venerdì, giugno 29, 2007

 

ALI BABA E I 40.000 LADRONI

Forse perché abituati a “tirare a campare” e a “sopravvivere” ai soprusi padronali da parte dei tanti vassalli, valvassori e potentati vari in cui l’Italia causa feudalesimo è stata divisa per secoli, forse perché i miti dei vari ladri che rubano per dare ai poveri o comunque rubano ai ricchi come Robin Hood, Lupin, Ali Baba, da sempre suscitano in noi una certa simpatia, fors’anche per i 2000 anni di cristianesimo e cattolicesimo di cui è oramai impregnato il nostro DNA di italiani inclusa l’insita regola del perdono non 7 volte ma 70 volte 7, nel nostro Paese non si punisce mai e si perdona tutto. In particolar modo il furto che è da sempre considerato un reato minore, un reato assolutamente da perdonare. Rubare è un’arte diceva qualcuno, e più che altro è anche un’abitudine, mai persa perchè mai punita, tutta italiana.
Secondo il nostro Codice di Procedura Penale il furto è punito dai sei mesi ai tre anni (art. 624 c.p.).
Considerando poi tutte le possibili attenuanti e sconti di pena che i nostri illuminati legislatori hanno creato negli anni per questo tipo di reato, per ultimo l’indulto, alla fine dei conti diviene praticamente impossibile per un ladro finire in galera; e se putacaso si è compiuto il furto con arma alla mano o si è pescati a reiterare il reato e si ha la sfortuna di finirci veramente in gattabuia, non c’è da preoccuparsi perché sarà molto difficile riuscire a scontare per intero il previsto già brevissimo soggiorno nelle patrie galere. “Un dato per tutti: chi è stato arrestato per rapina a mano armata resta in cella mediamente 618 giorni (meno di due anni), e questo periodo comprende sia la custodia cautelare sia la condanna definitiva; poi è possibile uscire per benefici penitenziari, arresti domiciliari o altre misure alternative alla detenzione”. E’ l’allarme lanciato dal responsabile della Direzione generale detenuti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Sebastiano Ardita che afferma: “le statistiche più rilevanti riguardano i periodi brevi di permanenza: in cella, nella maggior parte dei casi, non si resta più di 90-120 giorni (il 62% degli imputati fino a un mese, mentre circa il 31% dei condannati da 6 a 12 mesi). L'auspicio di Ardita è che il Parlamento approvi al piu presto il ddl di modifica del codice di procedura penale voluto da Mastella nei mesi scorsi e che si arrivi anche a un' organica riforma del codice penale: "In questo modo afferma la pena etentiva, certa e stabile, è assicurata per i soggetti pericolosi; per gli altri, invece, bisogna puntare sulle misure alternative al carcere. Si tratta di far sì che torni ad avere senso, effettività e consistenza la pena detentiva. Le carcerazioni brevi in quanto tali non sono foriere di sicurezza per la collettività, né idonee a determinare processi rieducativi o quanto meno riabilitativi". (Ansa)
Insomma in parole povere se vi rubano l’auto, se vi ripuliscono l’appartamento, se vi scippano il portafoglio, se insomma un qualsiasi cittadino subisce un furto e per un caso straodinario il ladro viene beccato in fragranza di reato e viene arrestato, non state tranquilli perché questa persona nel peggiore dei casi non rimarrà in galera che pochissimi giorni. E’ come dire che il furto in Italia è legalizzato (come tante altre malefatte). Rubare si può e si deve perché chi ruba rimane assolutamente impunito e al massimo riceve una pena pari ad un buffetto sulle guance e ad un avviso di non farlo più, altrimenti, lo Stato italiano potrebbe anche offendersi e mettersi a piangere per il dispiacere.
Chi piange veramente, però, oltre a noi tutti cittadini sono anche i commercianti italiani che nell’ultimo anno hanno subito 40.000 rapine e che tramite le parole del loro presidente di categoria, Marco Venturi, affermano: “I commercianti sono una delle categorie piu' esposte all'emergenza sicurezza, e il numero delle rapine e' cresciuto oltre le 40.000 ogni anno. La paura aumenta anche perche' il 92% dei reati rimane impunito" e punta il dito contro i "guasti rilevanti" causati dall'indulto (Ansa).
Ma non sono i soli a preoccuparsi dell’impunibilità dei ladroni. Se anche alcuni esponenti di Cosa Nostra beccati al telefono (a comprova di quanto sono utili le intercettazioni che i nostri politici vogliono bloccare con un’altra bella legge del sapiente Mastella) si indignavano e lamentevano riferendosi alla marea di scarcerazioni di ladri che l’indulto ha provocato, allora significa che il problema è veramente grave.”Il problema dei ladri c’è stato sempre, non solo qua. Ma ora con quest’indulto siamo rovinati” diceva infuriato Bisesi (uno degli eredi di Provenzano), e poi continuava “bisogna rompere le corna e scippare la testa a cani sciolti e scappati di casa», concludendo infine che “con l’aiuto del Cielo... che arriva la mano del Cielo e ‘na allibbirtamu (ce ne liberiamo, ndr) subito, subito...” alludendo ad un trattamento sicuramente più cruento di quella che lo Stato fornisce ai ladri (Corriere).
Certo non vorremmo arrivare anche noi a questo punto ma, visti gli effetti dell’indulto, un pensierino ce lo stiamo facendo. Mettiamo la giustizia nelle mani della Mafia, smettiamo di pagare le tasse e legalizziamo il pizzo. Staremo sicuramente più tranquilli di adesso. Potremmo forse ritornare ai bei tempi ingenui decantati dai nostri nonni in cui ancora si poteva dormire con la porta aperta.
Scherzi a parte ciò che ci preme far capire una volta per tutte alla nostra indegna classe politica (che proprio perché ladra non punisce i ladri) è che, come diceva il famoso detto buddista, col tirare troppo la corda prima o poi si finisce per spezzarla. Riferendoci alle frasi di una pubblicità progresso ultimamente molto in voga: “punire è legittimo, ma uccidere è sempre sbagliato” vorremmo appunto sottolineare la prima frase: PUNIRE E’ LEGITTIMO, giustamente, senza eccessi, coscientemente ma PUNIRE e non indultare.

