venerdì, maggio 25, 2007
LA GRANDE ABBUFFATA (ovvero: quanto ci costa questa scellerata classe politica)
Lo Stipendio mensile di un deputato è attualmente così composto (dal sito web della Camera):
Stipendio base LORDO (per 12 mesi) € 11.703,64
-Ritenute previdenziali € 784,14
-Ritenute assistenziali € 526,66
-Ritenuta fiscale € 3.899,75
-Contributo assegno vitalizio € 1.006,51
Da ciò risulta che lo stipendio base NETTO mensile di un deputato è di € 5.486,58
A questa cifra vanno ad aggiungersi, assolutamente esentasse, tutta una serie di rimborsi tra cui la diaria (in pratica un gettone di presenza al Parlamento di € 206,58, con tetto massimo di € 4003,11, per ogni seduta con votazioni, che considera presente il parlamentare a tutte le sedute, e con questo lo rende usufruitore del rimborso totale, anche quando è presente solo per il 30% delle sedute giornaliere. E’ come se ognuno di noi percepisse la stessa cifra al giorno, rispetto allo stipendio mensile, se lavorasse invece di 8 ore solo 2 ore e mezza al giorno.
Diaria mensile fino ad un massimo di € 4.003.11
Rimborso spese mensile (per i rapporti con l’elettorato, cioè per il mantenimento dell’ufficio privato, per pagare il povero portaborse, ecc.) fino ad un massimo di € 4.190,00
Rimborso spese annuo per il trasporto all’aeroporto più vicino (perciò taxi o altro mezzo)
-Se l’aeroporto si trova a meno di 100 km da Roma la cifra massima di rimborso godibile all’anno è di € 13.294,80
-Se invece l’aeroporto si trova a più di 100 km da Roma la cifra massima di rimborso godibile all’anno è di € 15.980,40
Rimborso annuo spese telefononiche (fino al massimo di 30.000 scatti) ad oggi risulta arrivare ad un massimo di € 3.098,74
Rimborso annuo di viaggi e studi all’estero fino ad un massimo di € 3.100,00
Rimborso giornaliero missioni in Italia € 103,29
Rimborso giornaliero missioni all’estero € 129,11
Sommando queste cifre un parlamentare che faccia in modo di godere completamente di tutti i rimborsi, può arrivare a guadagnare € 9.527,23 euro (netto + tot diaria) + 7.146,06 (tot rimborsi mensili) cioè € 16.673,29 netti al mese (esclusi i rimborsi per le missioni in Italia e all’estero). Più realisticamente i parlamentari, dato che non eseguono tutte le funzioni per cui hanno diritto ai rimborsi, guadagnano una cifra variabile mediamente intorno ai 12-13.000 euro netti al mese). Se però oltre ad essere parlamentare si ricoprono anche cariche di governo, rispetto alla carica, alle cifre già percepite si aggiungono quelle di seguito riportate (lordo):
Presidente del Consiglio € 5.846,81
Presidenti di Camera e Senato € 7.174,34
Vice presidenti di Camera e Senato € 4.782,89
Ministri € 3.899,25
Vice Ministri € 3.615,20
Segretario di presidenza e presidentedi Commissione (Senato) € 3.077,17
Ma non finisce qui perché oltre agli stipendi esosi i parlamentari godono anche di tutta una serie di privilegi, tutti a carico di noi contribuenti, che li distanziano enormemente dal nostro vivere quotidiano:
Rimborso spese mediche e dentistiche (per tutti i familiari e conviventi ): fino al 90% del sostenuto (loro i DICO li hanno realizzati già da tempo).
Liquidazione: 80% dell' indennità mensile lorda moltiplicato per ogni anno di mandato effettivo.
Pensione: Minimo:25% dell'ultimo stipendio lordo dopo 5 anni di mandato e a 65 anni di età. Massimo: 80% dell'ultimo stipendio lordo dopo 35 anni di mandato e a 60 anni di età. La pensione è cumulabile con qualsiasi altro reddito.
Tessera per la libera circolazione ferroviaria, aerea e autostradale in tutta Italia: totalmente gratuita. L’ultima, non pagata dallo Stato, viene gentilmente offerta dalla società autostrade.
Corsi di informatica e/o di lingua straniera: gratuiti.
Auto blu con autista, più permesso di circolazione e sosta nelle Ztl di tutte le città: gratuita per tutti i deputati che godono di cariche istituzionali.
Assistenza fiscale presso ufficio del Parlamento: gratuita.
Servizi bancari riservati: condizioni di favore sia per conti correnti che per mutui.
