venerdì, settembre 28, 2007

 

APPELLO IN DIFESA DEL P.M. DI CATANZARO LUIGI DE MAGISTRIS

Firmate e fate firmare. Ancora una volta la giustizia in Italia è minacciata (e sempre dalle stesse persone):

Credevamo che l´uso reiterato e pilotato delle ispezioni ministeriali, i trasferimenti d´ufficio, i provvedimenti disciplinari, volti a mettere a tacere i magistrati scomodi fossero tutte prerogative del governo Berlusconi e del suo guardasigilli Castelli.

Non è così, e dopo l´attacco al Gip Clementina Forleo, la storia si ripete. Questa volta è il ministro Mastella del governo Prodi che cerca di zittire e allontanare un giudice scomodo. Con un dossier di 300 pagine confezionato dai suoi ispettori Mastella chiede al CSM il trasferimento in via cautelare e con procedura d´urgenza del p.m. De Magistris che sta conducendo una inchiesta delicata su un comitato d´affari composto da magistrati, politici, imprenditori e che tocca nomi eccellenti del centrodestra e del centrosinistra.

Ha scritto il giornalista Giuseppe D´Avanzo: «Luigi De Magistris è al lavoro per sollevare i coperchi di quelle pentole borbottanti dove si incrociano, protetti da una magistratura connivente, spaventata o conformista, gli interessi di istituzioni, amministrazioni, politica, imprenditoria, finanza. Un sistema che ha la pretesa di controllare tutti i finanziamenti pubblici che dall´Unione Europea piovono in una Calabria, che ha il vantaggio di essere «obiettivo 1» e attende negli anni 2007/2013 un flusso di danaro pari a 8 miliardi e mezzo di euro».

La Calabria ferita e oppressa dalla ´ndrangheta, la Calabria dei ragazzi di Locri, la Calabria degli onesti si ribella a questa decisione inconsulta!

Il Presidente Napolitano che è anche presidente del CSM e così prodigo di esternazioni non taccia questa volta, faccia sentire la sua voce a difesa di una magistratura autonoma e imparziale.

Luigi De Magistris ha dichiarato: «Mi sembra tutto impossibile, ma io sono sereno» .
Noi crediamo che invece tutto sia possibile e non siamo affatto sereni. Siamo indignati!

Per questo esprimiamo la nostra solidarietà al p.m. Luigi De Magistris.
Per questo chiediamo al CSM di respingere l´istanza del guardasigilli Mastella.
Per questo chiediamo a tutti gli italiani di firmare questo appello

FIRMIAMO IN DIFESA DI UNA MAGISTRATURA AUTONOMA E IMPARZIALE


Qui la PETIZIONE

Qui video Intervento del PM di Catanzaro Luigi De Magistris

Aggiornamento:

Nota del Campanile che attacca Annozero: "Non ci faremo processare. C'è una campagna di odio che non si comprende con di noi". L'ira dell'Udeur contro Santoro"Siamo pronti a sfiduciare la Rai"
ROMA - "Fermate Annozero o chiederemo la sfiducia del cda della Rai". L'affondo dell'Udeur nei confronti della trasmissione di Michele Santoro è frontale. "Abbiamo saputo che si apprestano ad attaccare nuovamente Mastella. Se fosse vero, sarebbe inaccettabile. Non accetteremo di essere processati" afferma Antonio Satta, vicesegretario vicario dell'Udeur e segretario della commissione di Vigilanza Rai. Secondo il partito del Campanile, Santoro starebbe preparando una trasmissione su Mastella. Cosa che era già accaduta in passato, suscitando l'ira del ministro della Giustizia. Che aveva raggiunto il culmine dopo una puntata di Ballarò che Mastella aveva definito "una gogna mediatica". "E' un killeraggio che non porta da alcuna parte, se non ad iniziare una incomprensibile campagna di odio verso l'Udeur - prosegue Satta - Se questa volta il direttore generale e il presidente della Rai non interverranno per evitare questa ennesima vergognosa strumentalizzazione del servizio pubblico presenteremo al Senato, come già preannunciato, una mozione di sfiducia verso il cda della Rai".
(La Repubblica)

Questi sono gli uomini dei partiti politici in Italia, questi sono i partiti politici italiani. Comprendiamo così perchè l'Italia è ridotta a quello che è. Sgomenti per la questione, consideriamo inutile e superfluo ogni ulteriore commento.

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


mercoledì, settembre 12, 2007

 

PAROLE, PAROLE, PAROLE

Il passatempo preferito dei nostri politici è parlare. Parlare, parlare e possibilmente, cioè sempre, parlare bene delle cose che loro stessi fanno e male delle cose che fanno gli altri.

