martedì, luglio 29, 2008

 

ASSASSINI IN LIBERTA'

Pubblichiamo la lettera di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo assassinato dalla mafia, scritta dopo la notizia della scarcerazione di Contrada:

Pochi minuti fa mi è arrivata la notizia della scarcerazione di Contrada per motivi di salute.
Non posso accettarla, il mio animo si rivolta, il constatare che agli assassini di mio fratello non è bastato ucciderlo ma che stanno anche completando l'opera mi ripugna, mi sconvolge.
Ho voglia di farmi giustizia con le mie mani dato che la Giustizia in questo nostro sciagurato paese non esiste più.
Paolo considerava Contrada un assassino e lo stesso lo considero io e per gli assassini non ci può essere ne perdono ne pietà.
Non è una mia idea, Paolo disse più di una volta ai suoi familiari parlando di Contrada "solo a fare il nome di quell'uomo si può morire".
Contrada era in carcere, il solo finora a pagare per quei pezzi deviati dello Stato che con la criminalità mafiosa hanno trattato e per portare avanti questa trattativa hanno fatto uccidere Paolo Borsellino e con lui tutta la sua scorta, ragazzi mandati a morire senza nessuna difesa ne possibilità di salvezza da chi sapeva che il carico di tritolo, anzi di Semtex, l'esplosivo usato per le stragi di Stato, era già stato depositato in Via D'Amelio.
Contrada era un simbolo, il simbolo di una Giustizia che qualche volta, solo qualche volta, riesce ad inchiodare i colpevoli.
Adesso quelli che lui ha servito e che sono rimasti fuori dalla galera, che non sono mai stati finora indagati perhè i pochi giudici che hanno tentato di farlo sono stati subito ridotti al silenzio, come ha detto l'altro giorno il giudice Scarpinato al Palazzo Steri di Palermo, sono riusciti a tirarlo fuori come gli avevano promesso per evitare che potesse parlare e trascinare in galera anche loro.
Avrei potuto accettare che finisse i suoi miseri giorni a casa sua, se anche gli altri avessero pagato, se fossero partite quelle indagini che non andranno mai avanti sui mandanti occulti della strage, su quelli che non si possono chiamare "mandanti esterni" perchè sono "interni" allo Stato ed alla stessa magistratura.
Ma, come disse Sciascia, "lo stato non può processare se stesso" e quello che c'era scritto sull'Agenda Rossa di Paolo consente di tenere in piedi una rete di ricatti che consente di mettere tutte le pedine al posto giusto, di manovrare i pezzi necessari, ed arrivare alla fine della partita.
Se venissero portate avanti le indagini sulle telefonate partite dal centro del Sisde sul Castello Utveggio, Contrada ed tanti altri insieme a lui potrebbero andare in carcere non per concorso esterno in associazione mafiosa ma per concorso in strage e forse sarebbe allora più difficile tirarli fuori dal carcere, sarebbe più difficile concedere anche a loro l'immunità come per le alte cariche dello Stato, se ne potrebbe salvare uno ma non tutti.
Ho eliminato dal mio vocabolario due parole, la speranza ma anche la disillusione, lo scoraggiamento.
Ce ne sono rimaste solo due la parola rabbia e la parola lotta e a gridare la mia rabbia e a lottare continuerò finche avrò voce, finché avrò vita.

Salvatore Borsellino


Qui di seguito potete visionare filmati e documenti interessanti riguardanti l'omicidio del giudice Borsellino:

L'agenda rossa di Paolo Borsellino - RaiNews24 - Parte I

L'agenda rossa di Paolo Borsellino - RaiNews24 - Parte II

L'agenda rossa di Paolo Borsellino - RaiNews24 - Parte III

19 Luglio 1992 - Una strage di Stato

Una delle ultime interviste quasi indedite del giudice Paolo Borsellino. Rilasciata nel 1992 all'emittente nazionale Svizzera.

Intervista a Borsellino-Tsi Televisione Svizzera 1992 1/5

Intervista a Borsellino-Tsi Televisione Svizzera 1992 2/5

Intervista a Borsellino-Tsi Televisione Svizzera 1992 3/5

Intervista a Borsellino-Tsi Televisione Svizzera 1992 4/5

Intervista a Borsellino-Tsi Televisione Svizzera 1992 5/5

L' ultima intervista a Paolo Borsellino: Berlusconi mafioso!


F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

giovedì, luglio 24, 2008

 

UN GIORNO CON RITA ATRIA



Come spesso accade seguiamo con attenzione le iniziative che l'associazione antimafia Rita Atria organizza e ci onoriamo di diffonderle anche sul nostro blog:


Sabato 26 luglio si svolgerà, in occasione del 16° anniversario della sua morte, “Un giorno ‘con’ Rita Atria”, una giornata dedicata alla memoria di Rita Atria, Testimone di Giustizia, che una settimana dopo la morte del giudice Paolo Borsellino (a cui aveva affidato il suo futuro) si tolse la vita ad appena diciassette anni. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Antimafie “Rita Atria” insieme al Laboratorio Zen Insieme di Palermo, prenderà le mosse alle ore 9.00 dal quartiere ZEN 2 di Palermo; da lì un pullman porterà fino al cimitero di Partanna (Trapani), dove si svolgerà alle ore 11.00 un momento di memoria sulla tomba di Rita Atria. Prima di rientrare a Palermo è prevista una sosta presso le terre confiscate alla mafia affidate alla Cooperatica NoE di Partinico.

