei blogger più attivi nel panorama informativo online, che grazie anche alla collaborazione con l’associazione Qui Milano Libera e i suoi più che impegnati ragazzi, ci aiuta a temerci informati e a sopravvivere in questa giungla italiana fatta di soprusi, di ingiustizie, di privilegi insensati e di tutte le vergogne che il panorama politico italiano riesce puntualmente ad esprimere a discapito di tutti noi semplici cittadini. Ci preme anche ricordare la sua collaborazione col comitato nell’organizzazione delle proteste contro la legge sull’indulto (potete vedere una sua foto su un nostro post del luglio 2006).
Questa volta l’ha fatta grossa: ha osato “insultare”, semplicemente dicendo la pura e semplice verità, (in questi tempi infelici la verità, alle orecchie di certi personaggi, suona come un insulto), il lacchè del nano venditore di spazzole, ricordandogli l’ illegalità in cui da anni l’emittente TV che diffonde quel contenitore di video-escrementi che osano chiamare Telegiornale, persiste nonostante una sentenza della Corte Costituzionale del 1994 ed in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea (Il caso Europa 7), grazie anche all’illuminato intervento, durante il governo Berlusconi, dell’ex ministro delle comunicazioni Gasparri che presentò una legge (di cui nemmeno conosceva il contenuto) non a caso soprannominata salva Rete 4, che riuscì ad impedirne la mandata sul satellite. Insomma il Fede-le cagnolino s’è l’è presa a male e ha querelato Piero, che da ieri non può più, perché bloccato dall’intervento del pubblico ministero, aggiornare il suo blog. Naturalmente Piero ha reagito e ha contro querelato, per insulti e sputi, il video conduttore che è la vergogna del giornalismo italiano.
Per conto nostro siamo fiduciosi e come già accadde per la querela del “puffone”, caduta nel vuoto che si meritava, sappiamo che anche quella del suo più fedele schiavo non potrà che servire solamente a riempire qualche scartoffia in più delle tante che già si trovano nei palazzi di Giustizia italiani
Giiriamo a tutti i blogger l’email di Piero esortandoli comunque a far circolare la notizia.
Per il resto per chi volesse capire perché anche in un governo che si dice di “sinistra” (?) Rete 4 persiste nella sua illegalità, basta che senta dalle parole di Violante (e dalla faccia stralunata di Fassino) la confessione dell’inciucio tra destra e sinistra risalenti già al 1994 (Fassino e Violante). A proposito, nella prima parte è sempre il nostro Piero che, urlando, ricorda a Fassino, durante un comizio, il male oscuro da cui tutto deriva, cioè il conflitto di interessi, esortandolo ad una sua determinante soluzione. Naturalmente nemmeno questo importantissimo punto, senza la risoluzione del quale una nazione non si può dire veramente democratica, è stato mai nemmeno lontanamente sfiorato da questo governo, a comprova, se non fosse bastato l’indulto a farcelo capire, di come tali accordi (leggi inciuci) siano ancora validi.

F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

Milano, 10 luglio 2007

IL BLOG DI PIERO RICCA BLOCCATO DALLA FINANZA SU QUERELA DI EMILIO FEDE


di Piero Ricca

Emilio Fede mi ha querelato e la finanza ha cambiato le chiavi di accesso al mio blog, impedendomi di pubblicare nuovi articoli. Il blog mi è stato chiuso su richiesta del pubblico ministero romano Giuseppe Saieva, con atto del gip Cecilia Demma. Il "sequestro preventivo" mi è stato notificato alle 14,00 di oggi 10 luglio da due agenti del "nucleo speciale contro le frodi telematiche" della guardia di finanza, venuti appositamente dalla capitale. Il sequestro proviene da una querela per diffamazione presentata da Emilio Fede nei miei confronti per la contestazione al circolo della stampa di Milano del 16 aprile 2007.
In esecuzione del medesimo provvedimento è stato cancellato dal blog un mio articolo relativo alla vicenda Fede e i commenti a margine dei lettori. Per motivi tecnici non è stato possibile, come pure era stato richiesto dall'autorità giudiziaria, togliere il video da youtube. Non si è arrivati all'oscuramento totale del blog, che pure era stato prospettato nel decreto di sequestro preventivo, solo perché gli agenti della finanza hanno adottato la soluzione di modificare la mia password di amministratore di http://www.pieroricca.org/, previa missione mattutina a Sarzana (La Spezia), sede legale della società di gestione del blog.
Naturalmente farò immediata richiesta di dissequestro. E mi riservo di querelare a mia volta il signor Fede. Ricordo infatti che la contestazione ebbe come antefatto una mia domanda (sul caso Europa 7 e le frequenze abusivamente occupate da Rete 4), alla quale il direttore del tg4 rispose dandomi dell' "imbecille". Per non parlare dello sputo che mi indirizzò nell'androne del circolo della stampa, come testimonia questo video (Piero Ricca VS Emilio Fede)
Con il querelante ci confronteremo dunque in tribunale, magari davanti a qualcuno dei magistrati diffamati e spiati negli anni del governo del suo adorato datore di lavoro. Sarò lieto di farmi processare un'altra volta per aver espresso opinioni condivise dalle persone che stimo. Nel frattempo non smetterò di interpellare e criticare i personaggi pubblici che non stimo, esercitando il mio diritto-dovere di dissenso. Nessuno riuscirà a sequestrare la libertà di espressione, mia e degli amici del gruppo Qui Milano Libera e del blog: questo è certo.

