mercoledì, marzo 28, 2007

 

SCRIVILA ANCORA, RITA


Raccogliamo la richiesta dell'associazione antimafia Rita Atria pubblicando per intero il suo appello:


Se condividete il testo e la finalità vi chiediamo di divulgare l’email.
Il testo è disponibile sul sito http://www.ritaatria.it/


“Sono morti anche perché noi non siamo stati abbastanza vivi”. Con queste parole Giancarlo Caselli si chiedeva se alla fine anche noi non siamo responsabili dei troppi morti per mafia.La notte tra il 18 ed il 19 marzo ladri troppo educati e poco ingordi sono entrati nella sede del mensile «Casablanca» e hanno rubato il computer centrale (compreso il mouse)… senza alcun segno di scasso.
Potevano prendere molto altro ed invece si sono limitati ad un solo computer: casualmente quello con tutti i dati. Ma chi sapeva che quella notte Riccardo Orioles non avrebbe dormito in sede? Chi sapeva che in quel computer c’erano tutti i dati del giornale? (benedette copie di backup).
Molto interessante come segnale…
Abbiamo aspettato qualche giorno per vedere quale reazione avrebbero avuto istituzioni e amanti della legalità: tanta solidarietà a parole, quasi a voler ripetere il rito meno macabro delle condoglianze e poter dire: “io c’ero”.
Con estrema durezza noi vogliamo essere VIVI e dire che la vera solidarietà istituzionale e politica dovrebbe indagare sul fatto che certi poteri negano al direttore di «Casablanca» persino l’apertura di un conto corrente postale (facendo costare la spedizione delle copie in abbonamento il doppio).
Graziella Proto e Riccardo Orioles erano nella redazione de «I Siciliani» di Pippo Fava. Da allora non hanno mai mollato: Graziella, il presidente della cooperativa editrice de «I Siciliani», per oltre 15 anni ha pagato le conseguenze di quella morte in termini non solo personali dei sentimenti, ma anche economici, visto che dopo la morte di Pippo Fava la grande solidarietà non è servita per pagare le bollette della luce e del telefono facendo sì che «I Siciliani» fallissero.Quel 5 gennaio del 1984 Pippo è stato ucciso due volte: dalla mafia e dalla solidarietà perbenista che non ha impedito il fallimento della rivista.
Un anno fa, in occasione della candidatura di Rita Borsellino alla presidenza della regione, quei “giovani” de «I Siciliani» hanno sentito forte la necessità di tornare a crederci. Così hanno fondato «Casablanca», un giornale che la smette di lagnarsi e autocommiserarsi per il fatto che «La Sicilia» di Ciancio e i vari tabloid dei poteri non danno spazio alla libera informazione. Si sono rimboccati le maniche e sono ripartiti.
Visto che a volte siamo troppo storditi dalle sirene mediatiche ci siamo permessi, da umile e insignificante Associazione Antimafia, di fare un comunicato in cui avvertiamo che stanno “uccidendo” «Casablanca». Perché uccidere non significa solo eliminare fisicamente una persona, uccidere significa delegittimare, impedire l’apertura di un conto corrente postale, fare leggi ad hoc per permettere che un magistrato non si presenti ad un concorso, significa riabilitare i ladri del quartierino, significa ingenerare tanto e tale sdegno da far chiedere il prepensionamento di un magistrato che negli anni ha “solo” smascherato un’associazione “particolare” come la P2 o “solo” scoperto una vergogna italiana come tangentopoli.
“Sono morti anche perché noi non siamo stati abbastanza vivi”.
Vi chiediamo di essere VIVI e di permettere ad una voce libera della SICILIA di continuare a vivere. Abbonatevi a «Casablanca», leggete le altre storie, le verità scomode, senza riverenze ai poteri di qualsiasi colore. Partecipate anche voi alle storie di «Casablanca» e, per una volta, potremo dire di essere arrivati in tempo.

Associazione Antimafia “Rita Atria”
Per sostenere «Casablanca»
Abbonamento
ordinario 30,00
Sostenitore 50,00
Bonifico Bancario
Graziella Rapisarda
Banca Popolare Italiana Catania
Cc 183088 ABI 5164 CAB 16903
Comitato contro l'indulto
Comitatocontroindulto@gmail.com

venerdì, marzo 02, 2007

 

CRONACA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

BERGAMO, UCCISA UNA COMMESSA. TOSSICODIPENDENTE CONFESSA. L'UOMO, 37ENNE CON PRECEDENTI PENALI, SCARCERATO PER L'INDULTO
Bergamo - Un tossicodipendente di 37 anni, Vincenzo D'Errico, con varie rapine alle spalle, ha confessato l'omicidio di Luigia Polloni, la commessa di 63 anni di Chiari (Brescia) trovata morta ieri pomeriggio nel bagno del colorificio Isso Color di Caravaggio (Bergamo). Il movente dell'assassinio sarebbe una rapina. D'Errico era stato scarcerato per l'indulto. La Repubblica

