venerdì, maggio 30, 2008

 

DACCI OGGI IL NOSTRO INDULTO QUOTIDIANO

ROMA - La certezza della pena non esiste più. Ci troviamo in una situazione di «indulto quotidiano», in cui tutti parlano ma nessuno fa. (Corriere della Sera)

Prefetto Antonio Manganelli, capo della Polizia, 29 Maggio 2008

La pena, aggiunge Manganelli, «oggi è quando di più incerto esiste in Italia»; un qualcosa che rende «assolutamente inutile» la risposta dello Stato e «vanifica» gli sforzi di polizia e magistratura. «Non gioco a fare il giurista - prosegue il capo della Polizia - nè voglio entrare nelle prerogative del Parlamento, ma quella che abbiamo oggi è una situazione vergognosa».

Quanlcuno se n'è accorto, finalmente. E se questo qualcuno è il capo delle Polizia allora significa che la situazione è veramente grave. Non che noi non ce ne fossimo accorti un paio di anni fa, quando i nostri illuminati politici, di destra e di sinistra, tiratono fuori la geniale idea dell'indulto mettendo fuori prigione tre anni prima dei termini di scadenza della pena 26.000 galeotti che furono felici di invadere le nostre città e di cui una bella percentuale non resistette a commettere altri reati.

Oggi però la situazione si è aggravata. Perchè non si tratta di un provvedimento temporaneo, come può essere l'indulto, ma di una situazione costante del nostro sistema giudiziario e penale. In pratica, come correttamente evince Manganelli, in Italia non solo è difficile far andare in galera chi commette reati, ma sopratutto lo è, farcelo restare.

Come più volte abbiamo constatato, il nostro sistema giudiziario ha in se insito un estremo garantismo (aggravato dalle leggi del vecchio governo Berlusconi, mai comunque minimamente toccate nei quasi due anni di governo Prodi) verso i delinquenti arrestati per i quali, tra patteggiamenti, sconti di pena, indulti, attenuanti, prescrizioni e quanto altro, risulta assolutamente impossibile riuscire a far scontare una qualsiasi pena inflitta per intero, dall'autorità giudicante.

E di questo assurdo sistema chi se ne approfitta? Ma naturalmente tutti coloro che vogliono delinquere e che vedono nell'Italia un territorio fertile. Così dalla relazione di Manganelli scopriamo che: "La criminalità diffusa in Italia ha un segmento di fascia delinquenziale ben identificato che si chiama immigrazione . Il 30 per cento degli autori di reato di criminalità diffusa sono immigrati clandestini, ma questa media nazionale del 30 per cento va disaggregata. Si scopre, che se al Sud i reati commessi da clandestini incidono relativamente poco, intorno al 30 per cento, al Nord e in particolare nel Nord est si toccano picchi del 60-70 per cento".

"La maggior parte degli immigrati clandestini, sottolinea poi Manganelli, entra in Italia non attraverso gli sbarchi ma con un visto turistico. Solo il 10 per cento dei clandestini entra nel nostro Paese attraverso gli sbarchi a Lampedusa mentre il 65-70 per cento arriva regolarmente e poi si intrattiene irregolarmente". E conclude: "Il 70 per cento di quei crimini commessi nel Nord est da irregolari è compiuta proprio da chi arriva con visto turistico e poi rimane clandestinamente sul nostro territorio. Per contrastare la clandetinità, occorre quindi non solo il contrasto all'ingresso, ma il controllo della permanenza sul territorio dei clandestini".

Sia ben chiaro, lungi da noi accusare tutti i clandestini di essere dei delinquenti. Non vogliamo cadere nella trappola della xenofobia facile, del pregiudizio verso lo straniero tipico delle destre. Ma nello stesso tempo non vogliamo nemmeno impantanarci nel buonismo esasperato delle sinistre. Esiste un problema e in quanto tale va risolto. E come giustamente afferma Manganelli va risolto con il "controllo" del territorio.

E' quello che abbiamo sempre sostenuto. Controllare, verificare, guardare le statistiche ma poi sopratutto agire, per dare sicurezza a tutti i cittadini italiani, in modo da impedire che tale questione (appunto la sicurezza) venga poi bassamente utilizzata dai partiti come "arma politica" per farsi votare. La sicurezza degli italiani non può essere relegata a semplice baratto per il voto. La sicurezza degli italiani, da chiunque commetta un reato, che sia straniero o italiano, comunitario o extracomunitario, migrante o residente, deve essere un diritto. Un diritto ovvio e acquisito.