Ringrazio fin d'ora chi vorrà far circolare questa notizia.

Piero Ricca

giovedì, luglio 05, 2007

 

UN MIRACOLO POCO ITALIANO

Sarà che la pensiamo sempre a male, che non ci va mai bene niente. Sarà che a forza di prendersela coi politici (e come non si potrebbe?), oramai riversiamo il nostro innato e malevolo dissenso su tutto quello che ci circonda. Sarà che, riprendendo un detto famoso, non è colpa nostra ma che ci disegnano così. Sarà ancora che crediamo l’uomo creato con un cervello e proprio per lodare il nostro Creatore ogni tanto non ci dispiace usarlo (cosa non più in voga in questo Paese grazie anche al draghetto mangiafiori di Canale 5/Mediaset – stilizzazione del più cattivo ma meno pericoloso drago mangiabambini milanese e visconteo - che da 25 anni lavora per bruciare quelle tre sinapsi che i cittadini italiani sono riusciti a crearsi nel corso della loro più che disimpegnata vita), sarà anche che piuttosto che accodarci alle notizie e alle verità preconfezionate che i poteri forti impongono alla società oramai abituata a sorbirsi di tutto senza una minima reazione (qualcuno diceva: popolo bue, e i buoi si sa, seguono le mandrie scampanellanti) a noi piace indagare e svelare tutte le sfaccettature di una informazione. Insomma sarà per tutte queste ragioni (e forse anche per imperscrutabili altre) che vogliamo ancora una volta (lo faremo sempre più spesso in futuro), uscire dal nostro abituale tema portante per dire la nostra su un avvenimento di cui da ieri non si può fare a meno di parlare data l’assillante presenza in tutti i media nazionali: la presentazione ufficiale della nuova Fiat 500.
A Torino ieri, feste, canti, balli, fuochi d’artificio e quanto altro per presentare agli italiani e a tutto il mondo la nuova nata di Fiat Auto: la nuova 500! Presenti anche molti Vip tra politici e più o meno personaggi famosi. Insomma una bella festa per quello che si preannuncia il nuovo miracolo italiano dopo quello di 50 anni fa, qunado partì la produzione del primo modello della 500 che grazie al suo enorme successo trascinò e trainò l’Italia in quello che fu poi definito il miracolo economico.
“Speriamo che ne vendiate tante” ha detto Prodi e noi non possiamo che associarci ai suoi auguri. In primis perché la Fiat è un’azienda italiana che a tanti lavoratori, non solo torinesi come qualcuno ancora pensa (occupati negli stabilimenti Fiat nel mondo - PDF), permette di guadagnarsi uno stipendio e di tirare a campare e poi perché da sempre la 500 è un’icona italiana universalmente riconosciuta in tutto il mondo e ancora perché quasi tutti i nostri genitori in gioventù ne hanno posseduta una e infine perché ci piace veramente molto la rivisitazione stilistica del nuovo modello.
Ma dopo tanto entusiasmo, tanti begli articoli di giornale e tanti bei servizi televisivi; dopo tante belle parole e tanti buoni auspici, le citate tre sinapsi di cui sopra, iniziano a funzionare e quando lo fanno non si può fare a meno di diventare critici e se non proprio rovinare la festa, comunque mettere i famosi puntini sulle “i” e verificare alcune informazioni:
così scopriamo che la famosa 500 tutta italiana verrà TOTALMENTE prodotta in Polonia dove già vengono prodotte la nuova Panda e tutti i motori diesel multijet che tanto consenso hanno avuto negli ultimi anni tra gli automobilisti e addirittura tra le altre case automobilistiche (tra cui Opel, Saab per citare alcuni marchi che usano il motore creato da Fiat-Powertrain).
Consci dei problemi derivanti dalla galoppante globalizzazione, pur conoscendo l’esiguità degli stipendi polacchi rispetto a quelli già bassi italiani e perciò la convenienza a produrre in Polonia (un operaio polacco guadagna intorno ai € 200 mensili) ci chiediamo se non fosse stato il caso di scommettere sull’apertura delle aree italiane che nei passati anni di crisi sono state fortemente ridimensionate dalla Fiat (con in testa le produzioni negli stabilimenti di Arese e Mirafiori) se non altro per ridare agli italiani quello che nei lunghi anni di vita della Fiat hanno copiosamente e generosamente dato (intesi come aiuti di Stato - PDF) alla casa torinese (Libro e Video: Fiat quanto ci costi).
Così a guardar bene, questo nuovo miracolo italiano, in fin dei conti, non appare più tanto italiano, non appare più tanto miracoloso (soprattutto se pensiamo al prezzo base della 500 che sarà di € 10.500), almeno per i lavoratori del nostro Paese. Se è vero che siamo tutti nella Comunità Europea, che siamo tutti abitanti dello stesso mondo, un certo campanilismo ci fa portare a pensare più ai lavoratori italiani che a quelli polacchi (o di qualsiasi altra nazione), coscienti soprattutto della loro infima situazione dopo l’abbattimento dei balisilari diritti sul lavoro che in tanti anni di lotte erano riusciti a conquistare e che in un solo decennio sono riusciti a farsi fottere (e la parola “fottere” non è scelta a caso).
Perciò consapevoli di tutto ciò, per conto nostro non possiamo che rifarci proprio alle parole di Luca Cordero di Montezemolo (grande capo della Fiat) quando dice: “COMPRATE ITALIANO” modificando un pochettino il detto in “comprate auto Fiat, ma compratele prodotte in Italia!”.