Relax: gratuito (nei sotterranei della Camera c’è una sauna riservata ai parlamentari)
Barba e capelli: gratutiti (presso la barberia di Montecitorio per i senatori mentre per i deputati la Camera mette a disposizione buoni per barbieri convenzionati).
Quotidiani, riviste e agenzie stampa: gratutite (presso la sala di lettura di Montecitorio
Personale: gratuito (dello staff di 26 collaboratori che lo Stato mette a disposizione e paga ai ministri, questi hanno la possibilità di assumerne personalmente un terzo cioè 8 persone).
Sport: gratuito (per antica consuetudine il CONI omaggia i parlamentari di una tessera per assistere agli incontri di calcio del campionato italiano di serie A, B o C).
Servizi bancari riservati: condizioni di favore sia per conti correnti che per mutui.
Relax: gratuito (nei sotterranei della Camera c’è una sauna riservata ai parlamentari)
Barba e capelli: gratutiti (presso la barberia di Montecitorio per i senatori mentre per i deputati la Camera mette a disposizione buoni per barbieri convenzionati).
Quotidiani, riviste e agenzie stampa: gratutite (presso la sala di lettura di Montecitorio
Personale: gratuito (dello staff di 26 collaboratori che lo Stato mette a disposizione e paga ai ministri, questi hanno la possibilità di assumerne personalmente un terzo cioè 8 persone).
Sport: gratuito (per antica consuetudine il CONI omaggia i parlamentari di una tessera per assistere agli incontri di calcio del campionato italiano di serie A, B o C).
Inoltre a queste cifre bisogna aggiungere diversi milioni di euro di trasferimenti a favore dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, utili affinchè i poverini possano espletare le loro funzioni:
€ 32.950.000,00 all’anno per la Camera
€ 37.200.000,00 all’anno per il Senato
Se andiamo poi a ficcanasare sugli stipendi dei parlamentari europei scopriamo che gli 87 fortunati italiani percepiscono ognuno € 144.084,36 lordi all’anno (pagati dallo Stato italiano cioè da noi cittadini) più tutta una serie di congrui rimborsi che vengono invece pagati dalla Comunità Europea. Basti sapere che in nostri parlamentari italiani sono i più pagati d’Europa (per esempio i tedeschi percepiscono € 84.108,00 all’anno, i francesi € 62.779,44, gli spagnoli € 35.051,90 e all’ultimo posto i poveri parlamentari europei polacchi che prendono solo € 7.369,70 all’anno).
Di seguito invece sono gli attuali costi annui per il mantenimento della Camera e del Senato.
COSTO ANNUO DELLA CAMERA (previsione ufficiale di bilancio 2006):
Mantenimento 630 deputati (stipendi + rimborsi vari): € 166.609.000
Costo medio di ogni deputato in carica: € 264.458
Costo dei deputati in pensione: € 128.945.000
Mantenimento del personale della Camera: € 252.120.000
TOTALE COSTO ANNUO CAMERA DEI DEPUTATI: € 1.128.212.040
COSTO ANNUO DEL SENATO (previsione ufficiale di bilancio 2006)
Mantenimento 315 senatori (stipendi + rimborsi vari): € 80.360.000
Costo medio di ogni senatore in carica: € 255.111
Costo dei senatori in pensione: € 72.900.000
Mantenimento personale del senato: € 147.150.000
TOTALE COSTO ANNUO SENATO DELLA REPUBBLICA: € 566.510.000
Risulta così che il COSTO TOTALE ANNUO PER IL MANTENIMENTO DELLA CAMERA E DEL SENATO è di € 1.694.722.040
(cioè oltre TREMILADUECENTOOTTANTUNO miliardi di vecchie lire, con un incremento annuo intorno al 3%).
In pratica una vera e propria casta di nobili, come lo erano quelli che viveano nella reggia di Versailles, mantenuti da noi cittadini e che, colmo dei colmi, non rispettano assoulutamente la nostra volontà e non legiferano affinchè vengano rispettati i nostri interessi.
Ma non è tutto. Grazie al meccanismo dei rimborsi elettorali (legge n. 157 del 3 giugno 1999, voluta dal centrosinistra – sigh!- e che di fatto ha reintrodotto il finanziamento pubblico ai partiti da noi cittadini abiurato con il referendum del 1993) i partiti possono spartirsi una torta di circa 450 milioni di euro.