Con queste leggi però, oggi è impossibile agire. Con queste leggi, con questa giustizia ingiusta, l'Italia è incastrata in un indulto permanente, cioè come appunto dice Manganelli, in un indulto quotidiano. Riuscirà allora un governo formato dalle stesse persone che hanno contribuito a massacrare il concetto stesso di legalità a ridare un senso alla giustizia? Riuscirà un governo con un capo e un ministro della giustizia con strani precedenti in odore di mafia, a rimettere in carreggiata (a costruirla la carreggiata, sarebbe il caso di dire) il complesso e delicato meccanismo della macchina della giustizia garantendo una volta per tutte lo sconto totale della pena (di una giusta pena) a chi commette reati?

In tutta onestà noi, memori di ciò che sono riusciti a fare solo pochi anni or sono, non ci crediamo. Ma tanto vale sperarci. Quella, la speranza, è sempre a buon mercato e si sa sperare non costa nulla; se non altro ci speriamo perchè forse la destra per non fare la fine della sisistra, visto che la sua battaglia politica è stata giocata completamente sulla sicurezza, magari qualcosa vorrà fare. Noi comunque staremo ad osservarli; pronti a criticarli ad ogni passo falso e ad informare i cittadini, attraverso il nostro blog, di ogni loro minima mancanza.

A dire il vero, crediamo non ci mancheranno le occasioni...

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

venerdì, maggio 23, 2008

 

CASA DOLCE CASA

In riferimento ai problemi incontrati dall'autore di Gomorra, Roberto Saviano, nel riuscire a trovare casa al Vomero (Corriere del Mezzogiorno), pubblichiamo una lettera di Gennaro Capodanno, presidente del comitato valori collinari e della circoscrizione Vomero:

“ Sono rimasto, a dir poco, amareggiato e deluso quando ho letto la notizia che riguardava le difficoltà incontrate dallo scrittore Roberto Saviano per trovare casa al Vomero – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero -. Sono nato e vivo in questo quartiere da sempre e non mi riconosco affatto in alcuni, fortunatamente pochi, miei concittadini per gli atteggiamenti assunti nei confronti di un uomo che deve invece godere di tutto il nostro rispetto per le battaglie condotte contro la camorra “.

“ Non ho una casa da affittare, ma se l’avessi la concederei volentieri in locazione all’autore di ” Gomorra “ – prosegue Capodanno -. Anzi se ne ha piacere m’impegnerò insieme a lui a trovare una nuova abitazione nel quartiere, consona alle sue esigenze, ritenendomi onorato dall’avere una persona come Saviano tra i residenti del quartiere collinare, dove la malavita, organizzata e non, come testimonia quotidianamente la cronaca giudiziaria, ha stabilito da tempo uno dei suoi quartieri generali, anche a ragione della presenza di tante attività del terziario commerciale e dell’imprenditoria “.

“ A dimostrazione – continua Capodanno -, invito sin d’ora Saviano a venire a pranzo o a cena a casa mia, proprio al Vomero, in modo da mettere a punto un’azione comune per trovare la sua nuova residenza nel quartiere. Anzi invito i tanti vomeresi che, sono sicuro, la pensano come me ad esprimere la propria solidarietà allo scrittore, manifestando la stessa mia disponibilità “.

“ Noi non abbiamo paura della camorra – conclude Capodanno -. Anzi lottiamo da sempre per estirpare questo cancro dal tessuto sociale di Napoli e della Campania. E di certo non sarà uno sparuto gruppo di persone che, con il suo atteggiamento per nulla condiviso, potrà oscurare le ben note tradizioni di ospitalità e di cordialità da sempre patrimonio dei vomeresi e dei napoletani, più in generale. Sappia Saviano che non è stato, non è e non sarà mai solo nella sua quotidiana battaglia contro la criminalità organizzata “.