Alle ore 18.30 avrà luogo, presso il Laboratorio Zen Insieme, un incontro con Piera Aiello, Testimone di Giustizia e cognata di Rita Atria, dal titolo “memoria impegno azione”.
Come sottolineano le parole che danno il titolo all’incontro del pomeriggio, l’intera giornata di memoria non vuole essere una commemorazione, ma un fare memoria attivo che si rivolge a tutti coloro che non hanno perso la speranza in una società liberata dalla mafia e che hanno voglia di agire fattivamente all’interno del tessuto sociale per ricostruirlo all’insegna della giustizia e della legalità. L’iniziativa, prendendo le mosse da Rita Atria, vuole essere inoltre un segno forte in nome di tutti i Testimoni di Giustizia che come lei sono abbandonati dallo Stato al proprio destino di solitudine e identità negate, località segrete e attese vane di un riscatto.

Saranno presenti fra gli altri don Luigi Ciotti, Pino Maniaci di Telejato, Michela Buscemi, Pina Grassi, Lucia Sardo, Mario Ciancarella, Graziella Proto, Donatella Aloisi, le associazioni Ubuntu e Fascio e Martello. (www.fascioemartello.it). Altre adesioni sono attese.

Per quanti dovessero partecipare alle iniziative desideriamo far presente che per motivi di sicurezza non sarà possibile fotografare o riprendere (video e audio) Piera Aiello.

Laboratorio Zen Insieme e l'Associazione Antimafie "Rita Atria"
Un giorno “con”

Rita Atria

26 luglio

Ore 9.00 partenza per Partanna dal centro del
Laboratorio “Zen Insieme” - via Fausto Coppi, ZEN 2 - Palermo

Ore 11.00 Arrivo al cimitero di Partanna dove
renderemo omaggio a Rita Atria che riposa ancora,
dopo 16 anni, in una tomba senza nome

Pranzo presso la cooperativa NoE di Partinico
(solo per il laboratorio “ZEN INSIEME”)

Ore 18.30 c/o Il Laboratorio “ZEN INSIEME”
memoria, impegno e azione
Incontro con Piera Aiello

Si ringraziano: Luigi Ciotti - Presidente di Libera; Telejato; Cooperativa NoE; Comune di Partinico

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

venerdì, luglio 04, 2008

 

IL DURO LAVORO DELLA MINISTRA ovvero LA REPUBBLICA DELLE BANANE

Sì ci riferiamo proprio a quello di cui tanto si chiacchiera in questi giorni nelle redazioni dei giornali, nelle procure di Milano e Napoli, tra quei pochissimi eletti che hanno potuto ascoltare le famose intercettazioni e quei giudici che le tengono chiuse nei cassetti in attesa di decidere cosa farne (anche se sembra andranno presto al macero).
Ci riferiamo proprio ai "lavoretti" di Clintoniana memoria che portarono agli onori della cronaca mondiale la Lewinsky.
Volgarità? Usurpazione della privacy?

Sì volgarità! Perchè a volgarità non riusciamo a rispondere che con altra volgarità! Perchè a coloro che stanno massacrando a colpi di decreti e leggine la giustizia in Italia e che senza pudore alcuno continuano a insultare i pilastri stessi della nostra Costituzione, non si può più rispondere con pacatezza, come qualcuno vorrebbe ancora fare (e ha già fatto perdendo più volte la faccia oltre che le elezioni). Volgarità pura sono gli atti che questo governo sta compiendo alla nostra povera Italia e volgarità pura merita di ricevere.
Quando in una nazione, la possibilità di diventare ministro è legata non a meriti politici o di studio ma a "particolari abilità" allora siamo proprio alla frutta, anzi all'amaro!

Oltre all'enturage di schiavi non pensanti che tutto il marciume possibile accettano e avallano senza minimamente contraddire il loro boss (vedi lodi e leggi varie sull'impunità a cui osano addirittura associare la parola "sicurezza") siamo arrivati all'harem. E come negli harem, a chi meglio si "esprimeva" e "favoriva" i piaceri del pascià veniva in cambio data la possibilità di emergere socialmente, così oggi in Italia tale pratica sembra riuscire a favorire una così veloce scalata sociale da permettere addirittura di divenire senza nessuna esperienza politica ministro di un governo.

E' la traduzione/tradizione italiana di meritocrazia e di maggiore potere alle donne. E' in sostanza ciò che naturalmente si poteva aspettare da uomini che decantavano le loro qualità di "tombeur de femme" o la loro potenza virile nei convegni elettorali. E' l'italianità più oscena che emerge e che caratterizza la vita politica della nostra nazione. In fondo sono stati votati anche per questo.

Così ora, finalmente, chiunque potrà gridare con cognizione di causa che l'Italia è veramente la "Repubblica delle BANANE".

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

PS
L'8 luglio in piazza Navona a Roma si terrà la manifestazione organizzata da Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais, Pancho Pardi a cui tanti intellettuali, politici e persone comuni hanno aderito. Ci saremo anche noi. Non mancate, almeno se avete ancora a cuore la nostra democrazia!




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