A far la parte del leone nei due poli sono, da una parte, l'Ulivo che, fra Camera e Senato “percepisce” 141.596.168 milioni di euro, e, dall'altra, Forza Italia, con i suoi oltre 115 milioni di euro di finanziamento risulta essere il partito più foraggiato dallo Stato. Ad AN vanno invece quasi € 59 milioni, ai DS poco meno di € 40 milioni; all'UDC, forte del suo 6,76% oltre € 32 milioni mentre al partito della Rifondazione Comunista € 31.257.417 pari a circa 60 miliardi di lire. Seguono (in milioni di euro): Margherita con € 24,5; Lega Nord € 21,5; Rosa nel Pugno € 12,7; Italia dei Valori € 12,2 e Udeur € 6,6. chiudono PdCI e Verdi rispettivamente a quota € 5,7 e € 5 milioni. A bocca asciutta rimangono il Partito dei pensionati e altre formazioni minori che non ce l'hanno fatta a superare la fatidica soglia dell'1% dei consensi.
E non parliamo dei costi per il mantenimento dei politici regionali, provinciali e locali. Per farla breve il costo totale dell’intero apparato politico italiano è stimato in oltre 4 miliardi di euro all’anno (€ 4.000.000.000 cioè vicino agli OTTOMILA MILIARDI di vecchie lire all’anno).
Va di moda oggi come oggi parlare dei costi della politica, dei privilegi assurdi di cui godono i nostri politici, della non rappresentatività che queste indegne organizzazioni chiamate partiti hanno rispetto al popolo italiano. E siccome va di moda l’abbiamo fatto anche noi (ma con cifre alla mano). Ma l’hanno fatto addirittura anche D’Alema, Napolitano e Montezemolo (un nuovo politico miliardario? Ma non ne avevamo già uno?). Ci chiediamo dove fossero in questi anni e soprattutto come mai prima di oggi queste persone che da decenni godono di enormi (e anacronistici) privilegi rispetto a tutti noi semplici cittadini, non si siano posti il problema.
Azzardiamo una risposta:
forse perché si sono resi conto che gli italiani non sopportano più le loro spregevoli azioni (soprattutto dopo la disillusione delle ultime elezioni e quello che hanno comportato, cioè un accordo tra destra e sinistra che tra le tante schifezze ha provocato anche l’indulto) che nulla hanno a che vedere con gli interessi della collettività ma che invece riguardano sempre e comunque i loro loschissimi tornaconti e quelli delle lobby dei poteri forti che da sempre rappresentano; forse perché anche grazie alla diffusione di internet (un po’ mal messa in Italia perché troppo cara, come ci informa Altroconsumo) è più facile far girare la vera informazione (e non solo quelle iperfaziose che continuano a propinarci dai TG di regime) e conoscere in tempo reale le azioni che questi scellerati compiono a nostre spese; forse anche grazie alla diffusione e al successo di libri che informano tutti i cittadini sulle verità scomode (come quelli segnalati sul nostro sito -in basso a sinistra- non a caso La Casta in pochissimi mesi ha venduto oltre 300.000 copie); forse perché hanno paura di perderli veramente questi privilegi e vogliono rifarsi un’immagine, soprattutto in coincidenza con il lancio del nuovo contenitore di vecchiume politico che chiamano Partito Democratico.
Va di moda oggi come oggi parlare dei costi della politica, dei privilegi assurdi di cui godono i nostri politici, della non rappresentatività che queste indegne organizzazioni chiamate partiti hanno rispetto al popolo italiano. E siccome va di moda l’abbiamo fatto anche noi (ma con cifre alla mano). Ma l’hanno fatto addirittura anche D’Alema, Napolitano e Montezemolo (un nuovo politico miliardario? Ma non ne avevamo già uno?). Ci chiediamo dove fossero in questi anni e soprattutto come mai prima di oggi queste persone che da decenni godono di enormi (e anacronistici) privilegi rispetto a tutti noi semplici cittadini, non si siano posti il problema.
Azzardiamo una risposta:
forse perché si sono resi conto che gli italiani non sopportano più le loro spregevoli azioni (soprattutto dopo la disillusione delle ultime elezioni e quello che hanno comportato, cioè un accordo tra destra e sinistra che tra le tante schifezze ha provocato anche l’indulto) che nulla hanno a che vedere con gli interessi della collettività ma che invece riguardano sempre e comunque i loro loschissimi tornaconti e quelli delle lobby dei poteri forti che da sempre rappresentano; forse perché anche grazie alla diffusione di internet (un po’ mal messa in Italia perché troppo cara, come ci informa Altroconsumo) è più facile far girare la vera informazione (e non solo quelle iperfaziose che continuano a propinarci dai TG di regime) e conoscere in tempo reale le azioni che questi scellerati compiono a nostre spese; forse anche grazie alla diffusione e al successo di libri che informano tutti i cittadini sulle verità scomode (come quelli segnalati sul nostro sito -in basso a sinistra- non a caso La Casta in pochissimi mesi ha venduto oltre 300.000 copie); forse perché hanno paura di perderli veramente questi privilegi e vogliono rifarsi un’immagine, soprattutto in coincidenza con il lancio del nuovo contenitore di vecchiume politico che chiamano Partito Democratico.
