mercoledì, novembre 21, 2007

 

SFORZO D'IMMAGINAZIONE

Immaginiamo di essere in un Paese dove il senso della giustizia ed anzi il concetto stesso di pena sono stati ridotti nei fatti a pura spazzatura verbale dalla sua intera classe politica/dirigente.

Ora immaginiamo di essere genitori e di essere riusciti a crescere dei figli, gioiendo ogni giorno della loro presenza, delle loro esperienze, del loro vivere quotidiano, consapevoli dei duri sacrifici che nel nostro immaginario Paese bisogna fare per crescere dei figli.

Immaginiamo che un nostro figlio insieme ad altri amici decida di fare una gita in moto. Chiamiamo questi quattro ragazzi immaginari dai 16 ai 18 anni, Eleonora Allevi, Davide Corradetti, Alex Luciani e Danilo Traini.

Immaginiamo ancora che un giorno un camionista rumeno (ma poteva essere anche italiano o di qualsiasi altra nazionalità) decida di mettersi al lavoro nonostante sia ubriaco marcio (con un tasso alcolico 6 volte superiore ai limiti di legge).

Continuiamo ad immaginare che durante la notte tra il 22 e il 23 aprile il conducente ubriaco del furgone (che chiameremo con un nome immaginario Marco Ahmetovic) di 22 anni, incroci questi quattro ragazzi e per loro sfortuna li investa uccidendoli (Qbr Magazine).

Immaginiamo lo strazio dei loro immaginari genitori. Cerchiamo di immaginare il profondo dolore. Per quanto sia assolutamente impossibile riuscirci proviamo a comprendere quali pensieri e quali sentimenti di profondissima rabbia possono aver sfiorato la mente di queste povere persone nel sapere che i loro figli sono stati assassinati (altra parola non descriverebbe l’accaduto) da un ubriaco al volante di un furgone.

Ora se si fosse in un Paese realmente esistente probabilmente questo camionista proprio a causa della sua decisione di mettersi alla guida di un furgone in stato di ubriachezza avanzata, sarebbe stato punito severamente con molti anni di carcere, e tale punizione sarebbe stata d’esempio a tutti coloro che decidevano di guidare un mezzo sotto l’effetto di stupefacenti e/o di alcool. Ma il nostro Paese immaginario non funziona in questo modo.

Proprio perchè questo Paese è immaginario, perciò non esiste le storie che al suo interno accadono sono strane ed impensabili. Ma continuiamo nella nostra storia immaginaria:
immaginiamo che un giudice decida di dare una pena di 6 anni e 6 mesi per omicidio colposo al ragazzo rumeno.

Immaginiamo che, dato che l’omicidio colposo, per quanto grave, in questo immaginario Paese non è mai (mai, mai, mai) praticamente punito, il rumeno venga posto agli arresti domiciliari e dato che non ha una casa fissa gli si permetta di scontare questa pena in un residence immaginario di San Benedetto del Tronto, ospite di Marco Fabiani, un amico immaginario italiano (Il Messaggero).

Se si fosse in un Paese reale già questo sarebbe abbastanza per comprendere in che tipo di Paese pazzesco e assurdo si sia capitati ma grazie al Cielo stiamo raccontando una storia accaduta in un Paese immaginario. Infatti non basterebbe l’indignazione di tutto il mondo per accettare quello che immagineremo più avanti:

Continuando nel nostro supremo sforzo d’immaginazione nel riuscire a raccontare una storia talmente assurda che mai combinazione di universi paralleli, per quanto infiniti, potrebbe riuscire a rendere possibile, immaginiamo che un bel giorno il rumeno decida di far fruttare a pieno il suo soggiorno obbligato e grazie ad uno squallido agente col nome immaginario di Alessio Sundas, possa anche permettersi di scrivere un libro sull’accaduto (libro che ha già tre opzioni per tre riviste immaginarie) e addirittura di diventare il testimonial di una futura immaginaria campagna di sensibilizzazione per scoraggiare la guida sotto l’influenza di alcool e droghe e per quanto immaginario ancora più incredibile che qualcuno si permetta di offrirgli 50.000 euro solo per posare con un paio di occhiali, a cui poi si andranno ad aggiungere quelli relativi ai jeans ed al vestiario per un contratto “faraonico” di 150mila euro per diventare testimonial della marca Romjeans (Pupia.TV).

Ora fermiamoci un momento, cercando di riprenderci dallo stordimento che tale storia per quanto immaginaria ha sicuramente suscitato in tutti noi. Respiriamo profondamente, scuotiamo leggermente la testa, riapriamo lentamente gli occhi, per riappropriarci del senso di realtà proprio della visione degli ambienti circostanti ed esclamiamo convinti più volte:

GRAZIE AL CIELO TUTTO QUESTO NON E’ MAI AVVENTUO NELLA REALTA’ PERCHE’ SIAMO IN ITALIA. GRAZIE AL CIELO TUTTO QUESTO NON E’ MAI AVVENTUO NELLA REALTA’ PERCHE’ SIAMO IN ITALIA. GRAZIE AL CIELO TUTTO QUESTO NON E’ MAI AVVENTUO NELLA REALTA’ PERCHE’ SIAMO IN ITALIA. GRAZIE AL CIELO TUTTO QUESTO NON E’ MAI AVVENTUO NELLA REALTA’ PERCHE’ SIAMO IN ITALIA...O NO?

F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

Comments:
Che paese del cazzo che è diventata questa Italia.
 
OT

……….CONTINUA……..dimenticando che le MORTI al servizio di uno stato, meritano TUTTE lo stesso riconoscimento.

Personalmente non so se ciò e’ stato voluto, per mandare un segnale forte, o e’ stato frutto di uno “sbaglio”, ma so che e’ l’ennesima prova dell’inettitudine dei nostri governanti.

Pubblico una lettera aperta di Salvatore Borsellino, recepita sul web, e che dimostra come gli EROI di mafia, i NOSTRI EROI, avevano una dignità che a molti, nel nostro paese manca.

“Pochi giorni dopo la strage di Via D’Amelio mia madre chiamo’………..CONTINUA…………

http://spadafora-live.blogspot.com/
 
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