Gennaro Capodanno


Ricordiamo inoltre che oggi è il 16° anniversario della strage di Capaci. Il nostro pensiero va a tutti coloro, magistrati, agenti, giornalisti, semplici cittadini, che hanno dato la loro vita per la giustizia e per un'Italia senza mafie, dandoci come esempio da onorare e ricordare la loro stessa vita. Per questo non li dimenticheremo mai.


F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


martedì, maggio 20, 2008

 

IL BARATTO

1 febbraio 1986

Il Moderno (mensile della corrente “migliorista” del Partito comunista Italiano, sovvenzionato in gran parte dalla pubblicità pubblicata al suo interno dal gruppo Fininvest, nonostante il periodico avesse una bassissima tiratura):

"La Rivoluzione Berlusconi (è) di gran lunga la più importante, cui ancora qualcuno si ostina a non portare il rispetto che merita per essere stato il principale agente di modernizzazione, nelle agende, nelle agenzie, nei media correnti. Una rivoluzione che ha trasformato Milano in capitale televisiva e che ha fatto nascere, oltre a una cultura pubblicitaria nuova, mille strutture e capacità produttive”

Maggio, 1986

Massimo D’Alema:

“In passato siamo stati spesso accusati di essere contro i privati e contro la possibilità per loro di avere telegiornali nazionali. In realtà non è così”

1987 Berlusconi:

“Sono pronto a sottoscrivere l’esortazione di Veltroni per un accordo generale fra televisione pubblica e tv privata nel nostro Paese…A nome del mio gruppo, manifesto la più totale e leale disponibilità a percorrere, insieme alla Rai, questa strada che ritengo una vera strada di progresso, di civiltà, di emancipazione, di affermazione di valori nazionali”

1988 Veltroni come membro della Commissione cultura della Camera (rispetto al tema delle concentrazioni editoriali garantite dalla legge Mammì):

"Complimenti sinceri, e stima per le capacità di Berlusconi come imprenditore che ha inventato un settore, e per la capacità che ha avuto di imporre, attraverso un grado alto di egemonia, i tempi della decisione politica”

4 maggio 1988:

Berlusconi annuncia di avere stipulato un contratto con la televisione sovietica, in base al quale la Fininvest è diventata la concessionaria esclusiva per gli annunci pubblicitari di tutte le aziende europee sulla tv di Stato dell’Urss comunista. In pratica qualunque azienda europea voglia fare pubblicità sulla tv di Mosca, dovrà obbligatoriamente rivolgersi al gruppo berlusconiano.

Berlusconi precisa: “noi non abbiamo cattivi rapporti con il Partito comunista italiano, e cerchiamo di averne sempre di migliori”

Allo scoppio dello scandalo tangentopoli Craxi dirà “Era impossibile pensare di fare (un solo affare) con l’Urss e con gli Stati satelliti senza pagare il dazio al più grande partito comunista d’Occidente, del resto ben organizzato da tempo per questo scopo”


Estratti dall'ultimo libro di Michele De Lucia, Il Baratto (Kaos Edizioni) - Il PCI e le televisioni: le intese e gli scambi fra il comunista Veltroni e l'affarista Berlusconi negli anni ottanta.

Un libro che consigliamo a tutti coloro vogliano capire le origini degli accordi tra Berlusconi e Veltroni; accordi che a quanto pare continuano dopo oltre vent'anni.

F.to
comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


lunedì, maggio 19, 2008

 

TRAVAGLIO IN DIRETTA STREAMING

Accogliamo l'appello lanciato da Beppe Grillo e trasmettiamo anche noi in diretta streaming dal nostro blog l'appuntamento settimanale con Marco Travaglio (ogni lunedì alle ore 14:00). Clicca sull'immagine per vedere il filmato.

Informazione libera in libero Stato

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

venerdì, maggio 09, 2008

 

IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO...

L'8 giugno 2008 è stato nominato MINISTRO della GIUSTIZIA, nel 4° governo Berlusconi, Angelino Alfano (nella foto a sinistra).

