martedì, settembre 30, 2008

 

IL “NEGRO” ESPIATORIO: ovvero come ti trovo la valvola di sfogo

Anticamente, per espiare i peccati commessi dal popolo, i sacerdoti ebrei presentavano davanti al tempio due capri. Dopo aver estratto a sorte quello che doveva essere bruciato sull’altare sacrificale, ponevano le mani sulla testa del capro rimasto e confessavano i peccati del popolo di Israele, dopodiché l’animale veniva portato a diversi chilometri dalla città e lì fatto precipitare da un’altura, in modo che portasse con se i peccati del popolo che così ritornava puro.

Tale pratica di purificazione, con l’andare del tempo, ha assunto nella società moderna significati diversi, grazie anche alle speculazioni psico-antropologiche freudiane, senza però che si riuscisse a scalfirne il fulcro concettuale che rimase quello di un rito di trasmigrazione e cancellazione delle colpe commesse da un popolo/individuo su una vittima sacrificale incolpevole; tanto è vero che ancora oggi quando si parla di capro espiatorio si pensa subito a qualcuno, solitamente innocente, a cui si sono addossate delle colpe altrui.

Oggi, dove la società italiana (ma non solo) viene continuamente provata da crisi economiche provocate dalla disgregazione dei mercati (che dimostrano il fallimento del modello capitalista attuale) che causano abbassamento del tenore di vita, perdita del lavoro e conseguente stato sociale, aumento della criminalità comune e organizzata, perdita di valori come quello del bene comune e del vivere civile; assistiamo ad un curioso fenomeno di evoluzione del concetto di capro espiatorio.

Di fronte a tante e tali pressioni sulla società italiana si è pensato che occorra che il conseguente effetto di ritorno venga canalizzato in un qualche tipo di pratica che permetta al popolo di trovare una valvola di sfogo che impedisca allo stesso di reagire, in modo che possa continuare a “pascolare tranquillo” nonostante tutti i problemi sopra menzionati. Ed ecco che subentra magicamente il capro espiatorio. Qualcuno cioè a cui addossare tutti le colpe dei problemi attuali affinchè il popolo possa su di questo sfogarsi per ritornare, a rito compiuto, a “belare” sereno.

Ben inteso che tale pratica di purificazione non potrebbe attecchire se il popolo non fosse regredito ad uno stato di “inebetimento” assoluto. Cioè un popolo cosciente dei tempi in cui vive e dei problemi che lo circondano e soprattutto da dove realmente questi provengono, non potrebbe mai accettare di sfogare le proprie frustrazioni su soggetti diversi dai reali colpevoli; se non altro perché consapevole dell’inutilità di tale sfogo che appunto lascerebbe i problemi insoluti e di conseguenza ancora presenti i disagi da questi provocati.

Ma così pare non essere per il popolo italiano. Piuttosto che scandalizzarsi, e reagire, per gli abusi costituzionali riguardanti l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge (vedi lodo Alfano), le machiavelliche e macchinose ideazioni degli avvocati del nano pelato per impedire che lo stesso sia finalmente giudicato e condannato per i numerosi reati commessi (non per ultimo quelli di corruzione aggravata riguardanti il processo Mills), piuttosto che protestare di fronte alla disintegrazione del concetto stesso di giustizia, il “popolino” italiano preferisce sfogare le sue frustrazioni sul capro espiatorio.

E cosa o chi è stato promosso in Italia, a propria insaputa, a capro espiatorio dell’anno (o meglio del decennio)? IL NEGRO, il Rom, l’extracomunitario in generale. Ed ecco che finalmente tutta la rabbia e l’insoddisfazione popolare può sfogarsi contro il colpevole di tutti i mali!

Sei stato licenziato? Dagli al negro! Non arrivi a fine mese? Dagli al Rom! Tuo figlio viene investito per strada? Dagli all’extracomunitario! Se c’è insomma qualsiasi cosa che ti crea rabbia e non sai dove e come sfogarla, hai un’ampia scelta per liberare e bilanciare le tue pulsioni animali e subito dopo ritornare puro, come se nulla fosse accaduto e soprattutto senza aver assolutamente nuociuto all’attuale governo in carica.

D’altronde come poteva accadere diversamente con un governo del genere in carica? Un governo composto da partiti che sul populismo e razzismo più sfrenato hanno da sempre basato la loro propaganda politica?

Come durante la propaganda nazista per la quale gli ebrei furono individuati come fonte dei gravi problemi economici e sociali della Germania del primo dopo guerra, così oggi viene fatto in Italia con il negro, il rom, l’extracomunitario ed in generale il diverso (che solitamente, guarda caso, è anche il più debole).

