martedì, maggio 26, 2009

 

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO (ovvero la ragazza si esplicava)



Illuminante, in una delle scene più belle del film del 1971 “In nome del popolo italiano”, il dialogo tra il giudice Bonifazi (interpretato da Ugo Tognazzi) e il prof. Rivaroli.

Se non fosse che l’indagine del film si occupa della morte di una ragazza, la trama potrebbe essere applicata pari pari ai fatti di cui in questi giorni tanto si parla.

Da una parte abbiamo questa ragazza minorenne che amava frequentare industriali e persone dell’alta società; una famiglia non benestante che spingeva, per interessi economici, la ragazza a queste frequentazioni (quando il giudice Bonifazi chiede al padre della ragazza cosa facesse per vivere, questi guardandolo sommessamente esclama “si esplicava” lasciando sottintendere le molteplici applicazioni permesse dal verbo); il ragazzo di lei, povero, che sperava prima o poi abbandonasse quel mondo per tornare da lui e vivere insieme una vita normale, ma che rimaneva deluso dalle decisioni della ragazza; l’industriale che tale ragazza frequentava (interpretato da Vittorio Gassman) bugiardo, imbroglione, che tenta in tutti i modi prima di ingraziarsi il giudice e poi a tentativo fallito di delegittimarlo; ed infine il giudice Bonifazi, onesto, pragmatico, che vive il suo tempo con distacco e nello stesso tempo con responsabilità conscio di rappresentare “la giustizia” in un Paese abitato da gente a cui nulla frega di verità e giustizia.

Insomma a distanza di 38 anni, una trama che potrebbe tranquillamente adattarsi ai tempi attuali.

Anche oggi infatti abbiamo l’ex minorenne (in questo caso viva) che si “esplicava”, abbiamo i genitori di lei che la spingono ad esplicarsi, abbiamo il ragazzo povero di lei che viene lasciato perché la ragazza preferisce il mondo dei compromessi ad una vita povera ma onesta, abbiamo l’industriale bugiardo che ama frequentare minorenni ed infine abbiamo il giudice retto, questa volta non personificato da un vero e proprio magistrato ma da quei pochi (pochissimi) media che ancora si indignano per i comportamenti amorali del premier.

Tra i bellissimi dialoghi tra il giudice Bonifazi e il prof. Rivaroli, qui pubblicati, ne sottolineiamo un pezzo, secondo noi rilevante e attualissimo, in cui l’anatomopatologo richiamato dagli atteggiamenti oltranzisti del giudice risponde:

“io dei cittadini me ne infischio, perché ogni cittadino aspira a diventare industriale e avvelenatore del prossimo, ma voialtri magistrati non l’avete ancora capito che questo popolo italiano nel nome del quale sentenziate non merita un cacchio, continuate, continuate a difenderlo.”

Confessiamo che a volte noi la pensiamo allo stesso modo del prof. Rivaroli. Anzi a volte immaginiamo che molti giudici, visti gli atteggiamenti elettorali del popolo italiano degli ultimi 15 anni, si facciano spesso la stessa domanda: “ma vale la pena continuare a difenderlo questo popolo italiano? Vale ancora la pena?”

F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

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