TANGENTI A OSPEDALETTI: A PARRINI APPLICATO IL CONDONO DI 3 ANNI PER INDULTO
A Parrini e Carli il giudice ha applicato il condono di tre anni per indulto mentre a Parodi e Palmero ha applicato la sospensione condizionale della pena. A Parrini inoltre è stata applicata la pena accessoria della confisca 120 mila euro più l'interdizione per cinque dai pubblici uffici e dalla capacità di contrattare con la pubblica amministrazione; è stato inoltre disposto in solido tra i quattro condannati il versamento di una provvisionale di 200 mila euro per il risarcimento danni richiesto dal Comune di Ospedaletti che si è costituito parte civile. Radio Amicizia

ESCE CON L’INDULTO E SCHIAVIZZA DUE SORELLE
fara gera d’adda (bg) - torna in carcere marocchino. Le vittime venivano violentate, picchiate e tenute segregate in un cascinale abbandonato. Aveva ridotto in schiavitù due sorelle romene di 17 e 23 anni, il 38enne marocchino fermato poche ore fa dai carabinieri di Fara Gera D’Adda, in provincia di Bergamo. Mohammed Ben Rachid, uscito ad agosto dal carcere grazie all’indulto, è stato arrestato con l’accusa di sfruttamento, istigazione alla prostituzione e violenza sessuale. Le giovani erano costrette ogni giorno a seguire il loro aguzzino, pregiudicato e clandestino nel nostro Paese, specialmente quando lui si recava nelle case dei suoi “clienti” bergamaschi, persone alle quali vendeva frequentemente cocaina. La loro giornata però non finiva qui. Le ragazze infatti venivano poi trasportate con la forza in un cascinale abbandonato vicino alla stazione ferroviaria di Bergamo: è in quelle ore che venivano ripetutamente violentate e picchiate dal loro aguzzino. La Padania

CALISSANO TORNA LIBERO GRAZIE ALL'INDULTO
Condannato a quattro anni per la morte da overdose di una ballerina brasiliana. Era in affidamento terapeutico presso una comunità di recupero in provincia di Torino.
GENOVA - Calissano torna libero. L'indulto ha cancellato anche l'affidamento terapeutico all'ex attore condannato a quattro anni per l'overdose che uccise una ballerina brasiliana, due anni fa, nella sua casa a Genova. Scontava il residuo di detenzione presso una comunità di recupero a Trofarello, nella periferia di Torino. Negli ultimi mesi ha vissuto nel capoluogo piemontese in un appartamento inserito nella rete della comunità per ex tossicodipendenti; poi, un'ulteriore riduzione del periodo di pena lo ha reso libero nei giorni scorsi. La Repubblica

ASSALTO IN VILLA: OREFICE, HO SPARATO PER DIFESA
“Sono dispiaciuto per quello che è successo, ma ho sparato per difendere me e la mia famiglia.
Temevo soprattutto per mia figlia e mia moglie. Non potevo consentire di mettere in pericolo la loro vita. Spero che le condizioni del rapinatore migliorino e che riesca a salvarsi”. A parlare è S.A., il gioielliere 63enne di Paternò, che sabato notte ha sparato a uno dei rapinatori che hanno assaltato la sua casa di campagna di Ragalna, nel catanese. L’orefice ha ferito con un proiettile calibro 38 special Maurizio Arena, 38 anni, sottoposto a un intervento al polmone e che attualmente si trova in prognosi riservata nel reparto di chirurgia toracica dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania, ma non è in pericolo di vita. Kataweb News

ESCE CON L’INDULTO E RITORNA A PICCHIARE I GENITORI
Esce con l’indulto, picchia a sangue i genitori. Per dieci anni ha massacrato di botte gli anziani familiari. Tanto che i giudici lo avevano condannato a più riprese per maltrattamenti e lesioni gravi a un totale di dieci anni di reclusione. La scorsa estate, però, C.V.E., 45 anni originario di Avellino ma residente assieme ai suoi a Torvaianica, viene rimesso in libertà (aveva scontato 8 anni della pena) grazie alla legge «sanatoria» per i carcerati. Beneficio che non è servito a fargli cambiare vita. Il Giornale

INVESTE E UCCIDE UNA DONNA: L’INDULTO GLI CANCELLA LA PENA
Ai primi di gennaio era giunta inattesa la notizia proveniente dalla Cassazione, relativa all’annullamento della sentenza del giudice dell’udienza preliminare Maria Teresa Rubini, che processando con rito abbreviato l’imprenditore Massimo Soraci di 35 anni, accusato di omicidio colposo per aver travolto e ucciso una donna di 29 anni, Arianna Ciccolella, al quinto mese di gravidanza, gli aveva inflitto 2 anni, con la condizionale. Il pubblico ministero Federico Panichi, che aveva chiesto la condanna a 4 anni e mezzo di reclusione, impugnava la sentenza, sollevando anche l’eccezione di incostituzionalità della legge che vieta al pm di ricorrere contro il giudizio pronunciato con il rito abbreviato. La corte d’appello, trasmetteva gli atti alla Suprema corte. Il Giornale