Alcuni trascorsi del nostro neo ministro:

4 FEBBRAIO 2002,

In un video (acquisito dalla Procura di Palermo) girato alla festa di nozze della figlia del capomafia di Palma di Montechiaro (Ag) Croce Napoli, morto l'anno scorso, si vede il giovane deputato nazionale di Forza Italia Angelino Alfano, baciare il capomafia. Alfano afferma di non avere conosciuto Napoli e di essere andato al matrimonio invitato dallo sposo. (Narcomafie)

In un'intervista a Radioradicale, invece, si prodilige in attestazioni di stima per Totò Cuffaro appena condannato a 5 anni (che grazie all'UDC che l'ha candidato e fatto eleggere non sconterà, almeno per ora) di reclusione per favoreggiamento alla mafia.

Se ci mettiamo il "Mangano è un eroe" di Dell'Utri e Berlusconi e i trascorsi del nostro neo presidente del Senato, Renato Schifani, il quadro è completo.

Come dire...se il buongiorno si vede dal mattino...

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com





venerdì, maggio 02, 2008

 

EROI BORGHESI

La battaglia tra Hitler e i coraggiosi cronisti e redattori del “Münchener Post” è uno dei grandi e sconosciuti drammi della storia del giornalismo…

Fin dal primo momento in cui quello strano spettro emerse, all’inizio degli anni venti…furono i primi a litigare con lui, a ridicolizzarlo, ad indagare sul suo conto e a denunciare i lati oscuri e i comportamenti criminali del suo partito, occultati dietro la facciata del movimento politico.

Il loro duello con Hitler durò 12 anni e a loro siamo debitori di alcune delle più acute e penetranti intuizioni relative al carattere, alla psicologia e ai metodi hitleriani. La loro opera è stata, in buona parte, dimenticata, ma è rimasta pressoché insuperata.

Nel 1923 la guardia del corpo personale di Hitler (la “Stosstrupp Hitler, poi trasformatasi nelle SS) fu spedita al numero 19 dell’Altheimer Eck, l’edificio che ospitava la “Münchener Post”, dove quei reparti trascorsero alcune ore decisive a saccheggiare e devastare gli uffici e a fare a pezzi le macchine tipografiche della “cucina dei veleni” (il nome affibbiato da Hitler ai giornalisti della M.P., nda).

Più tardi Hitler dichiarò di essere rimasto sconcertato per l’assalto delle sue guardie del corpo al giornale. Un primo esempio di quella tattica di denegazione che, in seguito, avrebbe impiegato per prendere le distanze dagli ordini impartiti per il pogrom della Kristallnacht (la notte dei cristalli) e per la “soluzione finale”.

In quell’occasione la “fucina dei veleni” si rimise in piedi e ricominciò la lotta.

Ma, dieci anni dopo, nel marzo del 1933, una schiera di energumeni delle SA fece irruzione nella sede della “Münchener Post” distruggendola completamente, gettando in strada vassoi pieni di caratteri tipografici spezzati e trascinando in carcere cronisti e redattori.

Fu una lotta impari fra un piccolo gruppo di modesti scrittori disarmati e un ben finanziato esercito di assassini. I cronisti della Münchener Post, uomini come Martin Gruber, Erhard Auer, Edmund Goldschagg, Julius Zerfass erano ogni giorno in trincea, scontrandosi con Hitler, affrontando i suoi teppisti e le loro minacce, mettendo alla prova la forza della verità nella lotta contro il male e scoprendone gli sconfortanti limiti. Perdettero la loro battaglia ma non lasciarono in eredità soltanto il loro eroismo. Lasciarono dietro di sé una certa immagine di Hitler e una coerente interpretazione della sua personalità.

(tratto da “Il Mistero Hitler” di Ron Rosenbaum – Capitolo: “la fucina dei veleni. I primi interpreti dimenticati)

Questo estratto dal bel libro di Rosenbaum, ci serve per introdurre uno tra i vari personaggi che ancora “resistono” (resistono, resistono) in Italia rispetto ai miserandi eventi che ci tocca vivere:

Roberto Scarpinato

Cliccando sul nome sarete girati sul blog di Piero Ricca che dedica un suo post al magistrato antimafia. Abbiamo voluto fare lo stesso.

Vi consigliamo di guardare tutti e 5 i filmati (linkati sul blog di Ricca) del suo bellissimo intervento durante la presentazione del libro “Mani Sporche” a Roma il 10 gennaio scorso. Un intervento, quello del magistrato, che oltre a rinfrancare lo spirito, fortifica in tutti noi, cittadini onesti, il pensiero che nonostante i tempi, esistano ancora uomini degni di essere ascoltati, Esistano ancora “eroi borghesi” da cui non possiamo che prendere esempio.