F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

giovedì, giugno 21, 2007

 

LE LEGGI DEL BUCO NERO

Anni fa, quando ancora frequentavamo la scuola, ci fu insegnato che alla base della fisica classica oltre ai concetti di spazio e di tempo assoluto esiste anche il principio di causa ed effetto. In parole povere ogni effetto ha una sua causa e viceversa. Per esempio se qualcuno da un colpo ad una palla questa rotolerà nella direzione opposta da cui è giunto il colpo; se si lancia in aria un oggetto, questo dopo aver raggiunto una certa altezza ricadrà al suolo a causa della gravità; se si fa una legge che permette a tutta una serie di criminali in prigione per i reati più disparati, anche efferati, di uscire dalle patrie galere con tre anni di anticipo, questi invaderanno le città e molto probabilmente continueranno ad infrangere la legge. Su un punto il professore di fisica risultava estremamente fermo: tali leggi esistono e sono valide in tutto l’universo conosciuto, tranne che in situazioni particolari come ad esempio se ci si trovasse a cavalcioni di un raggio di luce o in un buco nero, dove questi principi possono variare.
Che la nostra penisola stia viaggiando alla velocità della luce, pensiamo di scartarlo a priori. Non ci rimane che pensare di essere entrati in un buco nero. Il buco nero della mala politica e degli inciuci. Il buco nero degli interessi privati dei politici che con la scusante delle carceri sovraffollate (ad oggi nuovamente colme: Panorama) creano una legge per restare impuniti (i nomi eccellenti di coloro che hanno goduto dell’indulto).
Ed infatti così deve essere, perché se in Italia viene commesso un reato (la causa) non è detto che se beccati si finirà in galera e soprattutto se si ha la sfortuna di finirci non è mai valido il principio che si sconti la pena inflitta per intero (l’effetto), soprattutto se si è un politico e/o un amico di politici. Se per queste categorie di persone questa legge di causa ed effetto non vale, non si sa per quali misteriose ragioni, per noi tutti cittadini comuni invece continua a funzionare e anche molto bene. Infatti dal rapporto sulla criminalità in Italia del ministero dell’interno (sintesi PDF del rapporto), emergono dati raccapriccianti (Ansa)Aumento della paura della criminalità, della sensazione di insicurezza che oramai tocca un italiano su quattro; omicidi passati dai 601 del 2005 a 621, aumento delle rapine e dei furti (di un numero18 volte rispetto al 1970), aumento delle violenze sulle donne, aumento della capacità di infiltrazione nelle economie del Paese delle mafie, aumento degli attentati di varia natura (industriale-oggi), aumento dei reati per terrorismo. Insomma un quadro non certo tranquillo di ciò che sta accadendo in Italia.
Un quadro dove una legge come l’indulto non poteva che ragionevolmente risultare improponibile.Ma ahinoi ciò che per i cittadini comuni risulta logicamente, eticamente e moralmente improponibile, per i nostri politicanti, forse proprio perché le leggi di causa ed effetto che imperano in tutto l’universo conosciuto qui da noi non funzionano, risulta invece assolutamente normale.
Cosa fare allora? Un primo passo sarebbe quello di sostituire tutti questi ignobili personaggi. Sotituirli non con altri politicanti (come vogliono fare Fassino e D’Alema quando incoronano Veltroni) che continuerebbero a fare gli stessi interessi dei loro partiti e mai quelli degli italiani, ma sostituirli impegnandoci in prima persona aderendo al progetto di liste civiche che Elio Veltri, Oliviero Beha, Francesco Pardi, Roberto Alagna e tanti altri stanno creando in giro per l’Italia (Repubblica dei cittadini).
Per la prima volta appare in Italia un movimento politico che si propone di rimettere a posto questo povero Paese, totalmente staccato dai partiti ma fatto interamente da cittadini comuni. Per chi volesse aderire all’iniziativa che partirà con una grande manifestazione a Roma il 6 ottobre in piazza Farnese, non deve far altro che inviare i propri dati al sito lista civica nazionale. Personalmente noi crediamo che questa sia l'ultima speranza per questo Paese, perchè se noi cittadini non riusciremo a prendere le redini per governare l'Italia in modo da far rispettare i nostri interessi ma continueremo a delegare ladri, farabutti, imbroglioni e mascalzoni e a riempirli di soldi pubblici (leggi partiti), crediamo che non ci rimarrà che rassegnarci alle insane, assurde e ignobili leggi che esistono in un Paese caduto irreparabilmente in un buco nero.

