venerdì, gennaio 23, 2009

 

GLI ANTICORPI PARASSITI (ovvero come impedire una nuova mani pulite)

"La giustizia è amministrata in nome del popolo..." recita l'articolo 101 della nostra Costituzione e "La legge è uguale per tutti" si legge nelle aule dei tribunali.

Ovviamente in Italia sono solo parole.

Continuando a informare i cittadini italiani sulla telenovella a puntate sullo scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro, in breve causato dall'impossibilità dei giudici Salernitani di poter continuare le indagini illegalmente archiviate dalla procura di Catanzaro, avviate dal giudice De Magistris, trasferito, guarda caso, d'urgenza a Napoli; pubblichiamo oggi la lettera di dimissioni dall'Associazione Nazionale Magistrati del magistrato Gabriella Nuzzi, pm di Salerno, trasferita dal Consiglio Superiore della Magistratura, proprio a causa dello scontro tra la sua procura e quella di Catanzaro:

Alla Associazione Nazionale Magistrati - Roma
"Signor Presidente," - (ndr: Luca Palamara) - "Le comunico, con questa mia, l’irrevocabile decisione di lasciare l’Associazione Nazionale Magistrati. Il plauso da Lei pubblicamente reso all’ingiustizia subita, per mano politica, da noi Magistrati della Procura della Repubblica di Salerno è per me insopportabilmente oltraggioso. Oltraggioso per la mia dignità di Persona e di essere Magistrato. Sono stata, nel generale vile silenzio, pubblicamente ingiuriata; incolpata di ignoranza, negligenza, spregiudicatezza, assenza del senso delle istituzioni; infine, allontanata dalla mia sede e privata delle funzioni inquirenti, così, in un battito di ciglia, sulla base del nulla giuridico e di un processo sommario. Per bocca sua e dei suoi amici e colleghi, la posizione dell’Associazione era già nota, sin dall’inizio. Quale la colpa? Avere, contrariamente alla profusa apparenza, doverosamente adottato ed eseguito atti giudiziari legittimi e necessari, tali ritenuti nelle sedi giurisdizionali competenti. Avere risposto ad istanze di verità e di giustizia. Avere accertato una sconcertante realtà che, però, doveva rimanere occultata. Né lei, né alcuno dei componenti dell’associazione che oggi degnamente rappresenta ha sentito l’esigenza di capire e spiegare ciò che è davvero accaduto, la gravità e drammaticità di una vicenda che chiama a riflessioni profonde l’intera Magistratura, sul suo passato, su ciò che è, sul suo futuro; e non certo nell’interesse personale del singolo o del suo sponsor associativo, ma in forza di una superiore ragione ideale, che è – o dovrebbe essere – costantemente e perennemente viva nella coscienza di ogni Magistrato: la ricerca della verità. Più facile far finta di credere alla menzogna: il conflitto, la guerra tra Procure, la isolata follia di “schegge impazzite”. Il disordine desta scandalo: immediatamente va sedato e severamente punito. Il popolo saprà che è giusto così. E il sacrificio di pochi varrà la Ragion di Stato. L’Associazione non intende entrare nel merito. Chiuso. Nel dolore di questi giorni, Signor Presidente, il mio pensiero corre alle solenni parole che da Lei (secondo quanto riportato dalla stampa) sarebbero state pubblicamente pronunciate pochi attimi dopo l’esemplare “condanna”: “Il sistema dimostra di avere gli anticorpi”. Dunque, il sistema, ancora una volta, ha dimostrato di saper funzionare. Mi chiedo, allora, inquieta, a quale “sistema” Lei faccia riferimento. Quale il “sistema” di cui si sente così orgogliosamente rappresentante e garante. Un “sistema” che non è in grado di assicurare l’osservanza minima delle regole del vivere civile, l’applicazione e l’esecuzione delle pene? Un “sistema” in cui vana è resa anche l’affermazione giurisdizionale dei fondamentali diritti dell’essere umano; ove le istanze dei più deboli sono oppresse e calpestato il dolore di chi ancora piange le vittime di sangue? Un “sistema” in cui l’impegno e il sacrificio silente dei singoli è schiacciato dal peso di una macchina infernale, dagli ingranaggi vetusti ed ormai irrimediabilmente inceppati? Un “sistema” asservito agli interessi del potere, nel quale è più conveniente rinchiudere la verità in polverosi cassetti e continuare a costellare la carriera di brillanti successi? Mi dica, Signor Presidente, quali sarebbero gli anticorpi che esso è in grado di generare? Punizioni esemplari a chi è ligio e coraggioso e impunità a chi palesemente delinque? E quali i virus? E mi spieghi, ancora, quale sarebbe “il modello di magistrato adeguato al ruolo costituzionale e alla rilevanza degli interessi coinvolti dall’esercizio della giurisdizione” che l’Associazione intenderebbe promuovere? Ora, il “sistema” che io vedo non è affatto in grado di saper funzionare. Al contrario, esso è malato, moribondo, affetto da un cancro incurabile, che lo condurrà inesorabilmente alla morte. E io non voglio farne parte, perché sono viva e voglio costruire qualcosa di buono per i nostri figli. Ho giurato fedeltà al solo Ordine Giudiziario e allo Stato della Repubblica Italiana. La repentina violenza con la quale, in risposta ad un gradimento politico, si è sommariamente decisa la privazione delle funzioni inquirenti e l’allontanamento da inchieste in pieno svolgimento nei confronti di Magistrati che hanno solo adempiuto ai propri doveri, rende, francamente, assai sconcertanti i vostri stanchi e vuoti proclami, ormai recitati solo a voi stessi, come in uno specchio spaccato. Mentre siete distratti dalla visione di qualche accattivante miraggio, faccio un fischio e vi dico che qui sono in gioco i principi dell’autonomia e dell’indipendenza della Giurisdizione. Non gli orticelli privati. Non vale mai la pena calpestare e lasciar calpestare la dignità degli esseri umani. Per quanto mi riguarda, so che saprò adempiere con la stessa forza, onestà e professionalità anche funzioni diverse da quelle che mi sono state ingiustamente strappate, nel rispetto assoluto, come sempre, dei principi costituzionali, primo tra tutti quello per cui la Legge deve essere eguale per deboli e potenti.
So di avere accanto le coscienze forti e pure di chi ancora oggi, nonostante tutto, crede e combatte quotidianamente per l’affermazione della legalità. Ed è per essa che continuerò sempre ad amare ed onorare profondamente questo lavoro. Signor Presidente, continui a rappresentare se stesso e questa Associazione. Io preferisco rappresentarmi da sola".

