venerdì, giugno 27, 2008

 

IL CROLLO DELLA GIUSTIZIA

(clicca sull'immagine per vedere il filmato)

Non solo metaforicamente. Questa volta la giustizia è crollata davvero. Ci riferiamo al crollo del contro soffitto nell’ufficio corrispondenza del tribunale di Milano. Un crollo annunciato dai sindacati che avevano fatto notare la pericolosità di infiltrazioni d’acqua risalenti a sei mesi prima, senza contare i lavori di ristrutturazione avviati col contagocce per mancanza di fondi.


Ma qui probabilmente, crediamo, non si tratta solo di muri fatiscenti o di infiltrazioni. Non si tratta di lavori rimandati e di palazzi vecchi. Qui è la Giustizia, nel senso mitico del termine, gravata dalle aberrazioni giuridiche che da tempo è costretta a subire dai governanti italiani; sfiancata ogni giorno di più dalle mazzate che prima ministri come Mastella e ora come Alfano, le hanno dato e continuano a darle sui fianchi ininterrottamente, che cade, crolla. Una giustizia che non ha più la forza di sorreggere, come Atlante faceva con la volta del cielo, il peso delle vergogne della classe politica italiana.


E così crolla. E con lei crollano i suoi templi. I palazzi di giustizia. Non a caso è toccato ad un’ala del palazzo di Milano. Troppi erano e continuano ad essere gli insulti, le bestemmie, le amenità compiute a danno dei suoi sacerdoti: i magistrati. Troppi massacri verbali e troppe modifiche impure alle leggi che regolamentano il rito di una giustizia uguale per tutti. Così recita la frase maestra in questi templi. Una frase sempre più vuota di significato dopo l’approvazione del disegno di legge che impedisce le intercettazioni e soprattutto blocca i processi per un anno se interessano reati con meno di 10 anni di pena, praticamente un altro indulto di un anno a tutta una serie di malavitosi e come per quello di due anni fa fatto per impedire che la casta venga giudicata. Senza contare il famigerato lodo-Alfano (ex lodo-Schifani già giudicato incostituzionale dal CSM) che impedirebbe alle 5 più alte cariche dello Stato di essere condannate per qualsiasi reato, finchè in carica. In poche parole addio al principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge (art. 3 della nostra bistrattata Costituzione).

Troppe leggi ad-personam, troppe prescrizioni passate come assoluzioni, troppi colpevoli che la fanno franca, troppi indulti, troppa ingiustizia. Un peso troppo grande da sopportare; e alla fine, come nel bel film di Dino Risi “In nome del popolo Italiano” la giustizia crolla; si lascia andare una volta per tutte, dopo aver atteso per anni che la società civile si ribellasse, che l’aiutasse a sostenere quel peso abnorme e magari anche ad alleggerirlo.

Noi l’avevamo vista! Sempre più sofferente, sempre più stanca. L’avevamo sentita rantolante chiederci pietosamente aiuto e nel nostro piccolo avevamo chiamato a raccolta la gente per aiutarla. Ma nulla. L’Italia non s’è desta, né prima né ora (e forse non lo sarà mai). La vediamo ora giacente, la Giustizia, sotto il peso delle macerie dei suoi istituti trascurati, delle sue leggi modificate, dei suoi regolamenti cancellati; e intravediamo in lei, ormai morente, uno sguardo di biasimo, di forte rimprovero al popolo italiano che così miseramente ne ha permesso il crollo.

Al palazzo di giustizia di Milano sono stati fortunati, perché il crollo è avvenuto probabilmente di notte, ad aula vuota e sotto l’ufficio crollato non c’era nessuno. Noi tutti italiani non saremo altrettanto fortunati perché il crollo della Giustizia, quella con la G maiuscola, sta avvenendo proprio sopra le nostre teste e nessuno di noi riuscirà a non subirne le conseguenze.