F.to
Comitato contro indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

lunedì, giugno 18, 2007

 

FERMI TUTTI, QUESTA E' UNA RAPINA

Tra tanti rumors (leggi sputtanamenti) e tante più o meno vere rivelazioni, tra tante prese di posizioni e tante discussioni; tra le indiscusse intercettazioni Fassiniane e D’Alemiane (per chi ancora avesse dei dubbi a chi dare la colpa della distruzione del concetto stesso di sinistra, si spera che le oramai arcinote azioni dei personaggi qui citati, abbiano loro chiarito le idee), tra i mea culpa (pochissimi per la verità) e i j’accuse, tra i commenti dei vari politici preoccupati (a noi è parso non tanto sulla distruzione dell’etica e della trasparenza nel nostro Paese ma sulla possibilità di andare a casa e non godere più dei tanti privilegi generosamente elargiti dalle nostre insane leggi) e le smentite, insomma tra i tanti veleni che ultimamente caratterizzano i giochi politici in Italia, noi povero popolo italiano che cosa abbiamo compreso?
Praticamente nulla, o quasi. Si è capito cioè che un paio di anni fa un gruppetto di famelici finazieri con l’appoggio dei politici (di tutti gli schieramenti) e di alcune Banche internazionali e soprattutto di coloro che avrebbero dovuto controllarli (leggi Fazio o Consob dove le ultime tre lettere della sigla possono essere tranquillamente lette come il suono onomatopeico che segnala una, tutta italiana, triste rassegnazione, SOB!) hanno cercato di impadronirsi di alcune banche senza però avere i soldi per farlo (o avendoli solo virtualmente) a discapito di ogni regola sulla concorrenza e sulla “nitidezza” dei capitali. Un giochetto già visto con Telecom (guarda caso D’Alema imperava anche all’epoca) e con altre vecchie proprietà dello Stato con i rusultati che sono sotto agli occhi di tutti.
Lasciando perdere la questione che una di queste banche risultava essere la banca delle famigerate cooperative rosse (che da tempo di ideologicamente rosso non hanno più nulla: la complessa struttura finanziaria delle cooperative rosse) da sempre legatissime prima al vecchio Partito Comunista e ora ai DS (e in futuro al PD?), e perciò il fatto che proprio gli assetti di tale banca si intendeva cambiare (acquistando la BNL che interessava ai baschi del Banco di Bilbao) grazie anche agli aiuti dei dirigenti DS e non solo, tutti uniti per difenderne l’italianità (all’epoca anche Antonveneta era nel mirino degli olandesi della ABN Amro) e che perciò sustisterebbe quell’odiosa questione, in Italia solo morale, chiamata conflitto di interessi;
insomma lasciando perdere queste polemiche, a noi semplici cittadini italiani cosa ci interessa di tutta questa vicenda?
Sono cose da ricchi, da classe dirigente che a noi popolino toccano ben poco, o no?Per comprendere meglio la vicenda bisogna farsi una domanda: di cosa stiamo parlando in definitiva? La risposta è semplicissima: di Banche!