Come un assassino trovato accanto alla sua vittima con ancora in pugno il coltello insanguinato usato per uccidere, che negasse insistentemente il delitto malgrado ogni atomo del fermo immagine della scena urli a testimonianza contro di lui, così questi politicanti, sono solo capaci di negare l’ovvio; di negare sempre e comunque il male estremo delle loro scellerate decisioni come ad esempio in materia di giustizia e addirittura come solo uno psicolabile all’ultimo stadio della sua malattia è capace di fare, di annunciare che l’indulto è stato “…solo un’atto di clemenza”, cioè come a dire che è stato una cosa buona, un qualcosa che ha migliorato la situazione carceraria italiana e che ha reso migliore il Paese.

Quando un’intera classe politica sempre divisa su ogni argomento, su ogni questione, su ogni mozione sulle cose realmente importanti e necessarie che bisogna realizzare in Italia, come delle leggi che impediscano alla criminalità di prosperare, si trova invece quasi totalmente d’accordo sulla realizzazione dell’indulto, un procedimento che ha permesso di liberare tre anni prima della scandenza naturale della propria pena, sulle strade d’Italia, oltre 26.000 carcerati per tutta una serie di reati tra cui anche reati gravissimi (omicidio, stupro, pedofilia, ecc.) allora signifia che la politica è morta.

Una politica da anni incapace di provvedere ai bisogni concreti dei cittadini, ma solo preoccupata a innalzare benefici e privilegi alla casta che ne fa parte distanziandola così sempre più dalla realtà e dai problemi che ogni italiano vive sulla propria pelle.

Una politica incapace di combattere, perché totalmente connivente, i mali oscuri che soffocano lo Stato, come le mafie che imperano al Sud Italia (e non solo); ma capacissima invece di rimpirsi la bocca di sole parole quando si tratta di lotta alla mafia e di cordoglio quando si tratta di commemorare gli uomini che gli stessi politici hanno contribuito ad uccidere impedendogli di lavorare con un corpus legis adeguato alla lotta che stavano affrontando.

Ecco così che il presidente della commissione antimafia Francesco Forgione, afferma: La politica non ha avuto la forza di approvare una buona legge come quella sull’anagrafe dei conti correnti, legge Mancino del 1993, mai applicata in 15 anni. Da qui, quando si arresta un mafioso e gli si vogliono congelare subito i conti correnti, il mafioso, o l’amministratore del mafioso, ha tutto il tempo per svuotarli e movimentarli via internet in uno dei tanti paradisi fiscali del pianeta. Noi non abbiamo neanche la possibilità, attraverso l’anagrafe dei conti correnti e l’anagrafe degli immobili, di capire anche gli spostamenti di proprietà e le movimentazioni catastali. Manca, quindi, la possibilità di intervenire proprio lì dove si concentra il potere mafioso…100.000 milioni di euro all’anno è l’ammontare di movimentazione delle mafie di cui almeno il 60% entra nell’economia legale. Da qui si apre il problema della rintracciabilità dei flussi e dei patrimoni. Le mafie non hanno più la coppola e la lupara dei film in bianco e nero. Hanno capito che investire in patrimoni è rischioso per cui finanziarizzano le loro attività. E per colpire questo livello di finanziarizzazione e intercettarne i flussi, bisogna aggredire il sistema bancario”. (Kataweb News)

La politica non ha avuto la forza di approvare una buona legge…Parole che riecheggiano alle nostre orecchie ancora assordate dalle grida di vergogna gridate dagli italiani che protestavano contro questi politicanti farabutti quando hanno invece approvato, senza il benchè minimo dubbio, l’indulto; l’unica legge che hanno avuto la forza di fare tutti insieme fregandosene dei gravissimi danni che avrebbe provocato per anni all’intera società italiana.

Ma l’unica vera forza della politica è oramai rimasta la parola. Sterile, vuota, senza più conseguenza concreta. L’unica cosa in cui ancora si cimentano quasi senza errore e con capacità dialettali da far invidia ad un accademico della crusca. Un bla bla bla insopportabile che gli italiani sono costretti a sentirsi proprinare dai media ogni santo giorno, 24 ore su 24 anche qunado hanno la fortuna, sempre più rara, di assistere a qualche programma televisivo decente come “W l’Italia in diretta”. Un programma dove gli uomini concreti, coloro che combattono ogni giorno la criminalità e che rischiano la pelle e la fanno rischiare alle loro famiglie, per questa scelta di vita, sono costretti con forza a ribadire ciò che tutti noi consideriamo ovvio, evidente, lampante, naturale, indiscutibile, lapalissiano, ma che sembra non esserlo per i politici, come ha fatto Nicola Gratteri, sostituto procuratore della dda di Reggio Calabria, quando ha affermato nel corso della trasmissione che "Per sconfiggere la 'ndrangheta serve che vengano modificati 10-15 articoli del Codice Penale. Qui invece sento parlare solo di indulto, quando invece con delle modifiche accurate si potrebbe ridurre la potenza delle cosche dell'80%. Spero almeno che si stiano costruendo nuove carceri, altrimenti tra meno di cinque anni saremo nuovamente qui a commentare un altro provvedimento di indulto".