L’esperienza della Germania nazista sappiamo tutti a cosa portò e cosa provocò. Ci auguriamo solo che quella italiana attuale finisca prima possibile. Ci auguriamo solo che gli italiani comprendano come l’utilizzo del capro espiatorio non serva a risolvere nessuno dei problemi attuali; che l’unico modo di rimettere a posto la società in questo Paese non è quello di prendersela con gli extracomunitari o i rom, ma piuttosto quello di pretendere che i propri governanti per primi rispettino le leggi (e non le modifichino a proprio piacimento per rimanere impuniti) e soprattutto di ritornare a fare opinione pubblica in modo da costringere gli uomini della politica a rioccuparsi seriamente dei problemi quotidiani di ogni cittadino.

F.to

Comitato contro l’indulto

comitatocontroindulto@gmail.com


giovedì, settembre 25, 2008

 

SOSTENIAMO "AMMAZZATECITUTTI.ORG"

Come comitato contro l'indulto appoggiamo da sempre il lavoro e la campagna di informazione diei ragazzi di Locri di Ammazzatecitutti.org. Oggi però l'associazione si trova in difficoltà economica. Mentre in Italia si scialaquano milioni di euro, magari regalandoli agli amici del CAImano, oppure pagando gli stipendi d'oro ai parenti fatti assumere nei comuni siciliani (ma non solo) a vario titolo (e mai tramite concorso ma sempre per chiamata diretta) succede che associazioni meritevoli di aver dato vita ad un movimento giovanile che ha avuto il coraggio di gridare a gran voce il proprio dissenso contro le n'dranghete, le mafie e le camorre in una terra dove queste rappresentano il vero potere e l'unico "sporco lavoro" per chi non vuole morire di fame, sono costrette a chiudere perchè nessuno le aiuta finanziariamente.

E allora tocca a noi cittadini aiutarli. Non per far loro un favore, ma per noi tutti italiani. Perchè se a questi ragazzi si chiudesse la possibilità di continuare ad essere uniti a lavorare per un futuro senza mafie, camorre e n'dranghete; se si dicesse loro che le loro speranze e le loro urla di dolore sono state inutili e perciò verranno "spente", allora significa che il nostro Paese è destinato ad essere governato per sempre dalla malavita organizzata.

Per questo dobbiamo tutti mettere mano al portafogli e per una volta rinunciare ad un po' del tanto superfluo che ci concediamo in modo da dare alla speranza la possibilità di sopravvivere. Perchè senza speranza non c'è futuro e senza futuro non c'è vita vera.

Qui il link per donare un contributo all'associazione: Ammazzateci tutti rischia di chiudere

F.to
Comitato contro indulto
comitatocontro indulto@gmail.com

PS

Di seguito l'appello di Ammazzatecitutti.org

Cari italiani, care italiane,
quando abbiamo deciso di fondare Ammazzateci Tutti, in quel lembo di terra meravigliosa e disgraziata che si chiama Calabria, abbiamo cercato di concentrare le poche, pochissime risorse disponibili e le tante, tantissime speranze, di tutta quella gente che non ce la faceva più a vivere “incellophanata” dall'omertà e, soprattutto, dalla paura.

Per essere davvero liberi non ci siamo mai voluti legare a nessun carrozzone, né politico né imprenditoriale. Solo con il tempo abbiamo capito che è stata una scelta coraggiosa, una sfida più grande di noi, che ha certamente appesantito - non di poco - le già tante preoccupazioni che avevamo comunque messo in conto.

Pensate, invece, come sarebbe stato fin troppo conveniente e facile per noi sceglierci uno o più “Mecenate”, anche i meno peggiori e, nel portare silenziosamente acqua al loro mulino, ottenerne laute ricompense in termini economico-logistici (apertura sedi, pubbliche relazioni con gente che conta, produzione di gadget, pianificazione di campagne pubblicitarie, ecc..).

Ma abbiamo fatto la scelta di essere come gli straccioni di Valmy, abbiamo scelto di combattere contro mostri pieni di soldi e di potere, anche indicandoli con nome e cognome, a nostro rischio e pericolo, facendo ogni giorno la nostra parte anche se rimanevamo e rimaniamo sempre più ai margini dello studio, delle professioni, delle assunzioni, dei diritti di cittadini, mentre chi ha certamente meno titoli ma più amici nelle stanze del potere riesce a laurearsi, ottiene consulenze, incarichi, sponsorizzazioni. E il loro “esercito” diventa ogni giorno più potente ed incontrastabile, mentre il nostro fa i salti mortali per riuscire a sopravvivere e sostenere anche l'azione di magistrati ed uomini delle forze dell'ordine coraggiosi che si trovano finanche nella situazione di dover pagare loro la benzina delle auto di servizio o i toner nelle fotocopiatrici di caserme, commissariati e Procure.

