martedì, gennaio 02, 2007

 

REGALI INASPETTATI

Al ritorno dalle vacanze natalizie e dai più o meno opulenti (per chi ancora se lo può permettere) festeggiamenti per la venuta del nuovo anno, scorgiamo, sorpresi, un articolo di La Repubblica: tra le notizie che gli italiani considerano degne di rappresentare il 2006, dopo i tragici avvenimenti dell’omicidio del piccolo Tommy, che per il 51% degli intervistati risulta l’evento che più li ha colpiti, al secondo posto con il 34% delle preferenze, spunta fuori nientepopodimeno che l’indulto. La notizia ci rende raggianti perché significa che la nostra battaglia per una politica più vicina ai bisogni dei cittadini e sopratutto che rispetti la volontà di quest’ultimi non è stata (non è e non sarà) vana. Una grandissima percentuale di italiani, quanti mai ce ne saremmo augurati nei nostri sogni più ottimistici, sa cos’è l’indulto e ciò che ha provocato.

Ma la cosa che proprio, per una volta, ci rende orgogliosi di essere cittadini italiani è che l’indulto si è collocato tra i “fatti” più eclatanti prima della vittoria della nazionale di calcio, classificatasi al terzo posto, e anche se troviamo l'ipotesi di broglio alle elezioni solo al 13esimo posto, non possiamo che gioire per questo regalo inaspettato e per ciò che implica: finalmente in Italia si discute più di politica, di problemi della società, del ruolo che i politici debbono avere e del loro mancato rispetto della volontà popolare che di calcio. Finalmente l’italietta, almeno da questo sondaggio, risulta invece apparire un’Italia consapevole degli errori che la nostra classe dirigente commette a discapito di tutti noi cittadini, finalmente possiamo scorgere in questo risultato, a rischio di esagerare, una forte e reale voglia di cambiamento. Vorremmo leggerlo come un monito a chi ancora, dopo tutte le proteste e le più che negative evidenze, si ostina a difendere senza il benchè minimo pudore, l’infame indulto, avendo il coraggio di dichiarare, come ha fatto il 25 dicembre (sigh!) il nostro presidente del Consiglio Romano Prodi: "L'indulto e la Finanziaria li rifarei".

Di nuovo vorremmo rassicurare l’On. Prodi che noi italiani non gliela daremo una seconda possibilità per rifare l’indulto e qualsiasi altro provvedimento che possa nuocere alla società. Come non gliela daremo a tutti coloro (ricordiamo di centrodestra e di centrosinistra) che hanno votato l’indulto utilizzando biecamente la scusante di liberare le carceri dal sovraffollamento per rendere in realtà non punibili i loro amici, i loro proprietari di banche, i loro finanziatori.

Un regalo inaspettato, non sappiamo ancora quanto gradito, sarà anche l’attesa correzione dell’indulto. Tecnicamente è solo una leggina. Una norma-ponte utile per alleggerire il lavoro dei magistrati dopo che questi avevano fortemente espresso la loro contrarietà all’indulto; infatti servirà a snellire il lavoro dei tribunali, dove si trascinano migliaia di procedimenti dall’esito assolutorio scontato proprio in forza del provvedimento di clemenza approvato dal Parlamento l’estate scorsa. Secondo Balducci e Boato, che ne sono i promotori, l’indulto ha fallito nella risposta «al problema del rilevante numero di processi pendenti». Ecco il perché della leggina che permetterebbe di accelerare la conclusione dei processi nei quali sono coinvolti soggetti imputati per reati condonati in parte o in tutto dalla 241/2006. Divenuto legge l’indulto bis, l’imputato potrà chiedere il patteggiamento anche nella fase dibattimentale del processo. Mentre, di regola, l’applicazione della pena su richiesta delle parti è un rito abbreviato cui si può ricorrere solo nella fase preliminare. Risultato: l’imputato riconosce la colpevolezza, contratta con il pubblico ministero la pena e incassa lo sconto previsto con l’indulto. Pure lo Stato ci guadagna - nella logica della proposta e dei suoi presentatori - perché solleva uomini e mezzi da un processo dall’esito scontato e li destina a cose più importanti. Ma Balducci e Boato si spingono oltre. Prevedono cioè il ricorso al patteggiamento anche in appello e in cassazione. Insomma un colpo di spugna. Intorno al quale potrebbe formarsi la stessa maggioranza trasversale che, a luglio, approvò l’indulto. Con il vantaggio che stavolta non occorrerebbe il quorum dei due terzi. Alla proposta di legge dei Verdi è stata abbinata un testo gemello. Reca la firma di Enrico Costa, avvocato piemontese, deputato di Forza Italia. Il fronte garantista è dunque più che garantista.(Il Tempo)