E’ iniziata infatti la campagna pubblicitaria per lanciare il nuovo soggetto politico. Media preferito La Repubblica: dopo aver diffuso i dilemmi D’Alemiani sui costi della politica (e poi in seguito quelli di tutti gli altri preoccupati politici), il celeberrimo quotidiano continua in modo molto sottile a propinarci uno stupendo sondaggio spot: il decalogo di Pirani sulla riforma della politica.
La gente logicamente tutta contenta ha partecipato a questo sondaggio dando maggiore preferenza all’ovvio punto in cui si chiede la drastica riduzione dei privilegi dei parlamentari e agli altri che chiedono l’abolizione dei privilegi dei politici. Naturalmente nel sondaggio nessun accenno ad una politica più vicina all’ambiente, all’eliminazione del lavoro precario, alla impossibilità da parte dei deputati giudicati e condannati in terzo grado di presentarsi alle elezioni, alla riduzione dei mandati parlamentari da infiniti a due o tre al massimo (Andreotti docet). Nessun accenno al rispetto della volontà popolare, all’impedire che leggi vergogna come l’indulto e altre che hanno distrutto il nostro sistema giudiziario, possano solo essere concepite, nessun accenno ad una nuova legge elettorale (è troppo comoda per entrambi gli schieramenti) e al conflitto di interessi. Niente di nuovo insomma. Il solito vecchio modo di concepire la politica in Italia: bastoni e carote.
E davanti al bastone c’è il didietro di noi tutti cittadini italiani.
Insomma oggi va di moda parlare di ridurre (e badate bene, abbiamo scritto parlare) i costi della politica. Riusciranno a farlo veramente? Possiamo fidarci? Se prendiamo ad esempio le promesse elettorali della sinistra delle scorse elezioni (ma ricordiamoci anche quelle del nano venditore di spazzole della destra e di tutti i suoi servi) e quello che poi è stato realizzato, potremmo con sicurezza gridare: NO, non possiamo fidarci ancora una volta! Ma non basta.
Ci preme ricordare che queste persone che ora parlano di ridurre i costi della politica sono le stesse (con guarda caso proprio Massimo D’Alema in testa) che hanno aggirato la volontà del popolo italiano, quando si espresse a favore dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti con il referendum del 1993, che ottenne la maggioranza dei voti favorevoli con un netto 90,3%, con la legge del 1996 che reintroduceva il meccanismo del finanziamento pubblico attraverso la possibilità per i contribuenti di devolvere il «quattro per mille» dell’Irpef (peraltro il cittadino disponibile non poteva finanziare il suo partito, ma era costretto a finanziarli tutti e comunque venne stabilito che fosse sufficiente il parere favorevole del 15% dei contribuenti affinché ai partiti fosse assegnato il tetto massimo stabilito allora dalla legge). Tale legge fu fallimentare perché i fondi raccolti dai partiti furono molto pochi a causa del fatto che nessun cittadino versava a loro il suo 4 per mille. Così i nostri politicanti pensarono bene di cambiare nome a quello che prima si chiamava finanziamento pubblico ai partiti trasformandolo in rimborso elettorale (il solito gioco delle parole. In pratica un tot di euro a voto. Ad oggi dopo vari aggiustamenti per ogni voto percepito i partiti vengono “rimborsati” di 5 euro).
La gente logicamente tutta contenta ha partecipato a questo sondaggio dando maggiore preferenza all’ovvio punto in cui si chiede la drastica riduzione dei privilegi dei parlamentari e agli altri che chiedono l’abolizione dei privilegi dei politici. Naturalmente nel sondaggio nessun accenno ad una politica più vicina all’ambiente, all’eliminazione del lavoro precario, alla impossibilità da parte dei deputati giudicati e condannati in terzo grado di presentarsi alle elezioni, alla riduzione dei mandati parlamentari da infiniti a due o tre al massimo (Andreotti docet). Nessun accenno al rispetto della volontà popolare, all’impedire che leggi vergogna come l’indulto e altre che hanno distrutto il nostro sistema giudiziario, possano solo essere concepite, nessun accenno ad una nuova legge elettorale (è troppo comoda per entrambi gli schieramenti) e al conflitto di interessi. Niente di nuovo insomma. Il solito vecchio modo di concepire la politica in Italia: bastoni e carote.