Adesso bisogna ragionare seriamente sul ruolo e l'incisività che Ammazzateci Tutti può rappresentare in Italia oggi e domani, se e quanto valga la pena continuare.
E lo facciamo iniziando a fare i cosiddetti “conti”: se in termini di consenso e sensibilizzazione il bilancio è in segno positivo ed in netta ascesa costante (partendo dalla Calabria oggi siamo in più di 8.000 ragazzi e ragazze in tutta Italia, dalla Lombardia, alla Sicilia, al Lazio, al Veneto, alla Puglia, al Piemonte, alla Campania), non possiamo dire altrettanto in termini di spese vive sostenute per mantenere aperta la baracca.

L'idea di portare sul web e nei territori le nostre rivendicazioni, la nostra voglia di gridare al mondo intero che l'Italia non è solo mafia, che non è colpa nostra se emergono sempre e solo i nostri peggiori concittadini, ci hanno portato a scommettere (e rischiare) sulla nostra stessa pelle il prezzo dell'impegno che ci siamo assunti tre anni fa di fronte a tutti gli italiani onesti.

E come se non bastassero le querele, le preoccupazioni, le intimidazioni implicite ed esplicite alle quali siamo ormai abituati, adesso ci troviamo nella situazione in cui - lo diciamo chiaramente - non possiamo più permetterci il “lusso” di continuare con le nostre attività sui territori e quelle telematiche.

Partiamo dal nostro sito internet, generosamente ospitato gratuitamente sin dalla nascita su un piccolo server di una azienda calabrese alla quale abbiamo procurato, con la nostra presenza, solo e soltanto danni e preoccupazioni.
Ci hanno defacciato il sito per decine di volte, siamo stati vittime di ben 5 attacchi informatici, dei quali due violentissimi (che hanno costretto l'azienda a buttare il server ed acquistarne uno nuovo) ed ora, proprio ieri, veniamo a sapere che, sempre a causa nostra, alcuni pirati informatici sono riusciti a violare nuovamente il server trasformandolo questa volta in uno “zombie” (così si definisce in gergo tecnico) atto a frodare migliaia di persone in tutto il mondo mediante phishing su conti bancari esteri. Per capire meglio la gravità della situazione basti pensare che siamo stati contattati direttamente dai responsabili della sicurezza informatica di due importanti istituti bancari in Australia ed il Belgio, i quali hanno anche tenuto ad informarci delle responsabilità penali di fronte alla legge nostre e dell'azienda che ci ospita.

Quantificare ora il danno economico e quello eventualmente penale, ci porta inevitabilmente a stabilire che la nostra esistenza dovrà essere indipendente da ogni preoccupazione futura e, quindi, essere disposti anche a trarne le estreme conseguenze: partendo dalla chiusura di Ammazzatecitutti.org e degli spazi di comunicazione ad esso collegati (forum, ecc..).

A questi conti che non tornano dobbiamo aggiungere diverse migliaia di euro di debiti contratti (anche personalmente) nell'organizzazione delle nostre iniziative (sostenute solo parzialmente dalle poche Istituzioni alle quali ci siamo rivolti).
Senza contare il fatto che ormai i nostri ragazzi stanno devolvendo interamente alla causa le loro paghette settimanali in ricariche telefoniche e fotocopie.

Per questo ci appelliamo a tutti voi, chiedendovi un piccolo grande gesto di solidarietà; diventate nostri "azionisti", almeno noi cercheremo di non fare la fine di Parmalat e Alitalia.

Non parliamo di milioni, a conti fatti basterebbero 30 mila euro per farci riprendere fiato e metterci in condizione di fissare obiettivi di medio-lungo termine.

Lo facciamo stabilendo una data simbolica: il 16 ottobre prossimo, terzo anniversario dell'omicidio Fortugno e quindi della nostra “nascita”. Se entro questa data non dovessimo riuscire a sanare ogni passivo saremo costretti a staccarci la spina da soli, archiviando prematuramente questa bellissima esperienza. Con la morte nel cuore.

Dobbiamo dimostrarci persone serie, soprattutto con chi ci guarda da sempre con ammirazione, stima ed aspettative che non meritiamo, perché, come dice spesso Monsignor Giancarlo Bregantini, <> ed evidentemente noi abbiamo fallito, non riuscendo ad organizzare degnamente le speranze di tutti noi, di tutti voi.