E allora tutta la faccenda diventa un pochettino più chiara, soprattutto se rispetto alla questione diamo un’occhiata ad uno degli aspetti che di sicuro può maggiormente interessarci: i costi dei servizi bancari. Spulciandoo le statistiche sui costi dei servizi bancari in Europa scopriamo, ahinoi, che I COSTI DEI SERVIZI BANCARI ITALIANI SONO I PIU’ ALTI D’EUROPA (E ANCHE DEGLI STATI UNITI). (Fonte: i costi della mancata concorrenza) come possiamo facilmente evincere dall’immagine del grafico sopra riportata.
Ma la cosa non finisce qui perché a fronte di questo noi italiani abbiamo anche, tra le nazioni europee più sviluppate, gli stipendi più bassi (tiscali notizie).
Insomma, come dice un famoso detto popolare, (detti che solitamente non sbagliano mai) in questo caso noi cittadini italiani siamo cornuti e mazziati!
Ecco che la questione allora si fa meno complessa e piuttosto che parlare di astruse vicende e giochi di potere non alla nostra portata, forti dei dati appena acquisiti possiamo porci la banale domanda:
perché in Italia i servizi bancari costano così tanto rispetto alle altre nazioni europee?
E visti i fatti, o meglio sentite le intercettazioni, possiamo anche tranquillamente risponderci:
perché i politici (che ricordiamo sono pagati e mandati al governo del Paese da noi cittadini), sono estremamente compromessi con i poteri forti (in questo caso le banche) e piuttosto che fare gli interessi di tutto il popolo italiano favorendo la concorrenza (l’unica arma che può permettere l’abbassamento delle tariffe), lavorano affinchè i privilegi di queste caste oligarche rimangano invariati a discapito delle tasche, oramai ridotte al vuoto più totale, di tutti noi italiani.
Alchè sorge spontanea una riflessione:
QUANDO DECIDEREMO DI LIBERARCI DI QUESTA LADRA, OSCENA ED INDEGNA CLASSE DIRIGENTE?

F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

martedì, giugno 12, 2007

 

LA MEGLIO GIOVENTU'?

Finalmente gli italiani hanno deciso di scendere in piazza per protestare energicamente contro l'intera classe politica nostrana: per il ristabilirsi dei diritti sul lavoro che sono stati ignobilmente derubati ai lavorati negli ultimi 10 anni, per ridurre gli esosissimi costi della politica dovuti alle centinaia di milioni di euro di denaro pubblico destinati ai partiti, per far sì che l’intera classe politica una volta eletta non dimentichi di rappresentare e di ubbidire alla volontà degli italiani, per impedire che nuovi inciuci vengano aggiunti ai vecchi e che provvedimenti come l’indulto vengano partoriti dalle menti idiote di stupidi politicanti, per una politica energetica più trasparente e più rivolta verso le energie rinnovabili come il solare e l’eolico, per sollecitare i partiti, pena la loro definitiva eliminazione, a dare spazio alle nuove generazioni in modo che cambino i settuagenari e ottuagenari vertici con cervelli più freschi e più consapevoli della realtà che li circonda.
Insomma finalmente tutto unito e senza alcuna esitazione il popolo italiano ha deciso di protestare per una politica più vicina ai propri bisogni:

Qua possiamo vedere la calca della folla, che decisa e sopratutto unita ha occupato le strade di alcune tra le più significative città del Paese:

Qui invece si scorgono diversi manifestanti arrabbiati mentre inneggiano i loro slogan. In primo piano l'urlo di consapevolezza di uno di questi:

In questa foto possiamo invece vedere le bandiere di tutti i sindacati italiani che, coscienti dei loro gravissimi passati errori, hanno deciso di appoggiare la protesta di tutti gli italiani:

Un corteo ordinato di persone che protestano pacificamente:

La protesta incalza e la folla diviene sempre più numerosa:
Alcuni Giovani lavoratori precari, finalmente consci del loro misero destino, protestano e gridano slogan contro il lavoro precario:

Questo è quello che da sempre noi abbiamo sognato; un risveglio di tutti i cittadini italiani che finalmente oggi possiamo dire compiuto….o NO?


Il sogno è finito. Ci siamo svegliati con il solito amaro in bocca. E' tutto uno scherzo, una provocazione:


le immagini qui presentate si riferiscono ai festeggiamenti di Napoli e Genova per il passaggio in serie A delle rispettive squadre di calcio. Qualcuno duemila hanni fa coniò il detto “panem et circense”. Quanto calza a pennello il detto romano al popolo di questa penisola.
Se solo gli italiani avessero la stessa attenzione che riservano al “pallone” e usassero la stessa energia che impiegano per le proteste o i festeggiamenti dedicati alle loro squadre di calcio anche per proteggere i propri diritti e per far valere le proprie rivendicazioni, questo Paese sarebbe certamente un Paese migliore. Ma questa forse è un’utopia!
Non è un caso se la foto della locandina del film di Marco Tullio Giordana “La meglio gioventù” è qui presentata sbiadita. Lo è perché quella gioventù non esiste più, si è appunto sbiadita. Quella gioventù è morta, sostituita da una molto più molle, molto più stupida, più menefreghista e qualunquista, tirata su a forza di videogiochi, cellulari, Grandi Fratelli e pubblicità idiote. Una gioventù a cui è possibile fare di tutto senza che mai si ribelli. Una gioventù capace di scendere in piazza solo per la propria squadra di calcio.


Se è vero il detto coniato alcuni anni fa e che reclamava “il pane e le rose” a sottolineare che oltre ad un lavoro dignitoso i cittadini hanno diritto anche una vita dignitosa, fatta di tutte le componenti serie e meno serie che meritano di essere ugualmente vissute; a noi pare che ultimamente si sia esagerato con “le rose”, con i divertimenti vacui, inutili e stupidi, e si sia molto meno pensato al pane, al lavoro, alla dignità di una legislazione sul lavoro che non permetta lo sfruttamento dei lavoratori, alla maturità di saper riconoscere cosa è giusto e cosa non lo è e agire di conseguenza. Forse prima o poi qualcuno si accorgerà che senza il pane non saranno possibili anche le rose; probabilmente questo accadrà quando quelli che ora sono i padri di questa generazione persa, finiranno di foraggiare ciò che hanno partorito e non hanno saputo educare. Quando si capirà che il solo fatto di aver conquistato un diritto non significa che sarà possibile conservarlo per sempre.
Nell’attesa, non tanto lontana a dire il vero (o almeno così noi speriamo), ci consoliamo con le parole dell’inno di Mameli quando dice:


Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta...
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.


F.to
Comitato contro l’indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

Aggiornameto:
La meglio gioventù (quella di una volta) è ritornata in piazza ad insegnare alla smorta gioventù attuale cosa significa combattere per i propri diritti: 200.000 pensionati in piazza.


venerdì, giugno 08, 2007

 

