lunedì, ottobre 09, 2006

 

IL PAESE DEI BALOCCHI

Ci è arrivata un'email da Nicola Andrucci, uno studente di Scienze Politiche di Forlì, che grazie alla Casa Editrice Montedit ha stampato il suo libro "Cosa Nostra, attacco allo Stato". Come lui ci scrive, "questo testo è indirizzato principalmente a chi di mafia e rapporti mafia-politica sa poco (e purtroppo sono tanti). Non vuole quindi essere una “Summae” sulla mafia, ma, come si può leggere nella mia prefazione a questo lavoro, un libro “introduttivo”, a supporto di un progetto sociale di sensibilizzazione delle coscienze che ho in mente e che voglio con forza portare avanti".
Il libro verrà presentato venerdì 20 ottobre a Bagno di Romagna (FC) ad un dibattito in cui sarà presente l'onorevole Francesco Forgione, il quale intervenne in Parlamento, censurando l'emendamento che faceva rientrare nell'indulto i reati inerenti l'art. 416-ter del Codice Penale (voto di scambio mafioso).
Andrucci sta attualmente scrivendo un secondo libro relativo al "Processo a Marcello Dell'Utri" nel quale, oltre a quel procedimento penale, analizza le leggi sulla giustizia degli ultimi anni, oltre agli ignobili attacchi subiti dalla Magistratura italiana. Un capitolo particolare lo sta scrivendo proprio sull'indulto.
Gli abbiamo così chiesto di scriverci un riassunto in modo da pubblicarlo sul nostro blog e lui ci ha mandato quanto segue:
Benvenuti in Italia, dove “delinquere conviene”!

Un cartello simile, con le relative traduzioni in più lingue, dovrebbe essere collocato su tutte le frontiere nazionali, in modo che gli estranei a questa nostra incredibile nazione, di Santi e Navigatori, sappiano che il paese dei balocchi non era solo un’invenzione di Collodi nel suo Pinocchio.

Il Paese dei Balocchi esiste e oggi più che mai si chiama Italia.

L’Italia, terra del Diritto Romano, si è trasformata nel tempo “…una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce… ed ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d’acqua...”.
Allora proviamo a raccontare questa novella che si rispecchia quotidianamente nella nostra realtà.

Negli ultimi anni ci siamo trovati a subire Leggi Vergogna sulla Giustizia, indegne di un paese che si dice (o vorrebbe dirsi) democratico.
Parliamo della Legge sull’ordinamento giudiziario, una riforma tesa al controllo della Magistratura, in barba ai principi sanciti da Montesquieu sull’indipendenza dei tre poteri fondanti degli Stati, Legislativo, Esecutivo e Giudiziario;

Della Legge ex Cirielli (diffidare da qualsiasi norma che si dice ex, significa che ne ha preso le distanze persino il suo promotore!), o “Salva Previti” (il nome è tutto un programma, o meglio, il programma...), sulla riduzione dei tempi di prescrizione dei reati. Una norma che incentiva a delinquere, sperando che il giorno del Giudizio giunga il più tardi possibile (magari utilizzando anche cavilli, leggi ad hoc e ogni quanto altro necessario);

Della Legge Pittelli, una legge non solo ultra-garantista, ma proprio un favore a chi delinque, la quale rende quasi impossibile condannare gli imputati;

Della Legge Pecorella, dove può esserci errore se e solo se si condanna un imputato.

Della Legge Cirami, dove chi delinque può ricusare il proprio “Giudice naturale” fino a quando non ne troverà uno a lui consono;

Del Falso in Bilancio con la quale, non solo delinquere conviene, ma diventa enormemente fruttuoso, a discapito di tutti i cittadini onesti;

Della Legge sulle Rogatorie, una norma talmente assurda che al mondo l’hanno compresa solamente due persone... e nessuna di queste era il promotore della legge.

Del Lodo Schifani, un “unicum in tutto il mondo democratico” come dichiarato dal già Presidente della Corte Costituzionale Leopoldo Elia, in palese contrasto con l’articolo 3 della Costituzione Italiana sull’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, e in contrasto con gli articoli 14 (1) e 26 della Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici (L’articolo 14 (1) stabilisce che tutte le persone sono uguali di fronte al Tribunale).

Così, mentre lo Stato di Diritto veniva colpito a martellate su un ipotetico ring, ecco giungere il segnale di discontinuità con il passato che tutti i cittadini aspettavano... Il getto della spugna, la resa dello Stato, il botto libera tutti:

La legge sull’indulto.