Aldo Pecora
Rosanna Scopelliti
Coordinamento nazionale "Ammazzateci Tutti"


Si può sostenere Ammazzateci Tutti in 4 modi:

ON-LINE CON CARTA DI CREDITO


BONIFICO BANCARIO
inviando un bonifico bancario su BancoPosta intestato a:
ASS.NE "I RAGAZZI DI LOCRI - AMMAZZATECI TUTTI"
IBAN: IT14X0760103200000080253792
ABI 7601 - CAB 3200 - c/c n. 80253792 - CIN: X
inserendo nella causale "Donazione Autofinanziamento 2008/2009"
Per i bonifici dall'Estero inserire il CODICE BIC/SWIFT BPPIITRRXXX


BOLLETTINO DI CONTO CORRENTE POSTALE
inviare un bollettino di c/c postale intestato a:
ASS.NE "I RAGAZZI DI LOCRI - AMMAZZATECI TUTTI"
conto corrente postale n. 8 0 2 5 3 7 9 2
inserendo nella causale "Donazione Autofinanziamento 2008/2009"


VERSAMENTO SU CARTA "POSTEPAY" n. 4023 6004 6083 8552

Le donazioni a favore del Movimento sono deducibili, per maggiori informazioni consulta la pagina dell'Autofinanziamento

www.ammazzatecitutti.org

giovedì, settembre 11, 2008

 

LA SPERANZA DISILLUSA

Alla fine anche lui si è rassegnato. Alla fine anche lui mollerà. Dopo aver gridato a tutti i politici i suoi vaffanculo, dopo aver dato seppur una minima speranza a molti italiani onesti (ricordiamo il sondaggio che dopo il primo V-Day dava al 17% un partito che lo annoverasse come capofila - Aghost), si arrende.

Parliamo di Beppe Grillo. In un intervista a La Stampa afferma di non voler più cambiare il mondo, di non avere più le forze e che probabilmente tra un anno mollerà tutto e si ritirerà a vita privata.

Una speranza disillusa; un tradimento a danno di tutti coloro che auspicavano, prima o poi una trasformazione da comico, ultimamente sempre meno, a politico; in modo da concretizzare tutti quei bei discorsi che faceva nelle piazze, sempre stracolme durante i suoi spettacoli.

Ma così non sarà, a meno di ripensamenti dell’ultima ora. Grillo ha detto la sua:

“Non posso mica andare avanti tutta la vita a cercare di cambiare il mondo. Mi do ancora un anno di tempo e poi chissà... magari vado all’estero”.

E poi riferendosi a quel movimento che lo segue da quando ha aperto il suo blog, circa 3 anni fa, i meetup che sono quei gruppi di sostenitori diffusi in tutta Italia, afferma:

“Intanto tra tre mesi ci affittiamo un palazzetto dello sport e ci facciamo una convention dei nostri meetup, come Obama. Poi tra un anno deciderò. Magari anch’io comincerò a dire cose rassicuranti, a raccontare che respirare merda fa bene".

Una presa di posizione che molti suoi sostenitori già vedono come tradimento. Dopo aver parlato di liste civiche e averle sostenute anche se solo a parole, con molti post nel suo blog, mandando allo sbaraglio tanti ragazzi volenterosi che fino ad ora in nessun comune sono riusciti a sconfiggere i partiti tradizionali, Grillo con il suo solito fare ambiguo, tira il sasso e nasconde la mano. Promuove una nuova politica ma non ci si vuole buttare dentro. Probabilmente perché da fuori è più comodo e non si è bersaglio dei poteri forti e soprattutto perché si possono fare anche molti soldi.

Nell’ultima dichiarazione dei redditi il comico dichiarava oltre 4 milioni di euro all’anno (Fainotizia) e quando Visco, nel precedente governo, rese trasparenti, anche se per poco, i redditi di tutti gli italiani, scoprendo anche quello milionario di Grillo, questi iniziò dal suo blog una campagna furente contro la trasparenza del ministro (Repubblica) anche se dovette subito ritrattare dopo la valanga di critiche dei suoi fan che lo accusarono di predicare bene e razzolare male.

Così oggi molti sostenitori, tra cui noi, si chiedono: si è tutto ridotto a questo? Tutti i discorsi, tutte le proteste, tutte le raccolte di firme (che non sono servite a nulla perché non sono mai state prese in considerazione dalla politica), i referendum (quelli del V2-Day probabilmente saranno annullati dalla corte di cassazione - fainotizia), gli spettacoli, il blog; alla fine di tutto questo non rimangono che 4 milioni di euro all’anno nelle tasche di Grillo? Probabilmente sì.

Un’altra, forse l’ultima, botta sul groppone di quei pochi italiani onesti che vedevano in lui un’alternativa. Una lancia in più per tutti quelli che affermavano già 3 anni fa che Grillo sarebbe stato solo un bluff, che non avrebbe mai risolto nulla, che si sarebbe limitato solo a far battute e a criticare il criticabile; che in fondo in fondo non è mai stato nient'altro che un semplice comico.


F.to

Comitato contro l'indulto

comitatocontroindulto@gmail.com



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