F.to

Comitato contro l’indulto

comitatocontroindulto@gmail.com

venerdì, giugno 20, 2008

 

INTERCETTAZIONI: IL PARERE DELL'ESPERTO

(clicca sulla foto per vedere il filmato)
Il meetup Amici di Beppe Grilo - Qui Torino Libera con cui ogni tanto collaboriamo, ha realizzato un'intervista a Bruno Tinti, procuratore della Repubblica al Tribunale di Torino, rispetto all'argomento intercettazioni, tanto in voga di questi tempi.

Dalla questa intervista è possibile conoscere il parere di un esperto, pacato e assolutamente non di parte, dal quale si evincono le enormi restrizioni con conseguente impossibilità di rilevare una quantità incredibile di reati, che il decreto anti-intercettazioni metterà in atto.

Comunque gli italiani possono stare tranquilli, visto che non sarà più possibile scoprire i reati, perché non sarà più possibile intercettare i malfattori e visto che i reati non potranno più essere segnalati dai giornalisti, perché sarà impossibile scriverne prima della fine del processo, (che non si capisce come farà ad iniziare se non sarà possibile avere prove valide come le intercettazioni a carico degli imputati) sarà come se fossero spariti; tranne che per quei poveretti a cui toccherà subirli. Tutti gli altri potranno fare sogni tranquilli, almeno fino a quando non toccherà a loro.

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


giovedì, giugno 19, 2008

 

100.000 processi sotto i mari

E' proprio lì che andranno a finire, secondo l'associazione nazionale magistrati 100.000 processi grazie al "decreto sicurezza" da poco approvato in senato. In mare o meglio in malora.


"Il sistema giudiziario potrebbe essere messo in ginocchio. La sospensione dei processi pendenti avviati in data precedente al 30 giugno 2002, e che prevedono pene inferiori ai 10 anni, è, secondo il presidente dell'Associazione Nazionale magistrati Luca Palamara, un problema serio, perché non riusciamo a risolvere il problema dei procedimenti penali in quanto graviamo le cancellierie di ulteriori compiti.Gli obiettivi che gli emendamenti si prefiggono, rischiano di non essere raggiunti, a meno che non si istituisca una task-force di emergenza che si affianchi al personale amministrativo attualmente disponibile".

"Per un anno il sistema sarà occupato a smistare i processi (da sostituirsi a quelli oggetto di sospensione)", ha detto Palamara, aggiungendo di che i provvedimenti portano conseguenze che "non sono funzionali al sistema" e contro l'interesse dei cittadini".


I reati che maggiormente interessano i cittadini prevedono pene inferiori ai 10 anni, sono circa il 90-95% del totale", ha detto il segretario generale dell'Anm Giuseppe Cascini:


- Sequestro di persona

- estorsione

- furto in appartamento,

-associazione per delinquere

-stupro

-violenza sessuale

-aborto clandestino

-sfruttamento della prostituzione

-usura

sono alcuni dei reati con pene inferiori ai 10 anni che l'Anm indica in una lista di quelli che saranno soggetti a sospensione. (AOL)

Insomma come sempre nel nostro beneamato/odiato Paese, non si impara nulla dagli errori precedenti, dagli indulti precedenti, e per salvarne uno (il nano sorridente venditore di spazzole) si finisce per danneggiare l'intera collettività e quel che è peggio è che questa collettività ancora non l'ha compreso e ancora sottostà, senza minimamente reagire agli ebeti sorrisi e alle vacue promesse del nano dai capelli di plastica.

La gente ha votato ingenuamente per uno schieramento che aveva promesso una maggiore sicurezza sociale e in cambio ne riceve un bel blocco totale del sistema giudiziario, che rappresenta la base portante della sicurezza in Italia, quella da cui tutto parte.

Senza processi e intercettazioni non ci saranno più condannati e senza condannati aumenterà il numero dei malviventi a piede libero e con questi i reati da loro commessi. Un altro indulto insomma dalla portata 4 volte maggiore rispetto al precedente.