In attesa di ulteriori sviluppi che meglio ci facciano comprendere le implicazioni di tale legge, se e quando verrà applicata, noi del comitato rimaniamo guardinghi e ci impegnamo come sempre ad informare tempestivamente tutti coloro che leggono il nostro (loro) blog. Questa notizia comunque ci fa meglio comprendere l’insistente e ottusa difesa dell’indulto da parte di Prodi. Se ci sarà una legge per correggere l’indulto, che probabilmente sarà causa di altre accese discussioni tra le forze di maggioranza, si capisce come continuare a difendere l’indulto rientri anche in una strategia più vasta. Una strategia della difesa a tutti i costi molto pericolosa, aggiungiamo noi.

Ma se qualcuno difende altri accusano. Come fa l’On. Di Pietro affermando: «L’indulto è un errore così come è stato un errore aver tentato di inserire nella Finanziaria l’impunità per i reati e gli illeciti finanziari. Il giorno di Natale dobbiamo fare un fioretto: quello di non ripetere più questi errori che dequalificano l’operato della maggioranza. Non bisogna tirare il sasso e poi pretendere che l’acqua rimanga ferma, posso considerare chiusa la polemica, ma il danno è stato fatto - dice poi il ministro delle Infrastrutture riferendosi agli alleati dell’Unione -. Ecco perché non si tratta solo di fare un fioretto ma ci deve essere anche l’augurio di un nuovo anno per la stagione giudiziaria altrimenti che ci siamo andati a fare al governo?». (Il Meridiano)

E’ quello che vorremmo chiederLe On Di Pietro: Che ci sta a fare in un governo che si ostina a difendere provvedimenti contrari alla linea di principio del suo partito e percio’, speriamo, di tutti i suoi aderenti?

Anche se il solo pensiero che il piccolo bugiardo venditore di spazzole e la sua banda possano ritornare al governo, magari per altri 5 anni, ci atterrisce e ci inquieta profondamente (pensiamo infatti che questo sia l’unico motivo per cui Lei ancora non è uscito dal governo), crediamo che tale ragione non possa essere la giustificazione per imporre al Paese provvedimenti stupidi e dannosi. Crediamo che ognuno debba assumersi le responsabilità di ciò che sostiene o ciò che col solo fatto di essere parte di un governo, più o meno passivamente, contribuisce a sostenere.
Pertanto On. Di Pietro è giusto che anche lei si prenda carico delle sue responsabilità, perché altrimenti saremmo costretti a pensare a male e a essere d’accordo anche se solo in parte, con chi non avremmo mai pensato nemmeno lontanamente di esserlo, come Roberto Calderoli quando dice: “Non posso che domandarmi: ma cosa diavolo ci fa il ministro Di Pietro in quella maggioranza con cui sembra non avere nulla da spartire? La coerenza si paga e se Di Pietro vuole cantare fuori dal coro, come sta facendo, allora si dimetta e tolga il sostegno a questo Governo, fatto dai Prodi, dai Mastella, dai Verdi che non vogliono le infrastrutture, da quelle forze politiche che tanto critica e che hanno voluto l'indulto o la norma salva-ladri». (Il Tempo)

Sappiamo che Calderoli parla in questo modo perché spera di ritornare al potere (quale altro governo in tutto l’universo conosciuto e fors’anche sconosciuto potrebbe portare La Lega e i suoi imbarazzanti – aggettivo eufemistico - uomini al governo se non quello del nostro nano e bugiardo venditore di spazzole?) dato che mai questo partito ha protestato per le ignominiose leggi ad-personam (o meglio sarebbe chiamarle “iustitia adversum”) durante i suoi 5 anni di governo; noi invece lo facciamo perché crediamo sia giunta l'ora di un governo fatto di uomini che non abbiano altri interessi se non quelli del proprio Paese e di tutti i suoi cittadini.

Per questo On. Di Pietro, nell’augurarle un nuovo 2007 confidiamo, noi e tutti gli italiani, nel suo senso di moralità e responsabilità, nella speranza che mai più provvedimenti così ignominiosi vengano riproposti al Paese.

Approfittiamo di questo spazio per augurare a tutti gli italiani un 2007 veramente migliore: più giusto e sereno e augurando inoltre a tutti voi (e al Paese) politici più rispettosi delle vostre volontà e più responsabili nei confronti dei vostri bisogni.
Ne approfittiamo ancora per ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto durante l’anno precedente; continuate a sostenerci e non dimenticate di scriverci ogni tanto (anche noi a volte abbiamo bisogno di incoraggiamento).

BUON 2007
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

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