Scarpinato, nel suo intervento, ci parla con un linguaggio, allo stesso tempo chiaro e forbito della grave situazione politica del nostro Paese. Ci parla dell’indulto (nel primo filmato); degli accordi tra politica e malaffare; del perché in Italia non si è mai riusciti a sconfiggere le mafie; degli interventi legislativi atti a proteggere personaggi ed interessi “particolari”. Ci fa comprendere il perché della distruzione dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori, avvenuta in questi ultimi anni; ci parla di Costituzione e di come in questi tempi, più che mai, gli articoli cardine di questo fondamentale documento siano stati umiliati dagli atti legislativi degli ultimi governi. Ci parla in definitiva dell’Italia di oggi e della crisi delle istituzioni e della legalità e soprattutto della crisi dell’opinione pubblica, oramai abituata nella più totale indifferenza, a sopportare, senza mai reagire, qualunque tipo di vergogna, qualunque tipo di schifosa affermazione, i propri rappresentanti politici possano esternare (Mangano è un eroe, Non c’è mai stato un editto bulgaro, poche leggi ad personam, non esiste conflitto di interessi, i magistrati tramano contro il presidente del consiglio, dichiarazioni della Lega, Cuffaro, ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc.,ecc., ecc., ecc. ).

Riprendendo l’estratto del libro di Rosembaum, possiamo comprendere come oggi i tempi non siano poi così cambiati rispetto ad allora:

In quegli anni per zittire i giornalisti li si faceva fuori, nella connotazione fisica del termine, oggi li si azzittisce “epurandoli” dai media di cui se ne detiene la proprietà o il controllo, dando spazio solo a servi e lacchè che mai protesteranno o contesteranno alcunché contro il “padrone”.

In quegli anni era fortissima la crisi di credibilità dei partiti che avrebbero potuto e dovuto contrastare il fuhrer e lo stesso accade oggi, con in più una gravissima responsabilità dei dirigenti del centro sinistra, per lo più compromessi con i poteri forti, e per questo ricattabili dagli stessi (Unipol, De Magistris, Forleo, ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc.)

In quegli anni, il popolo, l’opinione pubblica tedesca, preoccupata anche dalla grave crisi economica, rimaneva inerte alle bestialità che il neonato partito nazista cominciava a proferire nei suoi primi comizi. Oggi l’opinione pubblica italiana risulta completamente assopita ed inerme, a qualunque tipo di scandalo, inebetita da 25 anni di programmi tv dementi e disimpegnati.

Anche in quegli anni, però, nella Germania che si apprestava a diventare nazista, un gruppo di giornalisti rischiava la vita per criticare il futuro fuhrer ed informare i tedeschi sulle nefandezze compiute nel corso degli anni dai sostenitori di Hitler.

Oggi un gruppo di giornalisti, magistrati, comici, cittadini comuni, fa di tutto per informare l’opinione pubblica italiana sulla quantità smisurata di atti illeciti, leggi ad personam, dichiarazioni a favore delle mafie, epurazioni mediatiche e tanto altro, che le persone che si apprestano a ritornare al governo di questo martoriato Paese, hanno compiuto negli anni.

I primi non furono ascoltati e sappiamo tutti come andò a finire. Gli altri nemmeno.

Speriamo solo che tra qualche decennio un futuro Rosembaum non dovrà in qualche suo libro decantare le doti eroiche di questi poveri cittadini italiani dimenticati, che combatterono fino alla fine contro i poteri forti rei di aver portato l’Italia e i suoi apparati istitutivi alla sua distruzione ultima.

Speriamo solo che non vengano rimpianti tutti gli eroi borghesi, come Roberto Scarpinato, che hanno tentato, prima della distruzione ultima di ogni vivere civile e democratico nonché di ogni legalità in Italia, di avvisare gli italiani ma che nonostante i loro ripetuti sforzi non riuscirono a svegliare le coscienze.

Speriamo solo che il popolo italiano si svegli prima del punto di non ritorno e ponga rimedio a questo sfacelo. Sempre che non sia già oltrepassato, il punto di non ritorno.

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


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