lunedì, ottobre 30, 2006

 

LA GIUSTIZIA? QUESTIONE DI PERCENTUALI

“I cittadini non apprezzano quei provvedimenti che appaiono espressione di un vecchio modo di governare. Così è stato per l'indulto, percepito come un provvedimento di sola emergenza, rischioso per la sicurezza dei cittadini e capace di rimuovere le cause della stessa emergenza carceraria” (IGN)
Piero Fassino, Roma 21 Ottobre.

Qualcosa è cambiato, qualcosa è successo; perché se uno dei massimi difensori dell’indulto, L’On. Piero Fassino, ha dichiarato pubblicamente un paio di settimane fa, quello che avete appena letto all’inizio dei questo articolo, significa che a palazzo stanno iniziando ad avere paura.
Paura della rabbia della gente, paura della memoria della gente. Così se fino a qualche mese fa l’On. Fassino difendeva l’indulto, rispondendo con lo stesso testo sia ad un’e-mail di protesta, inviata da un utente del meetup “amici di Beppe Grillo di Udine” che alle aspre critiche dell’associazione Libertà e Giustizia, scrivendo che: ”…Un provvedimento di clemenza non era più rinviabile, tenuto conto che l'ultimo indulto risale a sedici anni fa. La Costituzione richiede, per una legge di questa natura, il voto favorevole dei due terzi dei componenti di ogni ramo del Parlamento. Una maggioranza amplissima che può essere realizzata solo con un'intesa tra il più ampio numero di forze politiche e con la ricerca di un punto di equilibrio… Abbiamo perciò lavorato ad un testo equilibrato e ragionevole, che, rispetto ad indulti del passato, comprende la più lunga lista di reati esclusi dall'applicazione dell'indulto…Abbiamo detto sì all'indulto, dunque, non per favorire qualcuno, ma perchè era una risposta necessaria, doverosa e non più eludibile all'emergenza delle carceri.”; ora, probabilmente dopo aver constatato la repentina discesa, anche a causa dell’approvazione dell’indulto, dell’indice di gradimento del governo Prodi, invece dichiara ”…che i cittadini non apprezzano quei provvedimenti che appaiono espressione di un vecchio modo di governare”.
I cittadini, On. Fassino, non apprezzano tutti coloro che giustificano provvedimenti, che si potevano benissimo evitare, infischiandosene della volontà popolare, che su tale provvedimento si è largamente e negativamente espressa e che causano, e continueranno a causare per anni, gravi danni all’interno del tessuto sociale.
Ci pare piuttosto che non solo il provvedimento sia espressione di un vecchio modo di governare, ma anche coloro, come lei e tutti gli altri politici, che lo hanno fortemente sostenuto.
Un vecchio modo di governare che tutti noi cittadini non sopportiamo e sosteniamo più, per questo, come abbiamo più volte dichiarato, alle prossime elezioni non vi voteremo, in modo che alla guida del Paese possa finalmente emergere una classe dirigente più responsabile e più vicina alle reali esigenze della gente (e non a quelle dei furbetti del quartierino).
Ma se Fassino si pente c’è chi ancora non vuol fare ammenda, come il nostro ministro della Giustizia Clemente Mastella che risponde ai neonati dubbi fassiniani affermando: «Non credo che con la strategia del coccodrillo si faccia lunga strada». E poi reagisce e contrattacca: «Non siamo affatto in una situazione di guerriglia urbana determinata da chi è uscito dal carcere. Dare questa versione dell'indulto come causa dell'insicurezza che c'è nelle nostre città, francamente mi pare una spiegazione non corretta, improvvida, non corrispondente ai dati di fatto».(Il Giornale).
E in altre sedi continua dichiarando: Dopo l'indulto solo 3,5% e' tornato in carcere tra i detenuti rilasciati. L'indulto non ha quella responsabilita' che tutti gli addebitano. Sembra che sia colpa dell'indulto tutto quello che accade in Italia".(La Repubblica)
Come se il 3,5%, che in cifre diventano 896 detenuti ritornati in carcere dopo avere usufruito dell’indulto perché rei di aver commesso nuovi reati, fosse poca cosa. Come se per tutti i cittadini onesti incappati in uno di questi 896 detenuti si sia trattato solo di pura sfortuna, di un avvenimento inevitabile che non aveva nessuna relazione con la legge sull’indulto.
Vogliamo ricordare all’On. Mastella che questi 896 (per ora) detenuti (senza considerare tutti gli indultati che pur commettendo altri reati non saranno mai individuati e dei quali non sapremo mai nulla) sono ritornati in carcere perché hanno commesso furti, rapine, e addirittura stupri e omicidi. Ma non c’è nessun problema perché sono solo il 3,5% del totale.
Una percentuale che non comprende i detenuti che sono stati indultati per reati gravissimi e che non hanno commesso altri reati, per i quali è estremamente vergognoso solo pensare che abbiano potuto usufruire dell’indulto.
Ma si sa, il cittadino è sacrificabile agli sporchi interessi dei politici (di centrodestra e di centrosinistra) soprattutto quando questi sono giustificati da una statistica così favorevole.
Per ricordare al nostro ministro della Giustizia i concreti e turpi danni causati alle persone (che farebbero ben a meno di rientrare in quella piccola percentuale da lui citata) dall’induto, continuiamo la nostra penosa raccolta di articoli:

Sondrio/ Uccise la moglie a coltellate: libero per indulto
Nel gennaio di sei anni fa uccise la moglie a coltellate davanti alla figlia di 3 anni. Ora Francesco Gussoni, 35enne di Sondrio condannato a 11 anni, è libero grazie all'indulto. Affari Italiani
Perugia: indulto a chiatti, pg non ricorrera' in cassazione
Secondo la Procura generale di Perugia, la concessione dell'indulto - e il conseguente sconto di pena - è stata ritenuta tecnicamente corretta. Agenzia GRT
Libero con l'indulto l'uxoricida di Cino
Cino - L’indulto colpisce ancora. Lascerà oggi stesso il carcere di Biella dove è stato trasferito dopo la condanna definitiva Francesco Gussoni, 35 anni di Dubino, che il 21 gennaio del 2000 uccise a coltellate la moglie Sonia Di Gregorio, appena ventenne. La Provincia di Sondrio
Libero con l’indulto, uccide per un’auto
Era libero grazie all'indulto il criminale slavo che ha ucciso a Napoli un giovane commerciante nel tentativo di rubargli l'auto. Il Giornale
La corsa all'indulto manda in tilt il Tribunale: migliaia di richieste
Raffica di richieste di indulto: 1.600 quelle già arrivate al Tribunale di Como tra sezione penale ed ufficio Gip. Numeri impressionanti quelli che arrivano dal Palazzo di giustizia cittadino, alle prese in questi giorni con una vera e propria emergenza. Ciao Como
Mafia, 9 fermi a Catania: sventato omicidio
Tra i nove arrestati c'è anche l'ex pentito Giovanni Pellegriti che, dopo avere scontato una condanna per mafia, era ora agli arresti domiciliari e aveva fatto richiesta dei benefici previsti dall'indulto. Corriere della Sera
Indulto, chieste altre 5 scarcerazioni
Ancora cinque richieste di scarcerazione. Dopo la decisione del gup Giorgio Baruto di rimettere in libertà buona parte degli autonomi ai domiciliari per i disordini di corso Buenos Aires dello scorso 11 marzo, grazie ai benefici dell'indulto. Il Giornale
Violentò un’americana, era libero grazie all’indulto
Sequestra e violenta una ventenne americana, incastrato dal telefono cellulare. Era stato scarcerato il 10 agosto scorso «Mazinga», ultrà romanista finito in galera proprio per violenze e rapine a mano armata. Il Giornale
Milano cancella i processi a rischio indulto
Se fosse una società privata sarebbe costretta a chiedere il fallimento e a portare i libri in tribunale: senza soldi, senza personale, addirittura senza carta. Costretta a pagare gli stipendi col contagocce e in arretrato di 4 mesi, con un bilancio che in sei anni si è ridotto del 75 per cento e una produttività al collasso. La Stampa
Catania - fuori con l'indulto ma entrava a casa d'altri. preso ladro
La Polizia ha arrestato a Catania un ladro d'appartamento. Con sè aveva ancora la refurtiva. Era uscito dal carcere ad agosto grazie all'indulto. Assud
Beneficiato dall’indulto rapina subito un tassista
Un pregiudicato romano di 35 anni appena uscito dal carcere di Velletri grazie all'indulto è stato fermato dai Carabinieri della Compagnia Casilina con l'accusa di avere rapinato martedì scorso un tassista. Il Giornale

F.to
Comitato Contro l’Indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

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