Una legge che scarica le responsabilità penali di chi commette i reati, sui cittadini onesti.
Che si volesse scaricare le colpe lo abbiamo capito fin da subito dalle parole del Guardasigilli Clemente Mastella (il nome è il suo programma di governo...) che ha “accusato” Papa Giovanni Paolo II, reo di avere chiesto durante la XIV Legislatura, un segno di clemenza al Parlamento.
“Non ti vorrai mica tirare indietro, l’ha chiesto il Papa!” (il quale però ora non può più dire niente in merito...)

E così capita che una delle leggi più vergognose della Storia italiana, trovi in Parlamento una larghissima maggioranza, che ci fa ben capire quale sia il principale interesse di chi siede in Parlamento: l’ impunità.

Poiché in tutti i partiti (quasi tutti a onor del vero) hanno un amichetto da salvare:
per questo motivo se lo portano in Parlamento (ben venticinque condannati in sede penale), oppure qualcuno che dal Parlamento è rimasto fuori ma sta per finire dentro, oppure qualcuno che grazie a questa legge sarà poi molto grato in termini di consenso elettorale...
Ci hanno raccontato tante belle storie, di carceri che scoppiano, di detenzioni ingiuste, e quale migliore soluzione che liberare tutti (o quasi).

Come abbiamo visto buona parte di chi è tornato in libertà ha ricominciato subito a delinquere, tanto l’interesse dei nostri politici non è la tutela dei cittadini onesti, ma quella degli amichetti, in un consenso trasversale che ci fa comprendere meglio le parole “illuminanti” del rapper Frankie Hi Energy che recitano: “Da un bel pezzo c’è st’andazzo e non prendetemi per pazzo se ipotizzo ‘ste compromissioni storiche, ma qui nel nostro Stato il campionato vien giocato solamente da due squadre con le maglie identiche”.

E allora ci troviamo che i veri beneficiari di questa legge sono i soliti noti, come Previti, che sarà affidato ai servici sociali (che paghiamo noi con le nostre tasse...).
Ma la nostra società è matura per evitare che siano certi personaggi a rappresentarci in Parlamento?

Probabilmente no, oppure come ricorda il Giudice Caselli (al quale va tutto la mia più grande stima e sostegno morale), viviamo nell’Italia dei furbi che le regole le sentono come un fastidio, l’Italia dei mille affaristi che considerano le regole un impedimento al loro affermarsi […] l’Italia delle impunità, di chi le regole le conosce, le viola e pretende che nessuno gliene chieda conto […] l’Italia dell’indifferenza, della normalizzazione, dei compromessi, di un’improponibile pacificazione fra chi ha rubato e chi no.

Qui si tratta di fare i conti con chi onestamente rispetta le regole e chi non lo fa, potendo poi contare su provvedimenti legislativi ad hoc, senza tenere conto che qualsiasi reato commesso, va a discapito della collettività.

Ma forse di questo la collettività ancora non se ne è resa conto...
Per questo motivo, in Italia, il Paese di Bengodi, delinquere conviene...
Nicola Andrucci
A noi del Comitato contro l'indulto non ci rimane che sottoscrivere una per una le parole di questo testo, che ci fa tristemente comprendere come, con gli attuali politicanti sarà impossibile una cancellazione delle leggi vergogna varate dal governo Berlusconi ed un rinnovamento dell'intera classe dirigente, sempre più attaccata al potere e ai propri interessi, che mai collimano con quelli dei cittadini italiani.
F.to
Comitato Contro l'Indulto

Comments:
Per correttezza è importante sottolineare come l'onorevole Forgione sia uno dei (pochi) politici maggiormente impegnati nella lotta alla mafia e per questo motivo va a lui la mia stima. Proprio per questo però mi ha meravigliato la censura all'emendamento Licandro; sono curioso di avere dall'On. Forgione spiegazioni in merito.
Ho conosciuto personalmente l'On. Forgione, uomo di profonde qualità morali, che sta portando avanti una battaglia importante contro i fenomeni associativi criminali. Questo è importante riconoscerlo.
Nicola A.
 
Ave

Sono il correttore, ancora quello ufficiale non c'è, delle bozze di Nicola Andrucci e in questo momento assaporo già il gusto di rileggere quel piglio che a tutti l'ha fatto conoscere.

Davide
 
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