Bel lavoro Italia, proprio un bel lavoro.


F.to

Comitato contro l'indulto

comitatocontroindulto@gmail.com


venerdì, giugno 13, 2008

 

SIAMO TUTTI PINO MANIACI

Riceviamo con preghiera di diffusione questa e-mail dall'Associazione Rita Atria:

Abbiamo atteso ben una settimana sperando che le testate nazionali si accorgessero di una iniziativa a favore di un loro collega che da mesi ormai vive sotto scorta. A dare visibilità alla notizia solo qualche testata locale, il Giornale di Sicilia, Radio Alcamo, Repubblica Palermo, Radio Libera di Torino, LA7 e Radio 2 con Caterpillar e pochissimi altri. Così abbiamo pensato di mettervi al corrente direttamente dell'iniziativa "SIAMO TUTTI PINO MANIACI" inviandovi il comunicato stampa scritto il 7 giugno. Se condividete l'iniziativa vi chiediamo cortesemente di diffondere questa email.

info: SIAMO TUTTI PINO MANIACI

video: TELEJATO

COMUNICATO STAMPA – SIAMO TUTTI PINO MANIACI – 7 GIUGNO 2008

Grande partecipazione dei promotori dell’iniziativa.

Presenti oggi presso la sede della piccola ma grande televisione di Pino Maniaci Telejato cittadini, Associazioni, Organizzazioni sindacali, Organizzazioni laiche ed ecclesiali

Grande assente la stampa ed i media. Presente solo La Repubblica e Radio Alcamo. Non ne chiederemo la motivazione, troveremmo tutte le giustificazioni prive di qualsiasi fondamento.

La conferenza stampa ripresa integralmente e che sarà inserita su You tube e all’interno dei siti che la potranno ospitare, è stata ugualmente decisamente un successo.

Ogni promotore ha dichiarato la propria motivazione a far parte dell’iniziativa “Siamo tutti Pino Maniaci”.

E’ stata descritta l’iniziativa che avrà inizio il giorno 9 giugno 2008 alle ore 14,15 con il primo conduttore Salvatore Como – Segretario Provinciale Sindacato Polizia – S.I.A.P.

Momenti anche commoventi nel corso della lettura delle lettere di Luigi Ciotti e Rita Borsellino.

L’iniziativa ha consolidato, inoltre, anche un altro e fondamentale punto.
Telejato , è realmente la nostra televisione.

Quella televisione che da ora in poi sarà utilizzata non più soltanto dai Partinicesi ma da tutti i cittadini Siciliani in nome proprio della libertà d’informazione e contro le mafie.

Infatti, i conduttori che leggeranno i TG, saranno a loro volta intervistati da Pino Maniaci ed avranno la possibilità di parlare degli argomenti di propria competenza e responsabilità.

Riteniamo, questa, una conquista di democrazia partecipativa senza precedenti.

Tra i promotori dell’iniziativa anche il Sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia.

Promuovere l’iniziativa “Siamo tutti Pino Maniaci” significa entrare a fare parte di un “popolo che intende essere presente” , non soltanto più virtualmente, nelle lotte alla mafia e per la libertà della vera informazione.

E’ possibile iscriversi e vedere i moltissimi promotori dell’iniziativa entrando anche nel sito www.telejato.it , collegato direttamente con la pagina web “Siamo Tutti Pino Maniaci”


Noi del comitato contro l'indulto (contro tutti gli indulti, anche quelli che riguardano le intercettazioni) sosteniamo da sempre l'associazione Rita Atria e tutti coloro, come Pino Maniaci e la sua piccola-grande tv, che intendono promuovere iniziative contro la Mafia. Ora però tocca a tutti gli altri cittadini stringersi intorno a Pino Maniaci in modo da fargli sentire che non è solo in questa battaglia per un'informazione libera e contro tutte le mafie.Aderiamo perciò in tanti!!!

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com


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