PIU' SFIDUCIA NELLA GIUSTIZIA

E' con grande piacere che vi giriamo un articolo di una nostra lettrice. Articolo ricavato anche grazie alle informazioni da noi raccolte e diffuse in questo blog e pubblicato infine su Cefebabel. A questo proposito se avete notizie, articoli, richieste in generale sull'indulto da inviarci o da porre all'attenzione dei nostri lettori non esitate a contattarci come ha fatto Gioia.
«Più sfiducia nella giustizia», l'indulto fa discutere.
26.000 i detenuti scarcerati in Italia per far fronte all'affollamento degli istituti penitenziari. Ma la criminalità è in aumento.In Italia furono più di 26.200 i detenuti scarcerati con l'indulto previsto dalla legge 241 del 31 luglio 2006. Un provvedimento di clemenza generale che ha concesso uno sconto fino a tre anni della pena detentiva per alcuni reati commessi prima del 2 maggio 2006. Tra questi: omicidio, rapina, lesione personale e voto di scambio. Tra gli esclusi: i reati di terrorismo, prostituzione minorile, violenza sessuale, usura e traffico di droga.All'inizio erano state previste circa 12mila scarcerazioni anticipate, ma con il passare dei mesi la cifra si è più che raddoppiata.
Un sommario sfoltimento della popolazione carceraria che ha permesso agli istituti penitenziari di tirare un piccolo – anche se breve – respiro di sollievo. La loro situazione, infatti, nel giugno 2006 era piuttosto grave: 60mila detenuti per una capienza standard di 45mila unità.La sicurezza dei cittadini sempre più a rischioAlcune scarcerazioni hanno suscitato grandi polemiche nel Paese. Basti pensare a quelle dei componenti della cellula Al Qaeda di Gallarate, in Lombardia, che pianificava attentati in tutta Europa o allo sconto della pena del geometra di Foligno condannato per l'omicidio di due bambini di 4 e 13 anni. Hanno fatto molto discutere anche gli omicidi commessi da ex detenuti, come quello di Antonio Pizza, un commerciante 28enne ucciso mentre tentava di sventare il furto della sua macchina da parte di un criminale liberato poche settimane prima.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante una visita al carcere romano di Rebibbia avvenuta l'8 maggio, ha tentato di calmare gli animi citando i dati del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, secondo i quali solo l'12% degli indultati hanno reiterato i loro crimini nei primi sei mesi dal provvedimento, a fronte di un tasso di recidività fisiologico del 68%. Ma negli stessi giorni il capo della Polizia Giovanni De Gennaro ha presentato i risultati dell’Indagine conoscitiva sulla sicurezza in Italia relativa al periodo agosto-ottobre 2006, secondo i quali le rapina e i furti sono aumentati vertiginosamente dopo l’indulto. Un recente rapporto dell’associazione Antigone per i diritti nel sistema penale, inoltre, rivela che i detenuti sono passati da 39mila a 42mila. In molte carceri, inoltre, l’assistenza sanitaria risulta carente e il 50% dei detenuti utilizza psicofarmaci.
Criminali in libertà senza accertamento della pericolosità socialeE.B., un ispettore capo della Polizia di Milano, ci ha dichiarato che l'indulto non ha risposto in maniera adeguata al problema del sovraffollamento delle carceri e che il provvedimento ha aumentato i rischi per la sicurezza del cittadino. «Le scarcerazioni – afferma – sono state effettuate solamente sulla base dei requisiti formali, senza un reale accertamento della pericolosità sociale del soggetto, cui si aggiungonio i casi di errore che hanno portato alla messa in libertà, anche se non vi erano i presupposti.» L'ispettore ritiene «più che credibile l'aumento della microcriminalità visto che non è stato attivato nessun programma di reinserimento sociale. Per esperienza posso affermare che coloro che abitualmente compiono furti e rapine difficilmente sono recuperabili. Alcuni escono dal carcere senza avere un lavoro o una casa: l’illegalità è il loro unico mezzo di sostentamento». E continua: «I dati sono facilmente manipolabili dai politici perché suscettibili di interpretazioni parziali o distorte. Non lasciamoci ingannare dalla percentuale degli indultati tornati in prigione perché, per i reati che non prevedono l'arresto immediato, può trascorrere molto tempo dal momento della denuncia a quello del processo. È quindi il numero delle denunce il dato indicativo da tenere in considerazione».
Secondo S.M., appuntato dei Carabinieri: «Con l’indulto è aumentata la sfiducia dei cittadini nei confronti del meccanismo giudiziario, ferruginoso e colmo di scappatoie: anche noi ci troviamo spesso con le mani legate. Troppo spesso le vittime si rassegnano o ricorrono alla giustizia privata».