F.to
Comitato contro indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

martedì, luglio 03, 2007

 

L'AMICO AMERICANO?

Vorremo uscire un po’ dal tema che solitamente trattiamo per parlare degli attentati terroristici che sono stati compiuti di recente a Londra. L’argomento è scottante. Tutti i TG ne parlano senza naturalmente fare notare la cosa più ovvia che viene in mente a chiunque abbia ancora un cervello funzionante (in Italia pochissimi):

il nuovo primo ministro inglese Gordon Brown ha annunciato da tempo che probabilmente ritirerà le truppe dall’Iraq (Italian Irib) e i fantomatici “terroristi” che fanno? Compiono proprio il giorno dopo l’insediamento di questi una serie di attentati alla capitale inglese! C’è qualcosa che non quadra: insomma o questi attentatori agiscono affinchè le truppe non vengano ritirate e perciò contro gli interessi di Al-Quaeda, oppure sono degli idioti completi.

A voi lettori trarre ogni conclusione (sensata). Comunque pubblichiamo qui una “Lettera di un cittadino indignato” (interamente tratta dal “blogghete” di Gianluca Freda), totalmente sottoscritta da noi, che se la prende con i “terroristi” per la loro mancata professionalità:

Spett.le Al-Qaeda

Vi scrivo la presente per esprimervi il mio disappunto riguardo al servizio terroristico da voi gestito, ai suoi deludenti risultati e al suo decrescente livello qualitativo. A fronte di un apparato pubblicitario di sicuro impatto, che promette una gestione efficace ed altamente produttiva delle competenze assegnatevi, devo riscontrare con rammarico un divario sempre più ampio tra la qualità dei servizi promessi ai cittadini e la loro concreta attuazione. Già in passato avevo fatto notare come compiti di fondamentale importanza per la collettività fossero stati gestiti con imperdonabile leggerezza, appaltandone la messa in opera a personale scarsamente qualificato. La realizzazione della kermesse newyorchese dell’11 settembre 2001, pur tenendo conto degli apprezzabili risultati conclusivi, era stata un primo segnale delle carenze organizzative e professionali che hanno caratterizzato in seguito ogni vostra assegnazione. Dirottamenti aerei gestiti con taglierini da cartaio, operatori dotati di passaporti in amianto che escono dall’apocalisse appena bruciacchiati, direttori di filiale che dimenticano nel portabagagli dell’auto diari con i dettagli del progetto: tutto questo è degno di un’operazione false flag del Mossad o della CIA, non del servizio terroristico di alto livello che il cittadino contribuente si aspetta venga reso alla comunità.