AGGREDISCE VICINO DI CASA, ARRESTATO 42ENNE
Ha colpito il vicino di casa con una chiave a croce, provocandogli varie fratture. A dare l'allarme un passante che ha sentito le grida della vittima.
E' accaduto a Pitigliano, in provincia di Grosseto. In manette, con l'accusa di tentato omicidio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, e' finito un residente del luogo, di 42 anni, da poco tornato in liberta' grazie all'indulto. La vittima dell'aggressione, di 65 anni, e' stato trasportato all'ospedale di Siena dove si trova ricoverato in prognosi riservata. I carabinieri stanno indagando sui motivi dell'aggressione. Toscana TV

INDULTO: ABUSAVA DEI FIGLI, TORNA IN CARCERE PER MINACCE
Era stato arrestato, insieme alla compagna per abusi sessuali nei confronti dei suoi figli. Successivamente scarcerato con l'indulto, e' tornato in carcere per continue minacce e intimidazioni all'assistente sociale che segue i ragazzini. Tutto ha inizio nel 2004 quando F.N., pluripregiudicato per reati di vario genere (furto, ricettazione, rapina, violenza sessuale su minori, sfruttamento della prostituzione...) nell'ambito dell'operazione denominata "Bambolina" viene arrestato. AGI

CONDANNATO PER OMICIDIO
«Questa Corte condanna Pasqualino Cianci a 21 anni e 6 mesi di reclusione (che scendono a 18 per effetto dell’indulto)». Con queste parole, il presidente Sabusco nella tarda serata di ieri ha squarciato il silenzio dell’aula di Corte d’Assise a Campobasso. Pasqualino Cianci dunque è stato riconosciuto colpevole. L’uomo per la giuria ha ammazzato la moglie Giuliana D’Ascenzo, trovata senza vita nella villetta di famiglia di Montenero di Bisaccia l’8 marzo del 2002 (la donna morì per strozzamento). 21 anni e tre mesi per omicidio, più altri tre mesi per il reato di simulazione. In totale quindi 21 anni e 6 mesi ai quali però andranno sottratti tre anni per effetto dell’indulto. Il Tempo

AGGUATO MORTALE A BRINDISI
Claudio Mondatore, uscito da poco grazie all'indulto e con precedenti per associazione a delinquere, è stato colpito da sei colpi di fucile. La via era affollata ma nessuno ha visto
Brindisi - Sarebbero stati sei i colpi di fucile sparati ieri sera a Brindisi nel rione Santa Rita nell’agguato in cui è stato ucciso Claudio Mondatore, ex personaggio di spicco della vecchia criminalità organizzata brindisina. Oltre che al volto, l’uomo è stato raggiunto dai colpi anche all’addome ed al fianco.L'ultimo proiettile, quello che lo ha raggiunto al viso, è stato sparato quando Mondatore era già per terra e forse già morto. L’autopsia verrà compiuta nel pomeriggio. La Gazzetta del Mezzogiorno

"SOFFIANO" ALLA ZIA CASA DA 200 MILIONI: FUORI PER INDULTO
Approfittando della precaria salute mentale di un'anziana zia, le fecero firmare un atto con cui la donna vendeva loro un immobile da 200 milioni di lire che poi non sarebbero mai stati pagati. Con questa accusa una coppia di coniugi è stata condannata dal tribunale per circonvenzione di incapace. Il nipote dell'anziana ha avuto due anni e otto mesi di reclusione, la moglie due anni. Ma le pene per entrambi sono state condonate, grazie all'indulto. I fatti risalgono al 1999. Per la difesa, l'anziana avrebbe preso la decisione di lasciare loro l'immobile in piena coscienza. City

EFFETTO INDULTO: CESARE PREVITI AI SERVIZI SOCIALI
In ossequio a quanto previsto nel provvedimento dell'indulto licenziato con voto bipartisan nel corso della legislatura attualmente in corso, il Giudice Laura Longo ha accettato la richiesta dei legali difensori di Cesare Previti di affidare il proprio assistito ai lavori sociali. Il parlamentare di Forza Italia - condannato a sei anni con sentenza definitiva per concorso in corruzione nell'ambito della vicenda Imi-Sir - presterà servizio presso la Ceis, una struttura di assistenza e solidarietà di Castel Gandolfo che fa capo a don Picchi. Centomovimenti
MALATO DI MENTE, ERA «RINSAVITO» CON L’INDULTO
Guarire per legge. O meglio, far finta di essere sani. Maurizio M, 48 anni, arrestato lunedì sera dopo aver rubato l’auto su viaggiava un’anziana disabile (scaraventata fuori dalla vettura), meno di un mese fa viveva da recluso all’ospedale psichiatrico di Aversa. Sulle sue spalle, una condanna del tribunale di Crema per tentata rapina datata 26 aprile 2001, e un ricovero per infermità mentale. Fino al primo di febbraio scorso, fino a quando la leva dell’indulto stabilisce che l’uomo può tornare in società. Rinsavito ex lege, dall’oggi al domani. Il Giornale

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F.to
Comitato contro indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

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