Gioia Feliziani - Milano - 30.5.2007

Qui invece il blog di Gioia: Società usa e getta

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

lunedì, giugno 04, 2007

 

GIOCHI DI POTERE

Mentre una generazione di italiani lotta per sopravvivere dopo aver lasciato, senza colpo ferire, che il suo futuro venisse svenduto restando immobile all’annientamento di tutti i diritti sul lavoro (i giovani italiani sanno fare numero solo ai concerti organizzati dai sindacati, che oramai solo quello san fare bene, mentre i francesi quando si presentano in 500.000 lo fanno per difendere i loro diritti), mentre si assiste dopo la distruzione dello stato sociale, allo spaventoso incremento della povertà (come possiamo constatare ogni giorno guardando gli anziani che raccolgono gli avanzi dei mercati e come ci informano quelli di il pane quotidiano che vedono aumentare i loro assistiti di oltre 2000 unità al giorno), mentre a discapito di tutti i family days che si vuole organizzare la famiglia italiana rimane tra le meno socialmente protette in Europa (stipendi tra i più bassi d’Europa, pochi asili nido e troppo costosi, politiche per il sostegno della famiglia praticamente inesistenti), mentre qualcuno, nonostante la precaria situazione finanziaria italiana, pensa ancora alle grandi opere anche quando sono assoutamente inutili (i costi della TAV, i costi delle autostrade), mentre nessuno pensa a debellare le leggi infamia che il governo precedente ha diligentemente messo in opera (tutte le leggi vergogna e i danni che hanno provocato) ma addirittura si permette di accordarsi con questi squallidi ex-governanti e di tirar fuori l’indulto e non contenti anche una bella legge sulle intercettazioni per autoproteggersi distruggendo quel poco di senso civico, di moralità, di etica e di fede nelle istituzioni e nella giustizia ancora rimasta agli italiani; mentre, insomma, il Paese rotola imperterrito verso il baratro più oscuro a palazzo che succede?
A palazzo va per la maggiore il caso Speciale. Il generale della guardia di finanza, molto speciale, che va via dopo aver piazzato con una raffica di nomine pochi giorni prima delle sue costrette dimissioni, alcuni dei suoi uomini più fidati, in diversi posti di comando all’interno della guardia di finanza. Ma perché tanta caciara? Perché il ministro Visco si è invischiato (è il caso di dirlo) in un affare del genere? Perché dietro questo generale (e gli uomini del comando milanese piazzati dal precedente ministro dell’economia che è come dire piazzati da Berlusconi) c’è una storia molto più profonda e molto più pericolosa di quello che la gente comune crede.
Dietro questo generale si nascondono ricatti (vedi caso Unipol e i Ds) e soprattutto si nasconde Pollari, (ex capo del Sismi dopo il caso Abu Omar), e dietro questo personaggio si nasconde lo strano connubio tra Telecom e Sismi e ancora si nascondono le passate spiate fiscali di politici e vip, il famoso Laziogate che vide indagato l’allora presidente della regione Lazio, Storace, ed infine, ciliegina sulla torta, si nascondono i brogli elettorali di quella fatidica notte in cui scomparvero le schede bianche (sapientemente raccontata da Enrico Deaglio nel suo uccidete la democrazia). Dietro quello che sembra un semplice rimpiazzo di uomini fedeli ad uno piuttosto che all’altro partito, si nascondono in realtà giochi di potere molto pericolosi.
Come ha sapientemente descritto Giuseppe D’Avanzo nel suo articolo su Repubblica, una nuova P2 ricatta la politica; o meglio, ricatta questi politici corrotti e compromessi a tutti i livelli, questi politici imbroglioni e servi dei poteri forti. Una P2 che ritorna proprio perché i suoi uomini sono ancora lì dopo 30 anni, e sono più potenti di prima (la lista della P2). Un potere oscuro a cui questa sinistra non è mai riuscita a contrapporsi realmente ma che ha invece più volte corteggiato, senza comprendere realmente gli enormi danni che tale strategia avrebbe provocato al Paese, arrivando, per rimanere impunita, addirittura ad accordarsi su leggi vergogna a discapito di tutti noi cittadini.
Così mentre noi italiani diventiamo sempre più poveri e la speranza di un futuro migliore e di una vita dignitosa si allontana sempre più, questi farabutti che non rappresentano più nessuno se non i loro sporchi interessi e quelli dei poteri forti che li manovrano, continuano a giocare con la democrazia (o quello che ancora significa questa parola) e con il nostro futuro. Non è ora di sbarazzarci di entrambi gli schieramenti e ricominciare tutto da zero?

F.to
Comitato contro l'indulto
comitatocontroindulto@gmail.com

This page is powered by Blogger. Isn't yours?