Vorrei ricordarvi che i contribuenti occidentali hanno sostenuto sacrifici notevoli per consentire alla Vostra organizzazione di predisporre un servizio il più possibile efficiente ed ottimale. Veniamo ripresi notte e giorno da telecamere disposte ovunque, i nostri principali quotidiani e telegiornali hanno adottato contenuti informativi degni dei fumetti di Nonna Abelarda, l’habeas corpus è stato cancellato dalle carte costituzionali, le tasse necessarie a gestire la Guerra Santa contro la Vs. organizzazione ci dissanguano, presidenti psicolabili si incoronano sovrani assoluti con appositi atti legislativi. A fronte di tali sacrifici ci attenderemmo dalla vostra compagnia un esercizio più responsabile ed accurato delle funzioni di vostra competenza. Devo invece rilevare con rincrescimento l’incessante involuzione professionale delle vostre operazioni, recentemente scadute a livelli assimilabili, per approssimazione e cialtroneria, a quelli di un qualsiasi servizio segreto italiano, americano o giudaico.

Con la recente gestione degli attentati londinesi, penso si sia raggiunto davvero il punto più basso dell’incompetenza e del ridicolo nell’intera storia della vostra amministrazione. Leggo con imbarazzo su Repubblica che i vostri attentati, pagati col denaro dei cittadini, sono stati preannunciati alle autorità da deliranti proclami jihadisti comparsi su alcune pagine web. E’ mai possibile che debba spiegarvelo io? I deliranti proclami si fanno DOPO l’attentato, non prima! Qualunque matricola di Discipline Terroristiche impara queste cose il primo giorno di università. Perfino i Nuclei Proletari Combattenti sanno che prima si fa l’attentato e poi ci si vanta. Cosa siete, un’organizzazione terroristica internazionale o l’abominevole Dottor Phibes? Leggo anche che la preparazione delle autobombe appaltate alla vostra azienda è stata portata a termine in modo dilettantesco, utilizzando taniche di benzina, chiodi e bombole di gas. Mi chiedo: possibile che i vostri dirigenti – in grado di gestire un attacco agli USA da una caverna dell’Afghanistan attraverso complessi sistemi di connessione satellitare – non siano in grado di fornirvi materiali esplosivi adeguati, come il Semtex? Anche un bambino sa che la benzina, per quanto ammassata in quantità massicce, ha un potenziale incendiario più che esplosivo. Che ne è stato delle scorte del vostro esplosivo standard, il TATP - quello fabbricato mescolando perossido d’idrogeno, acetone e altra roba che non mi ricordo più - per garantirvi il quale ci assoggettiamo ad estenuanti code nei check-in degli aeroporti, con funzionari che maneggiano ogni bottiglietta di minerale come se fosse nitroglicerina? Le avete già esaurite? Dove finiscono, insomma, i soldi delle nostre tasse?

Apprendo che le autobombe da voi realizzate sono state individuate a causa del fumo che usciva dai finestrini e “disinnescate a mano da alcuni coraggiosi agenti”, immagino lanciandogli contro una secchiata d’acqua. Devo dire, con delusione, che non è questo il livello di preparazione tecnologica che ci si aspetta da un’organizzazione della vostra fama. Queste sono cose degne di una cellula deviata del SISMI, non di una Rete Mondiale del Terrore che si rispetti. E’ umiliante, per un cittadino contribuente, leggere che Scotland Yard, dopo neanche dieci minuti dal rinvenimento dei frutti del vostro pessimo lavoro, ha immediatamente riconosciuto in essi “la mano di Al Qaeda”. Mia moglie vive ormai nel terrore di bruciare il tacchino al forno, temendo di veder piombare in cortile una task force di Scotland Yard che riconosca “la mano di Al-Qaeda” anche nell’incauta carbonizzazione dell’infelice volatile. E’ questo il modo in cui avete sperperato la vostra reputazione di Minaccia Mortale alla Democrazia, faticosamente costruita da Repubblica e da tutto il nostro sistema giornalistico?

Signori, con la presente missiva mi dolgo d’informarvi che ho smesso di avere fiducia in voi. Anzi, di più: ho smesso di credere in voi. Per me è come se aveste smesso di esistere, anzi, come se non foste mai esistiti. Da oggi in avanti, per i servizi terroristici che sono indispensabili alla nostra esistenza di nazioni, credo che mi rivolgerò ad aziende di più antica istituzione, benché di minore risonanza mediatica, come il Mossad o l’FBI. Se devo avere un lavoro fatto male, tanto vale farlo svolgere ad aziende che sono rinomate da decenni nel settore. Tanto lo so che, alla fine dei conti, è a loro che affidate tutti i subappalti.

Cordiali saluti a voi e al barbetta.

Gianluca Freda, un cittadino indignato.


F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

PS
Qualcuno disse: A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca: se proprio siete come noi che non vi sta bene l'informazione precotta e ignorante (nel senso che ignora la verità) che i media italiani continuano a propinarci e volete continuare a pensarla a male, andate a dare un’occhiata a questo sito: 11 Settembre 2001, immagini eloquenti e poi, come diceva un vecchio ma sempre validissimo detto: "Meditate gente, meditate…"


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