E davanti al bastone c’è il didietro di noi tutti cittadini italiani.
Insomma oggi va di moda parlare di ridurre (e badate bene, abbiamo scritto parlare) i costi della politica. Riusciranno a farlo veramente? Possiamo fidarci? Se prendiamo ad esempio le promesse elettorali della sinistra delle scorse elezioni (ma ricordiamoci anche quelle del nano venditore di spazzole della destra e di tutti i suoi servi) e quello che poi è stato realizzato, potremmo con sicurezza gridare: NO, non possiamo fidarci ancora una volta! Ma non basta.
Ci preme ricordare che queste persone che ora parlano di ridurre i costi della politica sono le stesse (con guarda caso proprio Massimo D’Alema in testa) che hanno aggirato la volontà del popolo italiano, quando si espresse a favore dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti con il referendum del 1993, che ottenne la maggioranza dei voti favorevoli con un netto 90,3%, con la legge del 1996 che reintroduceva il meccanismo del finanziamento pubblico attraverso la possibilità per i contribuenti di devolvere il «quattro per mille» dell’Irpef (peraltro il cittadino disponibile non poteva finanziare il suo partito, ma era costretto a finanziarli tutti e comunque venne stabilito che fosse sufficiente il parere favorevole del 15% dei contribuenti affinché ai partiti fosse assegnato il tetto massimo stabilito allora dalla legge). Tale legge fu fallimentare perché i fondi raccolti dai partiti furono molto pochi a causa del fatto che nessun cittadino versava a loro il suo 4 per mille. Così i nostri politicanti pensarono bene di cambiare nome a quello che prima si chiamava finanziamento pubblico ai partiti trasformandolo in rimborso elettorale (il solito gioco delle parole. In pratica un tot di euro a voto. Ad oggi dopo vari aggiustamenti per ogni voto percepito i partiti vengono “rimborsati” di 5 euro).
Ci preme inoltre ricordare la farsa del governo Berlusconi quando impose il taglio del 10% degli stipendi dei parlamentari senonchè a pochi mesi della fine del suo mandato politico gli stipendi vennero aumentati del corrispettivo perso, vanificando in fin dei conti il taglio precedente (Tiscali notizie).Per questi motivi noi non ci fidiamo e mai ci fideremo di questi personaggi in qualunque partito vorranno andare o qualunque partito vorranno fondare. L’Italia ha necessità di gente nuova. Gente che deve lavorare solo per risolvere i problemi di noi comuni cittadini, gente che non deve decidere rispetto ad un eventuale connotazione ideologica ma solamente rispetto a ciò che è meglio per il popolo italiano. Nel PD questa gente non c’è (i 45 vecchi del PD). Ma non c’è assolutamente nemmeno negli altri partiti (meno che meno in quelli del nano venditore di spazzole). Per questo gridiamo e grideremo sempre più forte finchè a questa gente sarà permesso di rappresentarci:
ITALIANI NON FATEVI FREGARE!
F.to
ITALIANI NON FATEVI FREGARE!
F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com
comitatocontroindulto@gmail.com
mercoledì, maggio 23, 2007
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Oggi è il 15° anniversario della Strage di Capaci in cui morirono Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anch'ella magistrato, e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro.
Poco meno di due mesi dopo la mafia colpì ancora, uccidendo nella Strage di Via D’Amelio il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cusina e Claudio Traina.
F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com
PS
Programma del Memorial Day
Poco meno di due mesi dopo la mafia colpì ancora, uccidendo nella Strage di Via D’Amelio il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cusina e Claudio Traina.
Per quanto riguarda noi del comitato contro l'indulto, le uniche parole che ci sentiamo di scrivere sono quelle utili a ricordare il sacrificio che questi grandissimi uomini hanno compiuto per dare un senso alla parola giustizia; per ricordare a tutti noi italiani che in un Paese civile non si può rinunciare alla legalità. Qualsiasi altra parola sarebbe inutile.
Perciò quando sentirete le solite personalità e i soliti politici riempirsi la bocca di parole (sempre e solo parole) che parlano di lotta alla mafia, di lotta alla criminalità, ecc., come spesso accade in Italia in corrispondenza di eventi così tragici, diffidate di loro! Sono gli stessi che sono stati capaci di concepire l'indulto!
Qualsiasi altra parola, sopratutto se non seguita dai fatti, non farebbe che gettare fango sulla memoria di questi martiri.