Alla trasmissione era invitato anche Fausto Bertinotti, che troneggiava come da suo solito, seduto al centro della scenografia e che sentitosi chiamare in causa ha replicato:

"Sono stanco di sentire parlare in termini negativi della politica. Esistono politici collusi, ma anche ottimi politici che, in Calabria, come in Sicilia lottano ogni giorno per sconfiggere la criminalità organizzata... Non condivido questo attacco sconsiderato all'indulto. Quando la richiesta di clemenza arrivò, in passato, da Giovanni Paolo II venne accolta da tutti con grande commozione. Lei lavora bene e mi può insegnare quanto sia labile il confine tra buona e cattiva politica, non sono d'accordo con lei sull'indulto, credo invece che le nuove leggi che lei invoca non vadano a cozzare con l'indulto che è solo un atto di clemenza". (Strill.it)

Ne più ne meno di ciò che naturalmente ci saremmo aspettati da lui, professionista della politica com’è. Ad accuse e problematiche ben precise ha risposto con parole spocchiose, vuote ed inutili, piuttosto che fare ammenda e impegnarsi a rendere concreti quei provvedimenti necessari a combattere realmente la criminalità organizzata.

Come hanno fatto la maggiorparte degli appartenenti alla stessa casta nei confronti del V-Day di Grillo, o meglio del V-Day del popolo. Perché l'enorme partecipazione popolare al V-Day è il segnale che qualcosa si è spezzato. Che il flebile legame tra politica e popolo si è definitivamente rotto. Che finalmente il popolo è stanco delle sole parole, è stanco di sentirsi dire che bisogna sempre e solo fare sacrifici sulla propria pelle e soprattutto è stanco di sentirselo dire da persone che percepiscono grazie alle tasse che sempre più a fatica pagano, stipendi esosissimi e godono di privilegi anacronistici e assurdi come quelli di cui gode l’intera classe politica italiana. Il popolo vuole i fatti, vuole le azioni concrete, vuole le leggi che servano veramente a migliorare la propria situazione e non quelle che permettono a malavitosi di ogni sorta di compiere liberamente altri reati.

Se hanno ancora voglia di parole, parole, parole, che vadano a cantarla da un’altra parte questa canzone, possibilmente il più lontano possibile dall’Italia e dagli italiani onesti. Il popolo si è finalmente stancato delle “rose e dei violini” (Youtube).

F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


lunedì, settembre 10, 2007

 

VAFFANCULO (DAY)

Hanno fatto l’indulto nonostante le enormi proteste del popolo italiano, per non andare in galera e per non farci finire i loro amichetti finanzieri; si sono fatti tutta una serie di leggi ad personam massacrando il concetto stesso di giustizia egualitaria; ci hanno trasformato in lavoratori precari distruggendo tutti i diritti sul lavoro che in decine di anni di aspre lotte i lavoratori italiani erano riusciti a conquistare, annientando la possibilità per le nuove generazioni di vivere un futuro dignitoso; hanno bestemmiato sulla bandiera italiana e hanno chiesto la scissione dell’Italia; hanno ucciso i nostri uomini migliori, coloro che veramente credevano nel senso dello Stato e nella giustizia, favorendo le mafie e le camorre con il loro indegno operato; hanno permesso l’impoverimento degli italiani dopo il passaggio dalla lira all’euro non creando un sistema di controllo dei prezzi; si sono arricchiti alle spalle di tutti i cittadini arrogandosi tutta una serie di privilegi che li ha trasformati in una casta intoccabile; hanno rubato migliaia di miliardi di vecchie lire creando leggi per finanziarsi e non ascoltando il parere degli italiani che nel ‘93 votarono il referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti.

