venerdì, giugno 29, 2007

 

ALI BABA E I 40.000 LADRONI

Forse perché abituati a “tirare a campare” e a “sopravvivere” ai soprusi padronali da parte dei tanti vassalli, valvassori e potentati vari in cui l’Italia causa feudalesimo è stata divisa per secoli, forse perché i miti dei vari ladri che rubano per dare ai poveri o comunque rubano ai ricchi come Robin Hood, Lupin, Ali Baba, da sempre suscitano in noi una certa simpatia, fors’anche per i 2000 anni di cristianesimo e cattolicesimo di cui è oramai impregnato il nostro DNA di italiani inclusa l’insita regola del perdono non 7 volte ma 70 volte 7, nel nostro Paese non si punisce mai e si perdona tutto. In particolar modo il furto che è da sempre considerato un reato minore, un reato assolutamente da perdonare. Rubare è un’arte diceva qualcuno, e più che altro è anche un’abitudine, mai persa perchè mai punita, tutta italiana.
Secondo il nostro Codice di Procedura Penale il furto è punito dai sei mesi ai tre anni (art. 624 c.p.).
Considerando poi tutte le possibili attenuanti e sconti di pena che i nostri illuminati legislatori hanno creato negli anni per questo tipo di reato, per ultimo l’indulto, alla fine dei conti diviene praticamente impossibile per un ladro finire in galera; e se putacaso si è compiuto il furto con arma alla mano o si è pescati a reiterare il reato e si ha la sfortuna di finirci veramente in gattabuia, non c’è da preoccuparsi perché sarà molto difficile riuscire a scontare per intero il previsto già brevissimo soggiorno nelle patrie galere. “Un dato per tutti: chi è stato arrestato per rapina a mano armata resta in cella mediamente 618 giorni (meno di due anni), e questo periodo comprende sia la custodia cautelare sia la condanna definitiva; poi è possibile uscire per benefici penitenziari, arresti domiciliari o altre misure alternative alla detenzione”. E’ l’allarme lanciato dal responsabile della Direzione generale detenuti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Sebastiano Ardita che afferma: “le statistiche più rilevanti riguardano i periodi brevi di permanenza: in cella, nella maggior parte dei casi, non si resta più di 90-120 giorni (il 62% degli imputati fino a un mese, mentre circa il 31% dei condannati da 6 a 12 mesi). L'auspicio di Ardita è che il Parlamento approvi al piu presto il ddl di modifica del codice di procedura penale voluto da Mastella nei mesi scorsi e che si arrivi anche a un' organica riforma del codice penale: "In questo modo afferma la pena etentiva, certa e stabile, è assicurata per i soggetti pericolosi; per gli altri, invece, bisogna puntare sulle misure alternative al carcere. Si tratta di far sì che torni ad avere senso, effettività e consistenza la pena detentiva. Le carcerazioni brevi in quanto tali non sono foriere di sicurezza per la collettività, né idonee a determinare processi rieducativi o quanto meno riabilitativi". (Ansa)
Insomma in parole povere se vi rubano l’auto, se vi ripuliscono l’appartamento, se vi scippano il portafoglio, se insomma un qualsiasi cittadino subisce un furto e per un caso straodinario il ladro viene beccato in fragranza di reato e viene arrestato, non state tranquilli perché questa persona nel peggiore dei casi non rimarrà in galera che pochissimi giorni. E’ come dire che il furto in Italia è legalizzato (come tante altre malefatte). Rubare si può e si deve perché chi ruba rimane assolutamente impunito e al massimo riceve una pena pari ad un buffetto sulle guance e ad un avviso di non farlo più, altrimenti, lo Stato italiano potrebbe anche offendersi e mettersi a piangere per il dispiacere.
Chi piange veramente, però, oltre a noi tutti cittadini sono anche i commercianti italiani che nell’ultimo anno hanno subito 40.000 rapine e che tramite le parole del loro presidente di categoria, Marco Venturi, affermano: “I commercianti sono una delle categorie piu' esposte all'emergenza sicurezza, e il numero delle rapine e' cresciuto oltre le 40.000 ogni anno. La paura aumenta anche perche' il 92% dei reati rimane impunito" e punta il dito contro i "guasti rilevanti" causati dall'indulto (Ansa).
Ma non sono i soli a preoccuparsi dell’impunibilità dei ladroni. Se anche alcuni esponenti di Cosa Nostra beccati al telefono (a comprova di quanto sono utili le intercettazioni che i nostri politici vogliono bloccare con un’altra bella legge del sapiente Mastella) si indignavano e lamentevano riferendosi alla marea di scarcerazioni di ladri che l’indulto ha provocato, allora significa che il problema è veramente grave.”Il problema dei ladri c’è stato sempre, non solo qua. Ma ora con quest’indulto siamo rovinati” diceva infuriato Bisesi (uno degli eredi di Provenzano), e poi continuava “bisogna rompere le corna e scippare la testa a cani sciolti e scappati di casa», concludendo infine che “con l’aiuto del Cielo... che arriva la mano del Cielo e ‘na allibbirtamu (ce ne liberiamo, ndr) subito, subito...” alludendo ad un trattamento sicuramente più cruento di quella che lo Stato fornisce ai ladri (Corriere).
Certo non vorremmo arrivare anche noi a questo punto ma, visti gli effetti dell’indulto, un pensierino ce lo stiamo facendo. Mettiamo la giustizia nelle mani della Mafia, smettiamo di pagare le tasse e legalizziamo il pizzo. Staremo sicuramente più tranquilli di adesso. Potremmo forse ritornare ai bei tempi ingenui decantati dai nostri nonni in cui ancora si poteva dormire con la porta aperta.
Scherzi a parte ciò che ci preme far capire una volta per tutte alla nostra indegna classe politica (che proprio perché ladra non punisce i ladri) è che, come diceva il famoso detto buddista, col tirare troppo la corda prima o poi si finisce per spezzarla. Riferendoci alle frasi di una pubblicità progresso ultimamente molto in voga: “punire è legittimo, ma uccidere è sempre sbagliato” vorremmo appunto sottolineare la prima frase: PUNIRE E’ LEGITTIMO, giustamente, senza eccessi, coscientemente ma PUNIRE e non indultare.

F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

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