La verità sappiatelo è un'altra; la verità è che oggi come prima lo Stato convive felicemente con la mafia. O meglio sarebbe dire che convive felicemente con se stesso. Perchè la verità è che i partiti (di centrodestra e di centrosinistra) sono la mafia (l’intervista perduta di Borsellino)! Lo Stato dovremmo invece essere noi tutti cittadini italiani. Dovremmo!
Per comprendere quello che veramente si è fatto per la lotta alla mafia basta ascoltare l'intervista del procuratore generale di Torino, Giancarlo Caselli, realizzata dagli amici di Qui Milano Libera e presente sul blog di Piero Ricca.
Perciò quando sentirete le solite personalità e i soliti politici riempirsi la bocca di parole (sempre e solo parole) che parlano di lotta alla mafia, di lotta alla criminalità, ecc., come spesso accade in Italia in corrispondenza di eventi così tragici, diffidate di loro! Sono gli stessi che sono stati capaci di concepire l'indulto!
Qualsiasi altra parola, sopratutto se non seguita dai fatti, non farebbe che gettare fango sulla memoria di questi martiri.
La verità sappiatelo è un'altra; la verità è che oggi come prima lo Stato convive felicemente con la mafia. O meglio sarebbe dire che convive felicemente con se stesso. Perchè la verità è che i partiti (di centrodestra e di centrosinistra) sono la mafia (l’intervista perduta di Borsellino)! Lo Stato dovremmo invece essere noi tutti cittadini italiani. Dovremmo!
Per comprendere quello che veramente si è fatto per la lotta alla mafia basta ascoltare l'intervista del procuratore generale di Torino, Giancarlo Caselli, realizzata dagli amici di Qui Milano Libera e presente sul blog di Piero Ricca.
F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com
PS
Programma del Memorial Day
giovedì, maggio 17, 2007
CAUSE ED EFFETTI
Una notizia incredibile: a causa dell’indulto sono aumentati i reati! Sembrerebbe palese, scontato, ovvio, eppure i nostri (sempre meno) rappresentanti a tempo determinato, sostenuti addirittura dal nostro (?) presidente della Repubblica, continuano, nonostante i numeri, a difendere il provvedimento salvacriminali!
«Un passo eccezionale ma necessario per rendere più vivibili e degne le carceri italiane» spiegava a noi poveri cittadini il Presidente Napolitano proprio mentre, ironia della sorte, dal Viminale si diffondeva il rapporto sullo stato di sicurezza del nostro Paese nel quale si analizzavano gli infimi «effetti» dell’indulto: «Nel periodo agosto-ottobre 2006 si è registrato rispetto all’anno precedente un incremento di 1.952 rapine e di 28.830 furti». Il fattore indulto, secondo il Viminale, ha fatto registrare «un tendenziale incremento dei reati predatori, quelli che più negativamente condizionano la percezione di sicurezza dei cittadini». Che questo aumento sia (anche) effetto dell’indulto, viene confermato dal dato che fino al luglio scorso, e cioè prima dell’entrata in vigore del provvedimento di clemenza, «tali fenomeni presentavano una leggera flessione». (La Stampa)
Un aumento di reati che ha fatto intervenire anche il questore di Foggia, Bruno D’Agostino, in riferimento ai reati compiuti in provincia. D’Agostino, in carica da gennaio, in occasione del 155° anniversario della festa della polizia ha voluto incontrare la stampa per fornire i dati e risultati che le forze dell’ordine hanno conseguito sul territorio nel corso dell’anno. I dati che risaltano sono legati ovviamente alla escalation delle rapine ai danni soprattutto degli esercizi commerciali, avvenute negli ultimi mesi a Foggia e in provincia. Ben 194 dall’inizio dell’anno, più 13 rapine agli istituti di credito. Inevitabile poi il riferimento all’indulto, che da agosto 2006, ha riconsegnato alla strada circa cinquecento pregiudicati. (Il Meridiano)
Se in Puglia erano 500, gli ex detenuti usciti dal carcere negli ultimi nove mesi grazie all'indulto in tutta Italia sono stati invece 26.201 (di cui 16.158 italiani e 10.043 stranieri). Di questi - ha sottolineato il ministro della Giustizia (?) Clemente Mastella - "soltanto" il 12% sono tornati a delinquere e, quindi, hanno fatto rientro in cella.
Dall'ultimo 'screening' del Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria emerge che 18.189 (pari al 69,4% del totale) sono gli ex detenuti condannati in via definitiva che hanno beneficiato dell'indulto, mentre 8.012 sono coloro che grazie al provvedimento di clemenza hanno avuto una revoca della misura cautelare su decisione del magistrato di sorveglianza.