Tutto questo e tantissime altre malefatte ancora hanno fatto i partiti politici italiani e gli uomini che ne fanno parte. Non possiamo sceglierli, perché le liste, grazie alla vergognosa legge elettorale della destra (che comunque la sinistra si guarda bene dal ritoccare) le fanno le segreterie di partito; non possiamo mandarli a casa perché sono più attaccati alla poltrona di una zecca alla sua vittima, non possiamo non sentire parlare di loro a causa della martellante presenza su tutti i media grazie a giornalisti acritici pagati e schiavizzati dal sistema politico.
Cosa ci rimane da fare se non almeno sfogarci con una parola, con un urlo, magari volgare, sicuramente popolare, che nasce dalle viscere passando dal cuore di tutti gli italiani che non ce la fanno più a vivere in un Paese ridotto a barzelletta da questa classe politica autoreferenziale che da anni non pensa più ai bisogni del cittadino comune ma ai soli propri schifosi interessi?
VAFFANCULO. Sì vaffanculo, mille volte vaffanculo. Vaffanculo quando ci avete tolto i diritti sul lavoro, vaffanculo quando avete fatto l’indulto e avete permesso a ladri, assassini e stupratori di girare liberi per le città italiane a commettere altri reati sulla nostra pelle, vaffanculo perché potrete godere di una pensione favolosa solo dopo 2 anni e mezzo di mandato parlamentare mentre noi poveri italiani dobbiamo lavorare più di 40 anni, vaffanculo perché vi siete fatti attici e case di lusso a mutui irrisori mentre quei pochi italiani che un mutuo per la casa ancora se lo possono permettere si sono indebitati a vita. Vaffanculo perché avete trasformato l’Italia nella vergogna d’Europa.
Noi non sappiamo se tutto questo dissenso riuscirà a concretizzarsi in un movimento reale capace di scalzare i partiti tradizionali e prendere il loro posto in modo finalmente da legiferare per gli italiani. Non sappiamo se Grillo dopo il successo del suo V-Day e della raccolta di firme inerente le tre proposte di legge ad iniziativa popolare (che ricordiamo sono: no parlamentari condannati in Parlamento, massimo due legislature per ogni parlamentare, ritorno al voto nominale per la scelta dei parlamentari) farà qualcosa di più concreto che il solo andare in piazza a protestare. Certo è che se è vero che in un solo giorno sono state raccolte 300.000 firme (nella foto in alto la gente in fila per firmare le proposte di legge del V-Day nelle principali piazze italiane), tante quanto i partiti riescono nonostante la loro grande e rodata organizzazione, ad ottenere solo dopo mesi di lavoro, allora significa che gli italiani ne hanno veramente le scatole piene di questo modo di fare politica e soprattutto di questi infimi personaggi che oramai continuano solo a parlocchiare e farci vedere i loro bei faccioni incerati in televisione ma che nulla sono capaci di fare per rimettere a posto questo povero Paese.
Invece di minimizzare ed inveire contro chi ha permesso alla rabbia del popolo di sfogarsi pacificamente, come tra gli altri politici di professione ha fatto Pierferdinando Casini (La Repubblica) che invece di vergognarsi della presenza di mafiosi e camorristi nel suo partito se la prende con chi protesta per la legge Biagi, questi uomini della casta dovrebbero pensare e comprendere come oramai la pazienza del popolo è agli estremi. Perché se è vero come è accaduto che per firmare questa proposta di legge c’è stata nelle piazze di tutta Italia gente in fila per diverse ore allora significa, Grillo o non Grillo, che questa è l’ultima possibilità che la gente da agli uomini dei partiti affinchè correggano il loro operato e si rimettino a fare politica per il popolo.
Ma noi già sappiamo che i partiti non riusciranno mai a cambiare. Collusi oramai come sono con gli interessi economici di coloro che rappresentano i poteri forti. Immersi fino al collo nelle promesse da mantenere, negli scambi di voto mafioso, nel sistema bancario, negli scandali finanziari.
I partiti tradizionali sono oramai destinati a collassare gravati dal peso delle loro stesse malefatte. Come sostituirli allora? Come garantire ancora la democrazia in questo Paese?
Noi ci rifacciamo alle parole dello stesso Grillo quando dice: ”I partiti sono incrostazioni della democrazia. Bisogna dare spazio ai cittadini. Alle liste civiche. Ai movimenti. Viviamo in partitocrazia, non in democrazia” (Corriere della Sera).

Ecco perché continuiamo e continueremo ancora a segnalare l’iniziativa di Elio Veltri, Oliviero Beha, Pancho Pardi e molti altri che da mesi lavorano per la costituzione di un movimento per una lista civica nazionale formata dall’unione delle liste civiche che si stanno formando in ogni città italiana, la LISTA CIVICA DEI CITTADINI. Persone normali e non professionisti della politica che vogliono fare politica onestamente al di fuori dei perversi meccanismi dei partiti, in modo da riportarla al significato che più gli si addice cioè di fare per quanto possibile il bene e gli interessi di tutti gli italiani.