Dott.ssa Gabriella NUZZI...Magistrato.

Per chi non avesse seguito la vicenda qui di seguito un riassunto semplicifato delle puntate precedenti:

Un giudice eroe si permette di indagare sulla misteriosa scomparsa di ingenti somme di denaro (si parla di 800 milioni di euro) riguardanti finanziamenti europei erogati per la costruzione di alcuni depuratori in Calabria mai iniziata e su assunzioni in società parastatali pilotate dai politici locali (le famose indagini Poseidone e Why not).

Da queste indagini salta fuori che nonostante avesse ricevuto molteplici denunce sui fatti la procura di Catanzaro in cui lavorava questo giudice faceva finta di nulla e non permetteva l'avvio delle indagini (che legalmente si è obbligati ad avviare a fronte di qualsiasi denuncia) .Il giudice eroe scopre infatti che alcuni magistrati della sua procura (e addirittura il capo di questa procura) vantavano amicizie e favori (assunzioni di parenti, alloggi regalati, ecc.) proprio da coloro su cui avrebbero dovuto indagare.

Non intimorito da questo continua eroicamente le sue indagini fino a quando non scopre addirittura di essere indagato a sua volta dai giudici colleghi che stavano spiando le sue indagini e registrando le sue telefonate e che lo tenevano sotto osservazione in modo da conoscere in anticipo le sue mosse.

Accade così che per motivi ancora non ben chiari (ufficialmente per incompatibilità di carattere) il giudice eroe viene trasferito a Napoli e le sue inchieste archiviate dalla procura di Catanzaro.

Prima di andare via riesce però a parlare con i colleghi della procura di Salerno (che per legge sono la sola procura che può, in caso di denuncia, indagare sulla procura di Catanzaro) e ad esporgli i resoconti delle sue inchieste.

I Pubblici Ministeri della procura di Salerno chiedono così più volte i fascicoli alla procura di Catanzaro per poter conoscere i fatti, ma questi incuranti delle richieste (a cui bisogna rispondere per legge) non fanno pervenire nulla.

Accade così che la procura di Salerno denuncia ufficalmente il procuratore capo della procura di Catanzaro e i PM a lui soggetti col risultato che questi, cercando così di non dare riscontro alle richieste della procura di Salerno, controdenunciano la procura di Salerno. A sua volta questa manda le forze dell'ordine a Catanzaro e fa sequestrare i fascicoli delle indagini iniziate dal giudice eroe ed inoltre manda a perquisire le abitazioni dei PM rivali che nascondevano nei propri domicili alcuni documenti attinenti le indagini.

Scoppia così lo scontro tra procure che arriva alle orecchie del ministro della Giustizia che di rimando chiede al Consiglio Superiore della Magistratura (l'unico che può sanzionare i magistrati) il trasferimento dei PM di Catanzaro (quelli cattivi che avevano bloccato le indagini del magistrato eroe) e di quelli della procura di Salerno (quelli buoni che volevano continuare le indagini del magistrato eroe) e addirittura il licenziamento del capo di quest'ultima procura.

In tutta questa storia si associa l'Associazione Nazionale Magistrati che non solo in passato non ha mai difeso il giudice eroe quando trasferito ma addirittura attacca indiscriminatamente anche il lavoro della procura dei PM buoni.

Accade così che ancora una volta le indagini del giudice eroe non vengono portate a termine e rimangono nel cassetto.

Cosa c'è dietro queste indagini per fare così paura sia al governo di centrosinistra (ricordiamo che il trasferimento del giudice eroe è stato fondamentalmente voluto dal ministro della giustizia del precedente governo) sia al governo di centrodestra (che con l'attuale ministro della giustizia ha formalmente decapitato i vertici della procura di Salerno che tentava di continuare le indagini bloccate) sia all'Associazione Nazionale Magistrati, che non ha mai difeso il lavoro del giudice eroe, sia al Consiglio Superiore della Magistratura, che ha sanzionato e trasferito i PM di entrambi le procure e i capi procuratori senza distinzione?

Inoltre dove sono finiti i famosi 800 milioni di euro (1.600 miliardi di vecchie lire) erogati dalla Comunità Europea e destinati alla costruzione di depuratori mai avviata?

La verità è una sola: il giudice eroe con la sua inchiesta avrebbe potuto far iniziare un'altra "mani pulite" e probabilmente un'altra epurazione in massa di partiti (di destra e di sinistra) che evidentemente hanno usato tutti i mezzi a loro disposizione per evitare il peggio.

E così come spesso accade nel nostro Paese tutto ritorna sotto silenzio e tranquillo come prima: i nostri politici possono continuare a rubare senza essere disturbati e noi cittadini possiamo continuare a farci derubare senza colpo ferire.

W l'Italia

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com




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