La Regione con il primato del maggior numero di scarcerati grazie all'indulto è la Lombardia (3.787), seguita da Campania (2.988), Sicilia (2.724) e Lazio (2.530). In coda alla lista ci sono invece Valle D'Aosta (164 scarcerati), Molise (198) e Basilicata (241).
Ad oggi, nelle 258 carceri italiane ci sono 42.702 detenuti (la capienza regolamentare è di circa 43.500 posti). Rispetto a 9 mesi fa, quando subito dopo l'indulto i detenuti negli istituti penitenziari scesero da circa 60mila a 38-39mila, si sta registrando un aumento della popolazione carceraria. E il Guardasigilli Mastella insiste sulla necessità di puntare sulle pene alternative al carcere in caso di reati non gravi. (Prima di Noi)
Crediamo invece che sarebbe più opportuno per tutti noi italiani avere un ministro alternativo! Anzi avere un’intera classe politica alternativa!
F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com
«Un passo eccezionale ma necessario per rendere più vivibili e degne le carceri italiane» spiegava a noi poveri cittadini il Presidente Napolitano proprio mentre, ironia della sorte, dal Viminale si diffondeva il rapporto sullo stato di sicurezza del nostro Paese nel quale si analizzavano gli infimi «effetti» dell’indulto: «Nel periodo agosto-ottobre 2006 si è registrato rispetto all’anno precedente un incremento di 1.952 rapine e di 28.830 furti». Il fattore indulto, secondo il Viminale, ha fatto registrare «un tendenziale incremento dei reati predatori, quelli che più negativamente condizionano la percezione di sicurezza dei cittadini». Che questo aumento sia (anche) effetto dell’indulto, viene confermato dal dato che fino al luglio scorso, e cioè prima dell’entrata in vigore del provvedimento di clemenza, «tali fenomeni presentavano una leggera flessione». (La Stampa)
Un aumento di reati che ha fatto intervenire anche il questore di Foggia, Bruno D’Agostino, in riferimento ai reati compiuti in provincia. D’Agostino, in carica da gennaio, in occasione del 155° anniversario della festa della polizia ha voluto incontrare la stampa per fornire i dati e risultati che le forze dell’ordine hanno conseguito sul territorio nel corso dell’anno. I dati che risaltano sono legati ovviamente alla escalation delle rapine ai danni soprattutto degli esercizi commerciali, avvenute negli ultimi mesi a Foggia e in provincia. Ben 194 dall’inizio dell’anno, più 13 rapine agli istituti di credito. Inevitabile poi il riferimento all’indulto, che da agosto 2006, ha riconsegnato alla strada circa cinquecento pregiudicati. (Il Meridiano)
Se in Puglia erano 500, gli ex detenuti usciti dal carcere negli ultimi nove mesi grazie all'indulto in tutta Italia sono stati invece 26.201 (di cui 16.158 italiani e 10.043 stranieri). Di questi - ha sottolineato il ministro della Giustizia (?) Clemente Mastella - "soltanto" il 12% sono tornati a delinquere e, quindi, hanno fatto rientro in cella.
Dall'ultimo 'screening' del Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria emerge che 18.189 (pari al 69,4% del totale) sono gli ex detenuti condannati in via definitiva che hanno beneficiato dell'indulto, mentre 8.012 sono coloro che grazie al provvedimento di clemenza hanno avuto una revoca della misura cautelare su decisione del magistrato di sorveglianza.
La Regione con il primato del maggior numero di scarcerati grazie all'indulto è la Lombardia (3.787), seguita da Campania (2.988), Sicilia (2.724) e Lazio (2.530). In coda alla lista ci sono invece Valle D'Aosta (164 scarcerati), Molise (198) e Basilicata (241).
Ad oggi, nelle 258 carceri italiane ci sono 42.702 detenuti (la capienza regolamentare è di circa 43.500 posti). Rispetto a 9 mesi fa, quando subito dopo l'indulto i detenuti negli istituti penitenziari scesero da circa 60mila a 38-39mila, si sta registrando un aumento della popolazione carceraria. E il Guardasigilli Mastella insiste sulla necessità di puntare sulle pene alternative al carcere in caso di reati non gravi. (Prima di Noi)
Crediamo invece che sarebbe più opportuno per tutti noi italiani avere un ministro alternativo! Anzi avere un’intera classe politica alternativa!
F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com
PS
Esce venerdì in edicola “Gli imbroglioni” il nuovo film inchiesta sui brogli elettorali curato da Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani. Altre prove di come la notte degli scritini dei voti delle elezioni politiche si sia rischiato un golpe.