F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

mercoledì, settembre 05, 2007

 

CARNE DA MACELLO

TREVISO - Due coniugi, Guido Pellicciardi e Lucia Comin, di origine friulana, sono stati trovati morti nella loro abitazione a Gorgo al Monticano (Treviso) con la gola tagliata. Secondo le prime indagini le vittime sono state prese a bastonate e poi colpiti in tutto il corpo con un'arma a punta, forse un arnese da scasso, e alla fine sistemati sul letto dai loro assassini…Il duplice omicidio è stato giudicato dal procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli, un atto «di incredibile efferatezza» (Corriere della Sera).

Questo è quello che è accaduto il 21 agosto scorso ad una povera coppia di anziani colpevoli solo di essere i custodi di una lussuosa villa nel trevigiano.

Scopriamo ieri che uno dei tre assassini era uscito con l’indulto (Affari Italiani). Gente senza il minimo scrupolo, autori in passato di numerosi altri atti criminali e naturalmente liberi di scorrazzare per tutto il territorio nazionale a copiere altri reati sulla pelle di noi tutti cittadini italiani.

Amato, il nostro ministro dell’interno, si compiace del lavoro delle forze dell’ordine e afferma: È un risultato molto importante, frutto della determinazione con cui le forze dell'ordine e la magistratura hanno portato avanti un'indagine difficile. Questi criminali devono sapere che i loro delitti non restano impuniti”.

Quello che ci colpisce di questa frase è l’ultima parte: “Questi criminali devono sapere che i loro delitti non restano impuniti”. Una frase che dimostra la grande ipocrisia di questi politici di professione che prima votano l’indulto e permettono a mafattori di ogni sorta (tra cui ricordiamo assassini, rapinatori, ladri, stupratori, pedofili e anche mafiosi) di uscire dal carcere tre anni prima della scandenza naturale della pena e poi si permettono di pontificare e fingersi indignati per l’ondata di violenza che si è riversata sul territorio nazionale proprio a causa dell’indulto da loro fortemente voluto.

E così il nostro ministro dell’interno dichiara guerra alla microcriminalità (Repubblica) fingendo di non ricordare che questa ha prosperato fino ad oggi (e chissà per quanto tempo ancora) proprio grazie all’indulto.

Occorre ricordare a tutta questa gentaglia chi ha voluto e votato l’indulto (Per non dimenticare). Guardando bene ci troviamo anche il nome del nostro bel ministro dell’interno tra questi paladini della sicurezza, capaci solo di alzare la voce e prendersela con chi lava i vetri delle auto ai semafori piuttosto che con coloro che realmente uccidono, rubano, struprano e commettono atti criminali efferati e tutto questo, ricordiamo ancora, solo per salvare la pelle ai loro colleghi politici immischiati in reati finanziari e quant’altro (gli indultati eccellenti).

Gente che piuttosto che finire in prigione o pagare le consegueze delle loro malefatte ha preferito riversare nelle strade italiane decine di migliaia di criminali.

Nonostante gli indultati continuino a commettere reati, più o meno feroci, c’è chi ancora si ostina a difendere l’infimo provvedimento: “Stamattina ho letto e ho risposto all’ennesima lettera che riguarda la questione-indulto. La gente continua a protestare, a dispetto dei dati sulle recidive” afferma Prodi in un’intervista al La Stampa.

E allora vediamole queste recidive e verifichiamo quanto siano falsi e bugiardi i nostri politici.

In un intelligente articolo pubblicato da La Voce, in cui si paragonano i costi/benefici derivanti dall’indulto ad un anno dalla sua approvazione, possiamo verificare da un semplice grafico come la percentuale di rapine in banca si sia esponenzialmente incrementa subito dopo l’attuazione dell’infausto provvedimento.

Una ricerca statistica seria, non baggianate come ogni giorno siamo abituati a sentire dalla voce dei politici nostrani. Ricerca che ricordiamo non comprende tutta la serie di altri reati commessa a danni dei cittadini comuni. Di quei cittadini che grazie a questa indegna e autoreferenziale classe politica sono oramai diventati come i due poveri coniugi trevigiani barbaramente massacrati, trasformati in carne da macello nelle mani criminali di assassini liberi grazie all’indulto.

F.to
Comitato contro l’indulto
Comitatocontroindulto@gmail.com


This page is powered by Blogger. Isn't yours?