Tutte le tessere del puzzle coincidono (spie e hacker della sicurity Telecom messi nel posto giusto al momento giusto). Ma poi accadde qualcosa; qualcosa che miracolosamente, proprio all'ultimo istante, fece rialzare proporzionalmente (cosa matematicamente impossibile) i voti del centrosinistra che vinse le elezioni per un soffio. L'inghippo è tutto lì: gli uomini della sinistra si accorsero dei brogli e un qualche tipo di messaggio fu mandato agli uomini del centro destra che "riaggiustarono" i risultati. Questa è la verità. Comunque un accordo segreto tra destra e sinistra e le conseguenze di questo accordo le abbiamo vissute (leggi indulto) e le viviamo ogni giorno sulla nostra pelle.
Una cosa è sicura. Destra o sinistra alla fine chi ci rimette siamo sempre noi italiani (quando la finiremo di votarli?).
lunedì, maggio 14, 2007
NON LASCIATE CHE I BIMBI VENGANO A LORO
In tempi in cui la laicità dello Stato Italiano sembra essere stata messa al bando, non per ragioni di fede ma per meri meschini giochi di potere. In tempi in cui la casta dei politici italiani, per qualche voto in più, è disposta a divenire serva del più bieco vaticanismo (non è un caso che il DS non siano andati alla manifestazione laica di piazza Navona a Roma). In tempi in cui questi squallidi politici, quasi tutti divorziati e puttanieri, si riempiono la bocca di parole come famiglia, figli, diritti della famiglia, aiuti alla famiglia, e chi più ne ha più ne metta, senza vergognarsi del fatto che mai nulla hanno realizzato durante il loro mandato per concretizzare le loro sterili parole (e la gente li sta ad ascoltare, sic!)
In tempi inoltre in cui è meglio non mandare i propri bambini a scuola per paura che possano essere oggetto di attenzioni sessuali da parte dei loro insegnati. In questi tempi dove scopriamo che mentre i politici italiani per rimanere impuniti sono capaci di “inventarsi” solo l’indulto, la Chiesa cattolica romana per non sfigurare, dall’alto della sua superiorità rappresentativa, è addirittura capace di tenere nascosti “al suo seno” preti accusati di pedofilia, anche quando sono oggetto di un mandato di cattura internazionale.
Qui di seguito un documentario realizzato dalla BBC che mai vedrete nelle televisioni servovaticane, italiane.
Qualcuno duemila anni fa disse: “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare” (Matteo 18,6 - Marco 9, 42). Sembra che al Vaticano si siano dimenticati delle parole di quest’uomo!
In tempi inoltre in cui è meglio non mandare i propri bambini a scuola per paura che possano essere oggetto di attenzioni sessuali da parte dei loro insegnati. In questi tempi dove scopriamo che mentre i politici italiani per rimanere impuniti sono capaci di “inventarsi” solo l’indulto, la Chiesa cattolica romana per non sfigurare, dall’alto della sua superiorità rappresentativa, è addirittura capace di tenere nascosti “al suo seno” preti accusati di pedofilia, anche quando sono oggetto di un mandato di cattura internazionale.
Qui di seguito un documentario realizzato dalla BBC che mai vedrete nelle televisioni servovaticane, italiane.
Qualcuno duemila anni fa disse: “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare” (Matteo 18,6 - Marco 9, 42). Sembra che al Vaticano si siano dimenticati delle parole di quest’uomo!
F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com
PS
Ieri a Torino, alla fiera del libro, è stato presentato il nuovo dibro di Oliviero Beha:
ITALIOPOLI (prefazione di Beppe Grillo). Un libro fatto molto bene, graffiante, ironico e di forte denuncia. Ripercorrendo gli ultimi scandali italiani e l’indifferenza che hanno provocanto nella società civile, descrive lo schifo che è diventata la classe politica italiana. Un libro che ti lascia l’amaro in bocca senza però rinunciare ad un senso di rivalsa, comunque possibile per l’autore, a patto però che noi cittadini si combatta tutti per un reale rinnovamento di questa classe politica.
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com
PS
Ieri a Torino, alla fiera del libro, è stato presentato il nuovo dibro di Oliviero Beha:
ITALIOPOLI (prefazione di Beppe Grillo). Un libro fatto molto bene, graffiante, ironico e di forte denuncia. Ripercorrendo gli ultimi scandali italiani e l’indifferenza che hanno provocanto nella società civile, descrive lo schifo che è diventata la classe politica italiana. Un libro che ti lascia l’amaro in bocca senza però rinunciare ad un senso di rivalsa, comunque possibile per l’autore, a patto però che noi cittadini si combatta tutti per un reale rinnovamento di questa classe politica.